(Red) – Questa è l’Italia dei paradossi che, molto spesso, determinano grandi ingiustizie della P.A. ai danni degli incolpevoli cittadini. Veniamo ai fatti. Un giovane cittadino stabiese, circa 45 anni orsono, parte per il servizio militare di leva, al tempo obbligatoria, e durante l’espletamento del servizio si infortuna in maniera abbastanza seria. Avendo compilato il Mod.17, come da prassi, e dopo aver sostenuto una serie di visite mediche a cura di almeno due “Commissioni mediche ospedaliere militari”, al soggetto interessato venne riconosciuto un “infortunio in servizio e per causa di servizio” ascrivibile alla Tab. A 8^ Ctg., e pertanto quale avente diritto al riconoscimento dell’equo indennizzo (producendo apposita istanza) e di un vitalizio da erogare, a cura dello Stato, in ottemperanza a quanto previsto dall’apposita tabella corrispondente. Cosa significa per causa di servizio? Per “causa di servizio” si intende comunemente il riconoscimento, della dipendenza dal servizio, di una infermità o di lesioni fisiche contratte a causa del servizio prestato. Tanto è previsto per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche in generale, gli appartenenti alle Forze di polizia ed alle Forze armate ed altre categorie indicate nel d.P.R. 1092/1973; il riconoscimento di tale dipendenza da causa di servizio può dare pertanto diritto ad alcuni benefici. Pertanto, la causa di servizio non è altro che la pratica con cui viene riconosciuta un’infermità, o una lesione fisica, contratta durante il servizio prestato e proprio per questo le infermità riconosciute vengono definite dipendenti da causa di servizio. A tal proposito la normativa è molto chiara nonché inconfutabilmente precisa, si tratta dunque di un indennizzo equiparabile ad un normale infortunio contratto in servizio da un lavoratore privato, per cui al posto dell’Inail si trova semplicemente lo Stato che è obbligato a corrispondere un’indennità vitalizia(non si tratta di una pensione) a mò di risarcimento per il danno fisico riportato. Oggi l’Inps, in virtù di un mero errore di inquadramento del vitalizio da corrispondere al militare infortunato, avendolo erroneamente classificato quale trattamento pensionistico, nega il sacrosanto diritto ad un lavoratore, oggi un uomo anziano. che pur avendo maturato i requisiti previsti dalla legge “Quota 100”, ha trascorso la sua vita al servizio dello Stato nell’ attesa di poter veder gratificati i propri sacrifici con l’agognata liquidazione e relative spettanze pensionistiche. Tutto ciò solo in conseguenza di un errore che va fatto risalire all’istituto, INPS, che dovrebbe risolvere, e pure quanto prima, un problema di ineffabile burocrazia determinato da un mero errore di carattere amministrativo. Chest’è l’Inps!

A tal proposito, e per maggior chiarezza, si allega la tabella delle infermità.   

