(Red) – La decisione di sciogliere il Consiglio Comunale stabiese, assunta dal C.d.M. in data 24 febbraio 2022 e notificata dal D.P.R. sulla G.U. n°59 dell’11 marzo 2022, aveva indotto alcuni ex-consiglieri ed ex assessori dell’amministrazione Cimmino a richiedere alla Prefettura di Napoli  l’ostensione degli atti (ossia delle specifiche relazioni e documenti classificati “RISERVATO”) prodromici all’adozione del D.P.R. di scioglimento, ai sensi dell’art. 143 del TUOEL,  del Civico consesso del Comune di Castellammare di Stabia. Una regolare richiesta, inoltrata alla Prefettura in data 24 marzo 2022, attraverso una normale istanza sottoscritta dal proprio legale di fiducia al fine di poter presentare un regolare ricorso alla luce di quanto eventualmente emerso dagli atti in parola. Una risposta rimasta inevasa sino al 26 aprile scorso fino a quando giunge, sul recapito Pec del legale interlocutore, la risposta negativa della Prefettura la di Napoli che, attraverso una risposta secca e decisa, comunica: “Gli atti della relazione della commissione d’accesso sono coperti dal Segreto di Stato”. Questa la determinazione, della Prefettura di Napoli, con la quale ha bocciato la richiesta di ostensione avanzata dal sindaco uscente Gaetano Cimmino, unitamente agli assessori Gaetano De Stefano, Antonio Cimmino e Amedeo Di Nardo e ai consiglieri Annamaria De Simone e Catello Tito. La Prefettura ha evidenziato come quegli atti possono essere esibiti solo se “è l’Autorità giudiziaria a richiederla”. In particolare, “l’inostensibilità dei documenti” va nell’ottica di “salvaguardare le risultanze delle attività di prevenzione e repressione dei reati, ponendosi tali attività su un piano cautelare amministrativo, da ritenersi prioritario nella lotta al crimine organizzato ed alla subdola ingerenza dell’infiltrazione camorristica nel tessuto degli Enti locali, ovvero in generale nell’ambito delle Pubbliche Amministrazioni”. In sostanza, la relazione stilata dagli ispettori della commissione d’accesso non è consultabile se non su espressa richiesta della magistratura. Ma intanto il centrodestra è in fermento e contesta l’eventualità che quegli atti stiano ugualmente circolando, in contrasto con quanto chiaramente espresso dalla Prefettura. Il motivo? Molto semplice, il dato è testimoniato dai numerosissimi articoli, redatti e pubblicati, dalla stampa nazionale e locale, con dovizie di particolari inediti ed estratti da una “sedicente” relazione composta da 152 pagine ( a fronte di 52 pagine di quella ufficiale) in circolazione tra “Supermercati e Capere” dell’informazione nazionale e locale. Proprio per questo motivo alcuni dirigenti ed ex consiglieri del CDX locale hanno deciso di presentare un esposto-querela, alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, per fare chiarezza sulle presunte violazioni del “Segreto di Stato” che potrebbero aver determinato l’anomala diffusione di atti secretati, dando luogo ad un’attività che, in tal modo, va a configurarsi come un reato gravissimo e contro l’interesse dello Stato. Inoltre, questa particolare connotazione del “Segreto di Stato”, potrebbe anche essere di grave nocumento per tutto il CDX locale e determinare, oltre al danno subito attraverso l’indebita diffusione di notizie “RISERVATE”, anche la BEFFA di non poter presentare il ricorso avverso al provvedimento di scioglimento per “assenza degli elementi costituenti il motivo di contestazione” che ne avrebbero causato la decisione assunta dal CDM del 24 febbraio 2022. Ma il rispetto della LEGALITA’, tanto decantata dai novelli Paladini in giro per la città e non solo, non si realizza anche attraverso il rispetto delle regole che impongono il “SEGRETO DI STATO” su nomi e circostanze citate in una relazione che, secondo la Prefettura, doveva rimanere OMISSATA? Ma questo è solo l’inizio di una brutta e squallida storia che, solo per motivi politici, si è riversata sulla città e sui cittadini stabiesi!

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