(Red) – Il the day after post elettorale, della tornata elettorale per le regionali 2020, è un giorno molto amaro e triste per il centrodestra in campania, ma ancora più triste lo è per il partito del Cavaliere che ne esce con le ossa letteralmente a pezzi. Una sconfitta senza precedenti che, la coalizione a sostegno di Caldoro, è costretta a registrare. Eppure Forza Italia che, in Campania, risultava essere prima dell’equinozio d’autunno lo zoccolo duro dei berlusconiani nell’italico paese, non è riuscita nemmeno ad attestarsi su quella percentuale, da considerare oggi troppo premiante, che la valutava intorno al 7%. Dal 19,78% delle politiche del 2018 al circa 5,14% delle regionali 2020 nel giro di pochi mesi. In questa grande débâcle che si è verificata a seguito del ciclone Deluchiano, abbattutosi sulla Campania, si è salvata solo la città di Castellammare di Stabia che, grazie al grande lavoro messo in campo dal sen. Di Nardo, ha visto la propria percentuale attestarsi sul 10,59% che, a ben guardare i risultati conseguiti nella regione, risulta essere rimasto attestato sui valori delle precedenti consultazioni elettorali rimanendo, nonostante le numerosissime fughe e imboscamenti di comodo, il primo partito della coalizione di centrodestra in città. Nonostante il clima di smobilitazione della componente “Cesaronea” i due candidati del “non candidato”, affetto dall’aspirazione di condurre sedute antistress sul modello Shiatsu, hanno fatto un figurone a Castellammare. Ma quello che non è uscito bene da questa storia è proprio il “Cesarone” che, ignorando i vantaggi di una terapia a base di bevande al Basilico, lavanda, gelsomino, secondo quanto emerso dalle conseguenze del “Lockdown” risulterebbe molto più efficace di una seduta di yoga, avrebbe potuto consigliare ai suoi sodali che ancor meglio sarebbe stato andare in spiaggia per “mettere le chiappe al sole”, mentre invece ha preteso di dar luogo ad ampie ed articolate, quanto inutili, lezioni di Yoga (non trattasi dei succhi di frutta) che hanno solamente evidenziato tutto il suo “acido rancore” covato per non aver potuto partecipare alla competizione per competere alla conquista di un seggio nel consiglio regionale. Oggi è un giorno di riflessione per tanti forzisti della prima ora che, alla luce del fallimento politico del progetto “Cesaroneo”(e meno male), auspicano innanzitutto l’azzeramento delle responsabilità politiche, sia a livello regionale che provinciale, che hanno “irresponsabilmente” determinato con la loro “politica salottiera” uno scollamento reale tra il partito ed il territorio. Il risultato referendario pone un grande problema al partito del Cavaliere proprio alla luce delle risibili, quanto sconosciute, percentuali emerse dalle urne campane, lasciando intravedere addirittura l’impossibilità di poter finanche eleggere dei propri rappresentanti nel caso dovesse essere istituita una soglia pari o superiore al 5% nella nuova legge elettorale che, a quanto sembra, appare ormai non più rinviabile nell’agenda parlamentare. Questa è l’occasione giusta proprio per ripartire, dai piedi della scala, al fine di ricostruire un partito vero, degno di tale nome, composto da uomini, donne e soprattutto giovani capaci di interpretare e rappresentare le reali esigenze del territorio nell’esclusivo interesse, ed al sevizio, della comunità.
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