Tabelle lesioni infermità

TABELLA A

​LESIONI ED INFERMITÀ CHE DANNO DIRITTO A PENSIONE VITALIZIA O AD ASSEGNO TEMPORANEO


Prima categoria

  1. La perdita dei quattro arti fino al limite della perdita totale delle due mani e dei due piedi insieme.
  2. La perdita di tre arti fino al limite della perdita delle due mani e di un piede insieme.
  3. La perdita di ambo gli arti superiori fino al limite della perdita totale delle due mani.
  4. La perdita di due arti, superiore ed inferiore (disarticolazione o amputazione del braccio e della coscia).
  5. La perdita totale di una mano e dei due piedi.
  6. La perdita totale di una mano e di un piede.
  7. La disarticolazione di un’anca; l’anchilosi completa della stessa, se unita a grave alterazione funzionale del ginocchio corrispondente.
  8. La disarticolazione di un braccio o l’amputazione di esso all’altezza del collo chirurgico dell’omero.
  9. L’amputazione di coscia o gamba a qualunque altezza, con moncone residuo improtesizzabile in modo assoluto e permanente.
  10. La perdita di una coscia a qualunque altezza con moncone protesizzabile, ma con grave artrosi dell’anca o del ginocchio dell’arto superstite.
  11. La perdita di ambo gli arti inferiori sino al limite della perdita totale dei piedi.
  12. La perdita totale di tutte le dita delle mani ovvero la perdita totale dei, due politici e di altre sette o sei dita.
  13. La perdita totale di un pollice e di altre otto dita delle mani, ovvero la perdita totale delle cinque dita di una mano e delle prime due dell’altra.
  14. La perdita totale di sei dita delle mani compresi i pollici e gli indici o la perdita totale di otto dita delle mani compreso o non uno dei pollici.
  15. Le distruzioni di ossa della faccia, specie dei mascellari e tutti gli altri esiti di lesioni grave della faccia e della bocca tali da determinare grave ostacolo alla masticazione e alla deglutizione si da costringere a speciale alimentazione.
  16. L’anchilosi temporo-mandibolare completa e permanente.
  17. L’immobilità completa permanente del capo in flessione o in estensione, oppure la rigidità totale e permanente del rachide con notevole incurvamento.
  18. Le alterazioni polmonari ed extra polmonari di natura tubercolare e tutte le altre infermità organiche e funzionali permanenti e gravi al punto da determinare una assoluta incapacità al lavoro proficuo.
  19. Fibrosi polmonare diffusa con enfisema bolloso o stato bronchiectasico e cuore polmonare grave.
  20. Cardiopatie organiche in stato di permanente scompenso o con grave e permanente insufficienza coronarica ecg. accertata.
  21. Gli aneurismi dei grossi vasi arteriosi del collo e del tronco, quando, per sede, volume o grado di evoluzione determinano assoluta incapacità lavorativa.
  22. Tumori maligni a rapida evoluzione.
  23. La fistola gastrica, intestinale, epatica, pancreatica, splenica, rettovescica ribelle ad ogni cura e l’ano preternaturale.
  24. Incontinenza delle feci grave e permanente da lesione organica.
  25. Il diabete mellito ed il diabete insipido entrambi di notevole gravità.
  26. Esiti di nefrectomia con grave compromissione permanente del rene superstite (iperazotemia, ipertensione e complicazioni cardiache) o tali da necessitare trattamento emodialitico protratto nel tempo.
  27. Castrazione e perdita pressoché totale del pene.
  28. Tutte le alterazioni delle facoltà mentali (sindrome schizofrenica, demenza paralitica, demenze traumatiche, demenza epilettica, distimie gravi, ecc.) che rendano l’individuo incapace a qualsiasi attività.
  29. Le lesioni del sistema nervoso centrale; (encefalo e midollo spinale) con conseguenze gravi e permanenti di grado tale da apportare profondi e irreparabili perturbamenti alle funzioni più necessarie alla vita organica e sociale o da determinare incapacità a lavoro proficuo.
  30. Sordità bilaterale organica assoluta e permanente accertata con esame audiometrico.
  31. Sordità bilaterale organica assoluta e permanente quando si accompagni alla perdita o a disturbi gravi e permanenti della favella o a disturbi della sfera psichica e dell’equilibrio statico-dinamico.
  32. Esiti di laringectomia totale.
  33. Le alterazioni organiche ed irreparabili di ambo gli occhi che abbiano prodotto cecità bilaterale assoluta e permanente.
  34. Le alterazioni organiche ed irreparabili di ambo gli occhi tali da ridurre l’acutezza visiva binoculare da 1/100 a meno di 150.
  35. Le alterazioni organiche ed irreparabili di un occhio, che ne abbiano prodotto cecità assoluta e permanente con l’acutezza visiva dell’altro ridotta tra 1/50 e 3/50 della normale (vedansi avvertenze alle tabelle A e B-c).

