(Redazionale) – Che strana storia quella dell’Avis (solo omonima della nota associazione che riunisce donatori di sangue… nel caso in esame,invece, il plasma è quello degli stabiesi)… ebbene, questa storia coinvolge, tra i 52 lavoratori, molti ragazzi – poco più che trentenni – che risultano dipendenti della ex società di De Luca (anch’egli solo omonimo del bizzarro candidato del centro-sinistra campano) che ha chiuso i battenti nella città stabiese dal 1° Aprile 2009. Sono ragazzi, si dirà, che giustamente devono portare la “pagnotta a casa” e, come diceva il compianto Eduardo, “à pagnott è pagnott”; eppure, anche la cosiddetta pagnotta deve avere il suo giusto percorso politico e giuridico.
Se questi ragazzi (i quali, con tutto il rispetto dovuto, non risultano vincitori di alcun concorso, anche perché alcuni di loro quando la fabbrica ha chiuso i battenti indossavano pantaloni corti e curavano l’acne giovanile…) credono di intimidire (come pure altre volte è stato fatto) la libera stampa stabiese definendola “prezzolata” o minacciando addirittura ritorsioni fisiche… allora non vi è giustificazione che tenga, nemmeno quella della pagnotta. LA STAMPA NON SI TOCCA.
Sono anni, ormai, che questi ragazzi si rivolgono alla politica locale che, a loro avviso, dovrebbe favorire la loro ricollocazione nel mondo del lavoro (il loro sogno, come peraltro quello di molti trentenni, è di ricevere un bel badge del comune stabiese) e questo è anche giusto (il sogno in quanto tale…), purché, però, non si superino certi limiti di decenza. Evitando di contemplare le numerose volte che sono intervenuti in consiglio comunale, interrompendone spesso il normale svolgimento, a difesa dell’amministrazione di turno in difficoltà(sia di Cdx che di Csx) che, sempre a loro avviso, avrebbe dovuto risolvere il problema di una società privata(De Luca Group S.p.a.) che, una volta rilevata un area di 150.000 mq circa con relative strutture a prezzo di saldi, e dopo aver fruito dei vantaggi dello sgravio contributivo con l’assunzione ex novo di 38 unità più 14(a fronte delle 160 previste dall’accordo del 2004) per garantire la continuità del ciclo produttivo con 200.000 ore lavorative di commesse da FF.SS., ha chiuso definitivamente i battenti. Tanto in barba agli impegni assunti di salvaguardare minimi livelli occupazionali locali, nel mentre avrebbe dovuto partire contestualmente, sempre secondo l’accordo, con la bonifica dell’area. A seguito di questo ennesimo episodio di intolleranza, questa volta la misura è colma. Il nostro giornale, con la redazione tutta, resterà sempre vicino alla stampa, quella vera e libera, e per questo esprime ancora una volta la propria ferma e convinta solidarietà all’amico e collega Gennaro Manzo per gli improperi e le inique minacce subite.
Castellammare di Stabia lì 12/05/2015 LA REDAZIONE
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