(Red) – A distanza di molti mesi, rispetto ad un interrogazione prodotta da Futuro Democratico sulla vicenda rifiuti e dagli interventi sullo stesso tema dei consiglieri Cuomo (FD) e Mario D’Apuzzo (capo dell’opposizione di Cdx), su espressa richiesta inoltrata dal Sindaco Vicinanza al Presidente del Consiglio è finalmente approdata nell’aula Falcone&Borsellino la questione afferente l’igiene urbana, e la sua gestione, nella ex città delle acque. Un consiglio comunale anomalo, alla luce degli interventi di molti consiglieri in aula, che ha visto protagonista e “bersaglio”, del “fuoco amico” il dirigente del settore ambiente Giovanni Miranda. Ma veniamo ai fatti. Dopo l’introduzione del Presidente del Consiglio sul citato punto all’ordinatorio il quale (inottemperante alla disposizione che prevede, previa nullità dello stesso, la convocazione dell’assise comunale con annesso ordine del giorno stabilisce che quest’ultimo è obbligatorio e deve essere chiaro e completo, e pertanto mai generico come nel caso di specie) si è aperta comunque la discussione con l’intervento della battagliera consigliera Iovino. Dopo le puntualizzazioni dell’esponente di F.D. si è sviluppato un dibattito molto articolato ed interessante, valutato che dagli interventi dei consiglieri sono venute fuori tantissime problematiche legate alla modalità gestionale relativa alla vicenda rifiuti. Dall’intervento della consigliera De Simone del Cdx alle pesantissime considerazioni dei consiglieri Cuomo e Apuzzo del Csx, è stato un vero e proprio tiro al piccione con Miranda nelle vesti di un volatile sbigottito e indifeso. Le questioni dispiegate al centro del dibattito sono partite da molteplici interrogativi messi in campo dai Consiglieri Comunali che si sono così susseguiti, partendo dal dato oggettivo che, per obbligo contrattuale, la società dovrebbe risiedere nel territorio stabiese è stato chiesto: “Con quali manifestazioni di interesse l’azienda sta cercando l’area in questione? Dai documenti in possesso di tutti i consiglieri comunali, risulta che, dopo 21 mesi, la sede operativa si trovi ancora nel comune di Sant’Antonio Abate. Quali e quante sanzioni sono state applicate alla ditta? Considerato che questa situazione comporta un danno al comune in termini di orario di lavoro (i tempi di percorrenza di andata e ritorno riducono le ore effettive di lavoro sul territorio comunale), si valuti se si è costituito un danno erariale dopo 21 mesi dall’inizio dell’appalto”. Ed ancora per quanto concerne la questione degli automezzi: “Il capitolato prevede 89 automezzi di vario tipo, oltre agli ulteriori automezzi previsti dall’offerta migliorativa, di cui non abbiamo ancora conoscenza. A pagina 59 del capitolato, si evince che il canone annuo copre un costo di € 1.621.733,54 per automezzi nuovi di fabbrica e per la loro gestione. Dai documenti inviati dal DEC, risulta che, dopo 21 mesi, il parco automezzi è ancora incompleto e che molti veicoli non rispettano la soglia dei 5 anni dall’immatricolazione. L’Articolo 16 del capitolato (pagina 19) è chiaro: per il mancato rispetto della disponibilità degli automezzi è prevista una penale fino a € 1.000 al giorno per inadempienza e € 150 al giorno per il ritardo nella consegna degli automezzi. Dopo 21 mesi, quali sono le penali applicate? Chiediamo ai Revisori dei Conti di verificare se sono state applicate tutte le penali previste dal capitolato nei 21 mesi di appalto e se si è costituito un danno erariale”. Per quanto attiene la questione del personale è stato sottolineato: “A pagina 53 del capitolato sono indicate le linee guida e le unità lavorative per il passaggio di cantiere (Art. 6 del contratto collettivo di categoria), che prevede 138 lavoratori, un numero insufficiente a coprire il servizio. Preso atto che il capitolato stabilisce che l’azienda aggiudicataria debba prevedere l’assunzione di ulteriori 8 unità con inquadramento 2B, nel rispetto del Testo Unico sull’Ambiente (D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.) e della Legge Regionale n. 14/2016. Inoltre, vieta all’azienda di sostituire il personale uscente (per pensionamento, licenziamento, ecc.) con contratti a tempo determinato (pagina 29). Dai documenti inviati dal DEC, risultano due elenchi di lavoratori e un accordo sindacale (da verificare), non firmato da tutte le organizzazioni sindacali presenti in azienda, che riconosce ad altri lavoratori il diritto al passaggio di cantiere ex Art. 6 del CCNL di categoria”. A tal proposito è stato chiesto al Dirigente : “È stata applicata la normativa regionale in materia di assunzioni prevista dal capitolato? Avete verificato se le unità aggiunte con l’accordo sindacale possedevano i requisiti dell’Art. 6 del CCNL per il passaggio di cantiere? Come è stato sostituito il personale andato in pensione? E statuito che l’Art. 6 del CCNL stabilisce che il passaggio di cantiere avvenga per i lavoratori con contratto a tempo indeterminato che abbiano operato sullo stesso cantiere per almeno 240 giorni prima del subentro della nuova azienda: Chiediamo quindi al Dirigente di richiedere un C2 Storico al Centro per l’Impiego per verificare se i lavoratori, prima del 1° maggio 2023, avessero 8 mesi a tempo indeterminato sul cantiere di Castellammare. In caso di irregolarità, chiediamo di applicare le penali retroattivamente, come previsto dall’Art. 16 del capitolato (pagina 20), e di trasmettere il tutto alla Guardia di Finanza (compreso l’accordo sindacale)”. Per quel che concerne poi l’organizzazione del lavoro sul territorio è stato sottolineato che: “Osservato che il capitolato definisce 22 zone di raccolta porta a porta per le utenze domestiche, con orario di prelievo dalle 00:00 alle 06:20 e un’integrazione economica di € 481.377,33 annui. Emerge, tuttavia, dai dati in nostro possesso che: 10 zone su 22 effettuano il prelievo tra le 23:00 e le 11:20. 12 zone su 22 effettuano il prelievo di mattina, tra le 05:00 e le 11:20 (es. periferia nord della città). Ma nonostante ciò, nel canone mensile è regolarmente riconosciuta l’integrazione economica per il lavoro notturno su tutte le zone di raccolta. Anche se l’azienda ha corrisposto l’integrazione ai lavoratori, la situazione non è chiara: E pertanto bisogna capire se il capitolato prevede la raccolta notturna, perché non viene rispettata? E se il conferimento da parte dei cittadini è previsto dalle 21:00 alle 24:00 (pagina 18), com’è possibile che il prelievo inizi alle 23:00? Risulta che il mancato rispetto dell’orario 00:00 – 06:20 sia dovuto all’incompleto parco automezzi: gli stessi mezzi utilizzati la sera devono essere riutilizzati per la raccolta mattutina. Al fine di fare chiarezza chiediamo ai Revisori dei Conti di valutare eventualmente il danno erariale prodotto”.