Seconda categoria

  1. Le distruzioni di ossa della faccia, specie dei mascellari e tutti gli altri esiti di lesione grave della faccia stessa e della bocca tali da menomare notevolmente la masticazione, la deglutizione o la favella oppure da apportare evidenti deformità, nonostante la protesi.
  2. L’anchilosi temporo-mandibolare incompleta, ma grave e permanente con notevole riduzione della funzione masticatoria.
  3. L’artrite cronica che, per la molteplicità e l’importanza delle articolazioni colpite, abbia menomato gravemente la funzione di due o più arti.
  4. La perdita di un braccio o avambraccio sopra il terzo inferiore.
  5. La perdita totale delle cinque dita di una mano e di due delle ultime quattro dita dell’altra.
  6. La perdita di una coscia a qualunque altezza.
  7. L’amputazione medio tarsica o la sotto astragalica dei due piedi.
  8. Anchilosi completa dell’anca o quella in flessione del ginocchio.
  9. Le affezioni polmonari ed extra polmonari di natura tubercolare che per la loro gravità non siano tali da ascrivere alla prima categoria.
  10. Le lesioni gravi e permanenti dell’apparato respiratorio o di altri apparati organici determinate dall’azione di gas nocivi.
  11. Bronchite cronica diffusa con bronchiestasie ed enfisema di notevole grado.
  12. Tutte le altre lesioni od affezioni organiche della laringe, della trachea che arrechino grave e permanente dissesto alla funzione respiratoria.
  13. Cardiopatie con sintomi di scompenso di entità tali da non essere ascrivibili alla prima categoria.
  14. Gli aneurismi dei grossi vasi arteriosi del tronco e del collo, quando per la loro gravità non debbano ascriversi alla prima categoria.
  15. Le affezioni gastro-enteriche e delle ghiandole annesse con grave e permanente deperimento organico.
  16. Stenosi esofagee di alto grado, con deperimento organico.
  17. La perdita della lingua.
  18. Le lesioni o affezioni gravi e permanenti dell’apparato urinario salvo, che per la loro entità, non siano ascrivibili alla categoria superiore.
  19. Le affezioni gravi e permanenti degli organi emopoietici.
  20. Ipoacusia bilaterale superiore al 90% con voce di conversazione gridata ad concham senza affezioni purulente dell’orecchio medio.
  21. Le alterazioni organiche ed irreparabili di ambo gli occhi tali da ridurre l’acutezza visiva binoculare tra i 1/50 e 3/50 della normale.
  22. Castrazione o perdita pressoché totale del pene.
  23. Le paralisi permanenti sia di origine centrale che periferica interessanti i muscoli o gruppi muscolari che presiedono a funzioni essenziali della vita e che, per i caratteri e la durata, si giudichino inguaribili.

Terza categoria

  1. La perdita totale di una mano o delle sue cinque dita, ovvero la perdita totale di cinque dita tra le mani compresi i due pollici.
  2. La perdita totale del pollice e dell’indice delle due mani.
  3. La perdita totale di ambo gli indici e di altre cinque dita fra le mani che non siano i pollici.
  4. La perdita totale di un pollice insieme con quella di un indice e di altre quattro dita fra le mani con integrità dell’altro pollice.
  5. La perdita di una gamba sopra il terzo inferiore.
  6. L’amputazione tarso-metatarsica dei due piedi.
  7. L’anchilosi totale di una spalla in posizione viziata e non parallela all’asse del corpo.
  8. Labirintiti e labirintosi con stato vertiginoso grave e permanente.
  9. La perdita o i disturbi gravi della favella.
  10. L’epilessia con manifestazioni frequenti.
  11. Le alterazioni organiche e irreparabili di un occhio, che abbiano prodotto cecità assoluta e permanente, con l’acutezza visiva dell’altro ridotta tra 4/50 e 1/10 della normale.

Quarta categoria

  1. L’anchilosi totale di una spalla in posizione parallela all’asse del corpo.
  2. La perdita totale delle ultime quattro dita di una mano o delle prime tre dita di essa.
  3. La perdita totale di tre dita tra le due mani compresi ambo i pollici.
  4. La perdita totale di un pollice e dei due indici.
  5. La perdita totale di uno dei pollici e di altre quattro dita fra le due mani esclusi gli indici e l’altro pollice.
  6. La perdita totale di un indice e di altre sei o cinque dita fra le due mani che noti siano i pollici.
  7. La perdita di una gamba al terzo inferiore.
  8. La lussazione irriducibile di una delle grandi articolazioni, ovvero gli esiti permanenti delle fratture di ossa principali (pseudo artrosi, calli molto deformi, ecc.) che ledano notevolmente le funzioni di un arto.
  9. Le malattie di cuore senza sintomi di scompenso evidenti, ma con stato di latente insufficienza del miocardio.
  10. Calcolosi renale e bilaterale con accessi dolorosi frequenti e con persistente compromissione della funzione emuntoria.
  11. L’epilessia ammenoché per la frequenza e la gravità delle sue manifestazioni non sia da ascriversi a categorie superiori.
  12. Psico-nevrosi gravi (fobie persistenti).
  13. Le paralisi periferiche che comportino disturbi notevoli della zona innervata.
  14. Pansinusiti purulente croniche bilaterali con nevralgia del trigemino.
  15. Otite media purulenta cronica bilaterale con voce di conversazione percepita ad concham.
  16. Otite media purulenta cronica bilaterale con complicazioni (carie degli ossicini, esclusa quella limitata al manico del martello, coesteatomi, granulazioni).
  17. Labirintiti e labirintosi con stato vertiginoso di media gravità.
  18. Le alterazioni organiche e irreparabili di ambo gli occhi tali da ridurre l’acutezza visiva binoculare tra 4/50 e 1/10 della normale.
  19. Le alterazioni organiche e irreparabili di un occhio che rie abbiano prodotto cecità assoluta e permanente, con l’acutezza visiva dell’altro ridotta tra 2/10 e 3/10 della normale.
  20. Le alterazioni irreparabili della visione periferica sotto forma di emianopsia bilaterale.
  21. Le alterazioni organiche ed irreparabili di un occhio che ne abbiano prodotto cecità assoluta e permanente, con alterazioni pure irreversibili della visione periferica dell’altro, sotto forma di restringimento concentrico del campo visivo di tale grado da lasciarne libera soltanto la zona centrale o le zone più prossime al centro, oppure sotto forma di lacune di tale ampiezza da occupare una metà del campo visivo stesso o settori equivalenti.

