(Red) – Una lettera amara e struggente, quella di Toni Pannullo, pubblicata dal Corriere del Mezzogiorno che esordisce all’insegna di un amaro ricordo partendo dalla firma di una sfiducia maturata, da ben 14 consiglieri comunali, in una sera di mezz’inverno nello studio di un notaio di Gragnano. Un cappello che, in una missiva scritta a proposito della candidatura di Castellammare a Capitale della Cultura europea, assume la connotazione di un messaggio mirato a voler svalutare, ridimensionandolo, il grande sforzo che sta producendo in questo particolare momento sia la città che tutti i membri del comitato d’onore a sostegno della candidatura. Una critica che fonda le sue “argomentazioni” sul dossier che ne spiegherebbe le motivazioni, definendolo misterioso, passando attraverso l’accusa dell’utilizzo “della solita retorica scontata” che, a suo avviso, renderebbe il dibattito “falso ed improduttivo”. “Può dispiacere – afferma l’ex sindaco – ma, per me, mettere in vetrina ancora oggi la città del Cantiere Navale più antico d’Europa, del Vespucci, delle 28 sorgenti, delle Terme e dell’Antica Stabiae, non porta nulla di buono. Nel senso che non si può immaginare il futuro della città se la si tiene legata a ciò che è stata nei tempi delle vacche grasse, e non la si inquadra invece nell’Italia di oggi e, soprattutto in quella del post-Covid di domani”. E continuando nella sua spietata analisi, il sindaco più breve della storia stabiese rincara la dose aggiungendo: “Magari diventassimo la Capitale della Cultura per cambiare, a tal proposito, registro! Perché, intanto, caro direttore, sa cosa siamo? Siamo la Cenerentola della Soprintendenza di Pompei visto che da ben 4 anni attendiamo il Museo Archeologico alla Reggia di Quisisana e, a oggi, al netto di qualche spot, non se ne vede la luce”. E poi giù continuando con la lista della lavandaia, al pari di qualsiasi altro cittadino a cui è capitato, per caso, di soffermarsi a riflettere sulle opere incomplete, o mai realizzate, nella propria città. Attenzione, les jeux sont faits, rien ne va plus, qui scrive al Corriere, sperando di suo pugno, un ex sindaco di una città tra le più importanti e popolose della provincia di Napoli, un uomo che ha gestito e governato la città, anche se la sua sindacatura è stata la più breve della storia stabiese, e se un uomo che ha governato la città riesce mentire anche sulla data della delibera che stabilisce l’istituzione del Museo Archeologico alla Reggia di Quisisana, confondendo modi e tempi, significa che siamo arrivati veramente alla frutta. Il “succo di Pannullo”, di evidente produzione propria, lo immaginiamo in netta scadenza, oltre che in decadenza, se riesce a motivare la Sua contrarietà alla candidatura di Capitale della Cultura su quello che, a suo avviso, poteva diventare Castellammare nella Sua visione amministrativa-programmatica rispetto a quella che è rimasta, o che diventerà, alla luce del progetto dell’amministrazione Cimmino; ma la verità è un’altra, non si può ragionare su questo tema con il senno di quanto sarebbe accaduto se la Sua amministrazione non fosse, così disonorevolmente, stata mandata a casa attraverso una normalissima, e legalissima, mozione di sfiducia che rientra tra le prerogative e le competenze dei consiglieri comunali. Proprio esattamente come accadde per il suo ex-amico Nicola Cuomo, un’operazione nella quale sembra che lo stesso “Breve” abbia messo lo zampino in quella ghiotta e praticabile opportunità che poi gli ha consentito di diventare sindaco nel 2016. Il contenuto della missiva al Corriere assomiglia molto di più ad un “Editto Elettorale”, un progetto politico sul quale contare per raccogliere qualche miserabile manciata di voti in più, ma sicuramente per niente utile alla causa, considerato che la Capitale della Cultura fonda i suoi principi sulla storia della città che compete, quindi sul passato e sulle attrattive storiche e naturali, e poi del resto per rimanere in tema bastava andare su Google e, attraverso Wikipedia.org, poter assumere questa semplice e naturale informazione di partenza: “La Capitale della Cultura Europea e stata concepita come un mezzo per avvicinare i vari cittadini europei, l’iniziativa “città europea della cultura” venne lanciata il 13 giugno 1985 dal Consiglio dei ministri su iniziativa di Melina Merkourī, che ricopriva l’incarico di Ministra della Cultura nel governo greco. Non a caso la prima città europea della cultura fu proprio Atene, nel 1985.[1] Da allora l’iniziativa ha avuto sempre più successo e un crescente impatto culturale e socio-economico per i numerosi visitatori che ha attratto nelle città scelte”. E poi, provando a domandarsi il perché fu scelta proprio Atene, il nostro ex sindaco poteva analizzare molto più seriamente a dare un contributo vero e positivo a questa interessante discussione su di un tema così importante. Anche la nostra redazione, nelle proprie desiderata, vorrebbe emulare il celebre ed importante Times sia per numero di lettori che per fatturato economico, e questo potrebbe solo accadere in un futuro prossimo, ma al momento non ci resta che prendere coscienza di quello che siamo oggi potendo contare sulla nostra breve e umile storia giornalistica scritta, attraverso il nostro modestissimo lavoro, con responsabilità e sacrificio. Ma Pannullo ha forse dimenticato troppo presto di aver ricoperto ruoli di alta responsabilità politica ed amministrativa in questa città ma, proviamo a domandarci, per quanto tempo ancora continuerà a rimanere ostaggio di quella tragica “ossessione” di un sindaco mandato a casa fin troppo presto, forse ancor prima di iniziare, e di non aver potuto completare il suo mandato? E preso atto della sua manifesta memoria corta sul tema, vogliamo provare a ricordare al “redivivo Toni” che alcune migliaia di cittadini, per visitare i pezzi del nostro patrimonio museale, quali affreschi e oggetti provenienti dalle ville d’otium portati in giro per il mondo da una Fondazione locale e precisamente nel 2004 allo Smithsonian Museum di Washington, per poi andare in tour in nove città americane, hanno atteso pazientemente in fila molte ore sotto il sole, per non parlare poi delle escursioni che passate da San Pietroburgo hanno completato il loro magnifico tour nelle altre capitali europee. E chest’è la cultura d’esportazione, ma è probabilmente quella che forse più gli aggrada a Pannullo, ma questa è un’altra storia ed attine la promozione turistica e culturale della nostra città. O no? Ah, saperlo!

https://www.focus.it/cultura/storia/gli-affreschi-dell-eta-dell-ozio-in-mostra-all-hermitage

https://www.vesuvianinn.com/fondazione-ras/#1558028750317-b1615e6e-9873

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