(di Red) – Un’operazione lanciata su larga scala, da alcune forze politiche cittadine con promanazioni nazionali, è in corso da almeno un mese ai danni della città che diede i natali a Viviani e che, a ben guardare i contenuti delle interrogazioni parlamentari prodotte, non sembra destinata ad avere lunga vita. Tutto ha avuto inizio il 5 di dicembre scorso, ossia appena il tempo di prendere buona nota dei risultati dell’operazione Olimpo guidata a buon fine dalla Procura generale di Torre Annunziata. Indagini eseguite dalla DDA a partire dal 2012 al 2016 per circa quattro anni, periodo in cui sono emerse tante discrasie nonché curiosi rapporti e collusioni. Ma chi ha governato durante quegli anni a cui fanno riferimento le indagini che hanno portato alla conclusione, e rese pubbliche, l’ordinanza afferente l’operazione Olimpo? Proviamo a fare chiarezza. Dopo la “débâcle” di Bobbio, avvenuta il 29 novembre 2012 sul bilancio di previsione, subentrò il Commissario Prefettizio Bonadies a seguito della nomina ricevuta dalla Prefettura di Napoli, a seguire poi le amministrative comunali del giugno 2013 che videro prevalere l’ex segretario del P.D. stabiese, Nicola Cuomo, che fu supportato dallo stesso P.D., alleato con Sel ed Idv, e con il sostegno di liste civiche in rappresentanza della società civile. Il 9 di ottobre, dell’anno 2015, fu fatale per Nicola Cuomo, infatti il sindaco fu spedito a casa attraverso un “atto notarile” con la firma in calce delle opposizioni e di ben 6 consiglieri comunali della maggioranza, di cui ben quattro dalle fila del partito Democrat. Altro giro, altra corsa, ed ecco che il Prefetto di Napoli, Maria Gerarda Pantaleone, si vide costretta a nominare un nuovo Commissario Prefettizio che fu individuato nella persona del dott. Vaccaro. Nuove elezioni furono fissate per i primi giorni di giugno 2016 e, dopo un accanita sfida elettorale prolungatasi fino al ballottaggio, la città si ritrovò a registrare ancora una vittoria del centrosinistra stabiese capeggiato, questa volta, dal Piddino Tony Pannullo. Appena il tempo di insediarsi, di confermare in toto tutta la linea amministrativa tracciata dal suo predecessore, ecco che Pannullo si ritrova a dover fare i conti con una maggioranza litigiosa ed esigente che, invece di ponderare e governare la città, pensava bene ad organizzarsi in bande per costringere la città a cadere in ginocchio. Il 5 di febbraio 2018 l’epilogo, altro incontro delle opposizioni, con un cospicuo numero di consiglieri della maggioranza e sempre attraverso uno sfratto, notificato per il tramite di un ennesimo “atto notarile”, decidono la cacciata del sindaco soprannominato “Tonino il breve” che al governo della città, nel frattempo, è riuscito a resistere appena 18 mesi che rappresentano il periodo più breve mai registrato nella storia democratica di Castellammare. Ancora una volta punto e a capo, e la Prefettura di Napoli provvede alla nomina di un nuovo Commissario Prefettizio, Gaetano Cupello, che ha accompagnato, come i suoi predecessori, la città delle acque alla terza consultazione amministrativa nel giro di appena otto anni. Nel ballottaggio del 24 giugno 2018 Gaetano Cimmino, contrapposto all’ex vicesindaco di Pannullo, viene premiato dal consenso degli elettori e, dopo ben sei anni, il centrodestra torna al governo della città. Nel frattempo il lavoro della DDA, un attività che trova la sua conclusione attraverso l’ordinanza Olimpo resa nota ai primi di dicembre 2018. Poi il comportamento del centrosinistra che, con l’apporto dei grillini, tenta di buttarla in caciara producendo polemiche ed interrogazioni becere, finalizzate ad infangare la comunità stabiese, nel rissoso tentativo di far arrivare in città la Commissione di Accesso per puntare, strumentalmente, ad un eventuale e strategico scioglimento del Consiglio Comunale. Una sola volta Castellammare, nella sua lunga storia democratica, ha dovuto registrare l’arrivo di una Commissione di aìAccesso che ne controllasse attività legate alla regolarità di atti amministrativi ed eventuali infiltrazioni camorristiche nella macchina amministrativa comunale, e tanto è accaduto precisamente nel 2009, anno in cui fu barbaramente trucidato il consigliere comunale Gino Tommasino, ed allora la Commissione di Accesso fu inviata proprio per verificare la legalità degli atti prodotti nel suo percorso dall’amministrazione dell’epoca. Al solo fine di ricordare una verità storica, vogliamo sottolineare che quella Commissione di Accesso generò un documento riservato con ben dieci prescrizioni da adempiere. Orbene, furono rilevate gravi difformità e l’amministrazione dell’epoca, per non incorrere nello scioglimento, si ritrovò a dover ottemperare nella pienezza. Oggi, come allora, dopo anni di governo del centrosinistra si ripropone lo stesso scenario, ma il paradosso più evidente è rappresentato dalle forzature che, lo stesso centrosinistra in sinergia con i grillini, stanno tentando di attivare attraverso un’azione politica volta a voler puntare il dito contro chi, così come i fatti emersi ben testimoniano, non c’entra per nulla in questa maledetta storia. Ma come mai ben TRE Commissari Prefettizi non si sarebbero accorti di tutto questo? E non sarebbe il caso di chiedersi chi è il “burattinaio” e/o grande vecchio che si cela dietro questa brutta storia? E quali sono i veri motivi che spingerebbero, questo instancabile “burattinaio”, ad organizzare tutta questa caciara? Ah, saperlo!!!
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