Analizzando i documenti ricevuti dall’intero Consiglio Comunale, si è constatato che non risulta alcuna informazione sulla percentuale di raccolta differenziata, pertanto alla luce della carenza di questo dato fondamentale è stato chiesto: “Ad oggi, qual è la percentuale effettiva? Comunicato che la previsione era: 56% dopo i primi 12 mesi e 65% dopo i primi 24 mesi: Quali penali sono state applicate, come previsto dall’Art. 16? Pertanto chiediamo ai Revisori dei Conti di verificare se le penali potevano essere applicate già dal primo anno e se si è costituito un danno erariale per l’Ente”. Infine, per quanto attiene il servizio di spazzamento quotidiano è stato sottolineato che: “A pagina 26 del capitolato è previsto un intervento di spazzamento pomeridiano nelle principali piazze e vie del centro cittadino nel periodo 23 dicembre – 6 gennaio. Questo servizio non è mai stato effettuato: quali penali sono state applicate? Dalle numerose segnalazioni inviate all’Assessore e al Dirigente, risulta che il servizio di spazzamento non funziona relativamente a:1) Strade sporche, 2) Zone di spazzamento non coperte, 3) Cestini rifiuti pieni, 4) Totale assenza di controllo da parte dei preposti amministrativi”.
In pratica un vero e proprio ciclone si è scatenato sul tentennante e smarrito Dirigente Miranda il quale, nel corso del suo intervento finalizzato a dare delle risposte esaustive alle problematiche rappresentate in aula, è andato letteralmente in “bambola” al punto da scaricare sul suo predecessore – l’ex Dirigente Oscurato definito uomo di fiducia del Commissario Cannizzaro – e della Commissione Straordinaria Anticamorra la responsabilità amministrativa relativa sia allo svolgimento della gara, di cui è opportuno ricordare che fu espletata con un solo partecipante, sia per quanto attiene l’assunzione del personale che, al momento del subentro della ditta vincitrice, risultava composta di 146 operatori secondo il capitolato ma di fatto, secondo Miranda, risultavano in realtà 138 operatori con una carenza di ben 8 unità. Il Dirigente racconta che a questo punto andavano integrati 8 operatori nell’organico e che, avendo la ditta presentato un elenco di ben 16 lavoratori, furono integrati solo i primi 8 mentre per i restanti era stato sottoscritto un accordo, tra la ditta appaltatrice e L’Amministrazione guidata da Cannizzaro, che avrebbe previsto l’assunzione degli altri a surroga del personale che man mano sarebbe andat in pensione. Insomma, un accordo sindacale sottoscritto tra le OO.SS. e la ditta appaltatrice che risultava ratificato da Cannizzaro, Commissario Straordinario Anticamorra, attraverso il consenso di Oscurato (ndr definito, sempre da Miranda, uomo di fiducia di Cannizzaro). Un accordo che, secondo il parere degli agguerriti consiglieri comunali, è stato indebitamente raggiunto tra la ditta e i sindacati in barba alle disposizioni di legge vigenti e bypassando il controllo dell’organo preposto, per competenza, ad esercitare il controllo in quanto stazione appaltante. Una serie di risposte molto imbarazzanti, sono quelle fornite da un Dirigente lento ed “ossequioso ai propri referenti superiori”, che hanno fatto emergere anche una sorta di “gemellaggio gestionale” con la città di Melito, fresca di gestione Commissariale Straordinaria, proprio in relazione alla scelta mirata di professionisti che in alcuni casi, basterebbe dare uno sguardo alla nomina del DEC stabiese, ha trovato interscambiabilità nei ruoli e, talvolta, nominando addirittura persone dello stesso nucleo familiare (possibilmente coniugi all’occorrenza) nominati a ricoprire incarichi, tra l’altro, anche molto ben retribuiti. Ma di questo ne parleremo in seguito, oggi abbiamo solamente voluto sottolineare le modalità gestionali di “amministratori” che avrebbero dovuto garantire “terzietà e legalità”. E chest’è!
E solo per NON DIMENTICARE qualche anno fa stabiapolis scriveva:
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