 Quinta categoria

  1. L’anchilosi totale di un gomito in estensione completa o quasi.
  2. La perdita totale del pollice e dell’indice di una mano.
  3. La perdita totale di ambo i pollici.
  4. La perdita totale di uno dei pollici e di altre tre dita tra le mani che non siano gli indici e l’altro pollice.
  5. La perdita totale di uno degli indici e di altre quattro dita fra le mani che non siano il pollice e l’altro indice.
  6. La perdita di due falangi di otto e sette dita fra le mani che non siano quelle dei pollici.
  7. La perdita della falange ungueale di otto dita compresa quella dei pollici.
  8. La perdita di un piede ovvero l’amputazione unilaterale medio-tarsica o la sotto astragalica.
  9. La perdita totale delle dita dei piedi o di nove od otto dita compresi gli alluci.
  10. La tubercolosi polmonare allo stato di esiti estesi, ma clinicamente stabilizzati, sempre previo accertamento stratigrafico, quando essi per la loro entità non determinino grave dissesto alla funzione respiratoria.
  11. Gli esiti di affezione tubercolare extra polmonare, quando per la loro entità e localizzazione non comportino assegnazioni a categoria superiore o inferiore.
  12. Le malattie organiche di cuore senza segno di scompenso.
  13. L’arteriosclerosi diffusa e manifesta.
  14. Gli aneurismi arteriosi o arterovenosi degli arti che ne ostacolano notevolmente la funzione.
  15. Le nefriti o le nefrosi croniche.
  16. Diabete mellito o insipido di media gravità.
  17. L’ernia viscerale molto voluminosa o che, a prescindere dal suo volume, sia accompagnata da gravi e permanenti complicazioni.
  18. Otite media purulenta cronica bilaterale senza complicazioni con voce di conversazione percepita a 50 cm accertata con esame audiometrico. Otite media e cronica unilaterale con complicazioni (carie degli ossicini, esclusa quella limitata al manico del martello, colesteatoma, granulazioni).
  19. La diminuzione bilaterale permanente dell’udito non accompagnata da affezioni purulente dell’orecchio medio, quando l’audizione della voce di conversazione sia ridotta ad concham.
  20. Le alterazioni organiche ed irreparabili di ambo gli occhi tali da ridurre l’acutezza visiva binoculare, tra 2/10 e 3/10 della normale.
  21. Le alterazioni organiche ed irreparabili di un occhio, che ne abbiano prodotto cecità assoluta e permanente, con l’acutezza visiva dell’altro ridotta tra 4/10 e 7/10 della normale.
  22. La perdita anatomica di un bulbo oculare, non protesizzabile, essendo l’altro integro.
  23. Le alterazioni organiche ed irreparabili della visione periferica di entrambi gli occhi, sotto forma di restringimento concentrico del campo visivo di tale grado da lasciarne libera soltanto la zona centrale, o le zone più prossime al centro, oppure sotto forma di lacune di tale ampiezza da occupare una metà del campo visivo stesso o settori equivalenti.

