(Carlo Carrillo) – Una notizia “scioccante” impazza, in queste ultime ore, sul Web. Infatti, il potentissimo, nonché ineguagliabile, super amministratore unico di Sint ha appena annunciato, con il sottofondo musicale dell’Aida, che tutta l’area immobiliare dello stabilimento termale, comprese le pertinenze fino al parcheggio di Viale delle Puglie, sarà sottoposta a vigilanza armata, e non armata, supportata da un efficiente sistema di video sorveglianza indirizzato a metter la parola fine al “saccheggio sistematico” di una importante, strategica e fondamentale proprietà immobiliare della città. Una scelta che, seppur giunta con notevolissimo ritardo, è accolta con piacere e soddisfazione dai lavoratori, cittadini, associazioni, sindacati e forze politiche del territorio stabiese, che alla luce di reiterate richieste in tal senso e molto datate, in quanto inoltrate già da gennaio 2013, hanno dovuto purtroppo assodare, facendo la conta, di quanti danni siano stati apportati al patrimonio degli stabiesi. Tanto è accaduto, in particolare, dalla data di riconsegna degli immobili alla Sint che, per effetto di un provvedimento del giudice Del Sorbo(Luglio 2015) giunto in conseguenza della incalzante richiesta della partecipata comunale nella qualità di proprietaria degli stessi, si è ritrovata a dover gestire la salvaguardia e la tutela di un bene pubblico di vitale importanza in assenza di una reale capacità amministrativa e tecnica per espletare tale funzione. Eppure, non più tardi del mese di ottobre 2016 qualcuno consigliava, tra l’altro, che “ i debiti per mutui ipotecari (euro 1.776.713) potevano essere rinegoziati in ragione dei tassi di interesse applicati (4,99% sul mutuo MPS) decisamente alti rispetto all’attuale offerta di mercato. Avvertendo che l’accordo stretto con le banche, inoltre, avrebbe potuto avere conseguenze ancor più nefaste nel prossimo futuro, dato che il debito per mutuo erogato da MPS S.p.A. (in origine euro 2.000.000) e quello per finanziamento erogato da BNL S.p.A. (in origine euro 350.000) erano stati contratti in quanto assistiti per garanzia dall’ipoteca sugli immobili di proprietà che gli istituti eroganti avrebbero potuto azionare in qualsiasi momento, visto che le rate del mutuo non risultavano essere state pagate dal 2012 e quelle del finanziamento dal 2013”. A queste conclusioni, evidentemente, il super amministratore è giunto in netto e manifesto ritardo, ma d’altronde cosa si sarebbe potuto sperare da una siffatta nomina elaborata “pescandolo” dal novero di un semplice elenco telefonico? Prende corpo, quindi, l’ipotesi che questa “operazione sicurezza” e tutela del patrimonio, sia partita solo con la precisa volontà, ed esigenza, di “tentare” di creare un ombrello a “salvaguardia” del proprio operato amministrativo che, sino ad oggi, non ha garantito e salvaguardato una proprietà pubblica affidatagli. Quindi una scelta che è arrivata, guardacaso, solo dopo che i lavoratori prima, e forze politiche dell’opposizione poi, si sono rivolti alla magistratura ed alla corte dei conti per rappresentare una situazione divenuta ormai insopportabile. A voler pensar male è peccato, ma molto spesso ci si azzecca!
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