(Carlo Carrillo) – Alle ore 12,00, presso la sala commissioni di palazzo Farnese, inizia la conferenza stampa convocata delle opposizioni. Un breve filmato di circa tre minuti, canovaccio fondamentale sulla situazione in cui versa lo stabilimento del solaro, introduce gli interventi dei consiglieri comunali sulle ragioni che li hanno spinti a formulare la richiesta di un consiglio comunale monotematico sulla questione Termale. Gaetano Cimmino, Amato, Antonio Cimmino, Ungano e Vozza, con la discreta presenza di Zingone, hanno fatto il punto sulla vicenda e ribadita la necessità di avviare un serio e fattivo confronto sulla vicenda al finedi poter rilanciare il termalismo&benessere nella città deputata, per eccellenza, ad offrire questi servizi in virtù della fondamentale ricchezza naturale di sorgenti e strutture di cui dispone. Le uniche azioni messe in campo da questa amministrazione, bando del parco idropinico e Project-Financing, sono entrambe fallite. Attività messe in campo che risultano pasticciate, generiche, superficiali e prive di contenuti, errori e proroghe nei procedimenti annessi, per non voler parlare dei toni esasperati che hanno dato seguito, su richiesta del sindaco, all’intervento della forza pubblica per cacciare via, in malo modo, i lavoratori ed i cittadini che partecipavano all’assise del 23 marzo u.s.. Una scelta molto grave che, per la prima volta a Castellammare ha visto il consiglio comunale svolgersi a porte chiuse, e che ha scavato un solco profondissimo tra le istituzioni ed i cittadini, segnando in negativo un livello mai raggiunto prima, considerati i toni inadeguati usati dal sindaco e dal suo vice.

Basti pensare che finanche un autorevole consigliere del P.D., che in aula pure aveva sostenuto e votato con convinzione la delibera sul Project Financig, ha laconicamente bollato “di fallimento” quel bando, senza voler considerare la richiesta della cosiddetta “ala dei moderati”, inoltrata al sindaco appena ieri, della necessità di avviare una “rivisitazione di deleghe e cariche amministrative”. Una richiesta che appare direttamente collegata al doppio fallimento legato alla vicenda termale oltre che sottolineare, con diplomazia, la scarsa incisività amministrativa nell’interesse della città e dei cittadini. Questa amministrazione mostra di accorgersi solo oggi della necessità di intavolare un ragionamento con la Regione Campania, dimenticando che questa strada l’hanno proposta ed intrapresa i lavoratori Termali già dal mese di dicembre 2016, tavoli regionali che si sono svolti anche con ascolti presenziati dallo stesso presidente De Luca e continuati con audizioni presso la commissione lavoro regionale, tavoli ai quali è purtroppo sempre, e solo, mancata la presenza dei consiglieri regionali del P.D. e della sua maggioranza. L’unico a parteciparvi è stato il sindaco che, evidentemente, comunica con il suo vice assessore alle partecipate, solo attraverso whaatsap che, oggi colpito da improvvisa folgorazione, sembra aver riscoperto l’importanza di interfacciarsi con la regione Campania dopo essere ritornati indietro esattamente di un anno. La richiesta di convocazione del consiglio comunale, dell’opposizione, parte da una richiesta di conferenza di capigruppo per affrontare il tema della commissione di indagine su tutto il disastro delle partecipate, e la maggioranza non si è presentata, il giorno 24 maggio è stato reso noto un comunicato all’esito del Project che, ribadendo la necessità di rilanciare il termalismo, chiedeva al sindaco di diventare protagonista e convocare un consiglio comunale laddove riferisse nel merito e la risposta è stata un fragoroso silenzio. Ed è solo in virtù di questa assenza che l’opposizione si è vista costretta a formulare la richiesta di un consiglio comunale sul tema. E’ impossibile che una questione così delicata ed importante viva solo di “acide” battute rilasciate ai giornali. La situazione è grave, gravissima, innanzitutto perché investe i lavoratori, poi coinvolge il patrimonio termale che si sta sfaldando sempre di più, l’economia della città considerato che commercianti, albergatori, una sottovalutazione evidente a seguito della chiusura delle terme. L’opposizione, davanti a queste situazioni è disponibile anche a ritirare la richiesta di convocazione del consiglio comunale, in quanto non è interessata a partecipare ad un consiglio comunale ove si celebrino “le ragioni delle opposizioni a fronte della scelta sbagliata operata dall’amministrazione compresa la cacciata dei lavoratori da quella seduta”, a condizione che il sindaco faccia un gesto, diversamente dalle cose emerse sulla stampa, sul tipo di quella apertura al mondo dell’imprenditoria dove si pretende di far passare quanto previsto da una legge, vedasi art. 183 che definisce con chiarezza quando un project parte dal pubblico o dal privato, come se fosse una disponibilità dell’amministrazione. Oggi quindi serve la regione, e se esiste la volontà politica seria bisogna riaprire la stazione della Circumvesuviana Terme, bisogna finanziare le piscine, occorre fare l’accordo sul centro di riabilitazione, urge intervenire per liberare risorse per la caserma cristallina, per la colonia dei ferrovieri e per il Leonardo Fea, in questo modo si rivitalizza un tessuto e diventa allettante per il privato poter intervenire. Bisogna creare un contesto favorevole all’investimento. Esiste la volontà di fare questo? Se esiste l’opposizione è pronta a sedersi ed a concordare un percorso mirato a realizzare questo progetto. Esiste la volontà di bloccare in assenza di questo progetto la vendita dei beni sint?  Esiste la volontà di convocare un tavolo con i sindacati, lavoratori, gli operatori economici di questa città per dire uniamoci e facciamo uno sforzo? Orbene, di fronte ad un atteggiamento di questo tipo, di fronte ad una disponibilità a rimettere in moto un percorso positivo, questa opposizione non ha certamente voglia di celebrare un consiglio comunale tanto per farlo, ma è stata costretta a convocarlo in assenza di un riscontro serio, di un luogo dove poter discutere e confrontarci, in disparte le battutacce pubblicate sui giornali, e pertanto rilancia ancora in termini propositivi visto che si continua a navigare a vista. Al sindaco un appello, ferma questo gioco feudale, porta a arenarsi, perché la città ha bisogno di ben altre risposte, possibilmente su di un progetto condiviso, forte di un elemento serio di collaborazione. Basta con la politica degli annunci. La vicenda di Terme, è difficile complicata, e se la si affronta con approssimazione si rischia di combinare grandi pasticci. Occorre un autorevole cambio di passo. Oggi resta solo una pagina bianca sulla quale bisogna scrivere, e bisogna scriverci il progetto. L’opposizione è interessata esclusivamente a questo, poiché bisogna rendere conto alla città. Quindi l’attesa è che il sindaco colga il positivo senso dell’iniziativa di questa mattina per tentare di ricostruire un clima di discussione e non una inutile e ostile contrapposizione.

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