Sesta categoria

  1. Le cicatrici estese e profonde del cranio con perdita di sostanza delle ossa in tutto il loro spessore, senza disturbi funzionali del cervello.
  2. L’anchilosi totale di un gomito in flessione completa o quasi.
  3. La perdita totale di un pollice insieme con quella del corrispondente metacarpo ovvero insieme con la perdita totale di una delle ultime tre dita della stessa mano.
  4. La perdita totale di uno degli indici e di altre tre dita fra le mani, che non siano i pollici e l’altro indice.
  5. La perdita totale di cinque dita fra le mani che siano le ultime tre dell’una e due delle ultime tre dell’altra.
  6. La perdita totale di uno dei pollici insieme con quella di altre due dita fra le mani esclusi gli indici e l’altro pollice.
  7. La perdita totale delle tre ultime dita di una mano.
  8. La perdita delle due ultime falangi delle ultime quattro dita di una mano, ovvero la perdita delle due ultime falangi di sei o cinque dita fra le mani, che non siano quelle dei pollici.
  9. La perdita della falange ungueale di sette o sei dita fra le mani, compresa quella dei due pollici, oppure la perdita della falange ungueale di otto dita fra le mani compresa quella di uno dei due pollici.
  10. L’amputazione tarso-metatarsica di un solo piede.
  11. La perdita totale di sette o sei dita dei piedi compresi i due alluci.
  12. La perdita totale di nove od otto dita dei piedi compreso un alluce.
  13. La perdita totale dei due alluci e dei corrispondenti metatarsi.
  14. Ulcera gastrica o duodenale, radiologicamente accertata, o gli esiti di gastroenterostomia con neostoma ben funzionale.
  15. Morbo di Basedow che per la sua entità non sia da scrivere a categoria superiore.
  16. Nefrectomia con integrità del rene superstite.
  17. Psico-nevrosi di media entità.
  18. Le nevriti ed i loro esiti permanenti.
  19. Sinusiti purulente croniche o vegetanti con nevralgia.
  20. La diminuzione bilaterale permanente dell’udito, non accompagnata da affezioni purulente dell’orecchio medio, quando l’audizione della voce di conversazione sia ridotta alla distanza di 50 cm.
  21. Le alterazioni organiche ed irreparabili di un occhio che ne abbiano prodotto una riduzione dell’acutezza visiva al di sotto di 1/50, con l’acutezza visiva dell’altro normale, o ridotta fino a 7/10 della normale.

Settima categoria

  1. Le cicatrici della faccia che costituiscono notevole deformità. Le cicatrici di qualsiasi altra parte del corpo estese e dolorose o aderenti o retratte che siano facili ad ulcerarsi o comportino apprezzabili disturbi funzionali, ammenoché per la loro gravità non siano da equipararsi ad infermità di cui alle categorie precedenti.
  2. L’anchilosi completa dell’articolazione radiocarpica.
  3. La perdita totale di quattro dita fra le mani, che non siano i pollici né gli indici.
  4. La perdita totale dei due indici.
  5. La perdita totale di un pollice.
  6. La perdita totale di uno degli indici e di due altre dita fra le mani che non siano i pollici o l’altro indice.
  7. La perdita delle due falangi dell’indice e di quelle di altre tre dita fra le mani che non siano quelle dei pollici.
  8. La perdita della falange ungueale di tutte le dita di una mano, oppure la perdita della falange ungueale di sette o sei dita tra le mani compresa quella di un pollice.
  9. La perdita della falange ungueale di cinque, quattro o tre dita delle mani compresa quella dei due pollici.
  10. La perdita della falange ungueale di otto o sette dita fra le mani che non sia quella dei pollici.
  11. La perdita totale da cinque a tre dita dei piedi, compresi gli alluci.
  12. La perdita totale di sette o sei dita tra i piedi, compreso un alluce, oppure di tutte o delle prime quattro dita di un piede.
  13. La perdita totale di otto o sette dita tra i piedi, che non siano gli alluci.
  14. La perdita delle due falangi o di quella ungueale dei due alluci insieme con la perdita della falange ungueale di altre dita comprese fra otto e cinque.
  15. L’anchilosi completa dei piedi (tibio-tarsica) senza deviazione e senza notevole disturbo della deambulazione.
  16. L’anchilosi in estensione del ginocchio.
  17. Bronchite cronica diffusa con modico enfisema.
  18. Esiti di pleurite basale bilaterale, oppure esiti estesi di pleurite monolaterale di sospetta natura tbc.
  19. Nevrosi cardiaca grave e persistente.
  20. Le varici molto voluminose con molteplici grossi nodi ed i loro esiti, nonché i reliquati delle flebiti dimostratisi ribelli alle cure.
  21. Le emorroidi voluminose e ulcerate con prolasso rettale; le fistole anali secernenti.
  22. Laparocele voluminoso.
  23. Gastroduodenite cronica.
  24. Esiti di resezione gastrica.
  25. Colecistite cronica con disfunzione epatica persistente.
  26. Calcolosi renale senza compromissione della funzione emuntoria.
  27. Isteronevrosi di media gravità.
  28. Perdita totale di due padiglioni auricolari.
  29. La diminuzione bilaterale permanente dell’udito non accompagnata da affezioni purulente dell’orecchio medio, quando l’audizione della voce di conversazione sia ridotta ad un metro, accertata con esame audiometrico.
  30. Esito di intervento radicale (antroatticotomia) con voce di conversazione percepita a non meno di un metro.
  31. Le alterazioni organiche ed irreparabili di un occhio, essendo l’altro integro, che ne riducano l’acutezza visiva fra 1/50 e 3/50 della normale.
  32. Le alterazioni organiche ed irreparabili della visione periferica di un occhio (avendo l’altro occhio visione centrale o periferica normale), sotto forma di restringimento concentrico del campo visivo di tale grado da lasciarne libera soltanto la zona centrale, o le zone più prossime al centro, oppure sotto forma di lacune di tale ampiezza da occupare una metà del capo visivo stesso, o settori equivalenti.

Ottava categoria

  1. Gli esiti delle lesioni boccali che producano disturbi della masticazione, della deglutizione o della parola, congiuntamente o separatamente che per la loro entità non siano da ascrivere a categorie superiori.
  2. La perdita della maggior parte dei denti oppure la perdita di tutti i denti della arcata inferiore. La paradentosi diffusa, ribelle alle cure associata a parziale perdita dentaria.
  3. La perdita della falange ungueale dei due pollici.
  4. La perdita totale di tre dita fra le mani che non siano i pollici né gli indici.
  5. La perdita totale di uno degli indici e di un dito della stessa mano escluso il pollice.
  6. La perdita di due falangi dell’indice insieme a quella delle ultime falangi di altre due dita della stessa mano escluso il pollice.
  7. La perdita della falange ungueale delle prime tre dita di una mano.
  8. La perdita totale di cinque o quattro dita fra i piedi compreso un alluce o delle ultime quattro dita di un solo piede.
  9. La perdita totale di sei o cinque dita fra i piedi che non siano gli alluci.
  10. La perdita di un alluce o della falange ungueale di esso, insieme con la perdita della falange di altre dita dei piedi comprese fra otto o sei.
  11. La perdita di un alluce e del corrispondente metatarso.
  12. L’anchilosi tibio-tarsica di un solo piede senza deviazione di esso e senza notevole disturbo della deambulazione.
  13. L’accorciamento non minore di tre centimetri di un arto inferiore, a meno che non apporti disturbi tali nella statica o nella deambulazione da essere compreso nelle categorie precedenti.
  14. Bronchite cronica.
  15. Gli esiti di pleurite basale o apicale monolaterali di sospetta natura tubercolare.
  16. Gli esiti di empiema non tubercolare.
  17. Disturbi funzionali cardiaci persistenti (nevrosi, tachicardia, extra sistolia).
  18. Gastrite cronica.
  19. Colite catarrale cronica o colite spastica postamebica.
  20. Varici degli arti inferiori nodose e diffuse.
  21. Emorroidi voluminose procidenti.
  22. Colecistite cronica o esiti di colecistectomia con persistente disepatismo.
  23. Cistite cronica.
  24. Sindromi nevrosiche lievi, ma persistenti.
  25. Ritenzione parenchimale o endocavitaria di proiettile o di schegge senza fatti reattivi apprezzabili.
  26. Ernie viscerali non contenibili.
  27. Emicastrazione.
  28. Perdita totale di un padiglione auricolare.
  29. Sordità unilaterale assoluta e permanente o ipoacusia unilaterale con perdita uditiva superiore al 90% (voce gridata ad concham) accertata con esame audiometrico.
  30. La diminuzione bilaterale permanente dell’udito, non accompagnata da affezione purulenta dell’orecchio medio, quando l’audizione della voce di conversazione sia ridotta a due metri, accertata con esame audiometrico.
  31. Otite media purulenta cronica semplice.
  32. Stenosi bilaterale del naso di notevole grado.
  33. Le alterazioni organiche ed irreparabili di un occhio, essendo l’altro integro, che ne riducano l’acutezza visiva tra 4/50 e 3/10 della normale.
  34. Dacriocistite purulenta cronica.
  35. Congiuntiviti manifestamente croniche.
  36. 3 Le cicatrici delle palpebre congiuntivali, provocanti disturbi oculari di rilievo (ectropion, entropion, simblefaron, lagoftalmo).

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