(Red) – Un partito che pratica da anni ormai la classica politica del “coccodrillo” che piange comportandosi esattamente come la femmina di questa specie di animale vertebrato che, secondo un’antica leggenda metropolitana, in effetti, deponendo le numerose uova sulla terraferma, dopo la nascita dei piccoli li trasporta in acqua, al sicuro dai predatori, mettendoli in bocca, e durante questa operazione, la lacrimazione aumenta di intensità. Questo mito risale almeno al XIII secolo, e fu diffuso nella cultura popolare europea, tanto da entrare nelle storie inventate che le nonne raccontavano ai loro nipotini.
Da questa premessa, poco incoraggiante, nasce l’ispirazione per i dirigenti della locale sezione DEM di utilizzare l’arma di distrazione, e strumentalizzazione, di massa del dagli all’untore sulla questione della messa in vendita dei “beni non strategici al termalismo” ricadenti in capo alla proprietà della partecipata Sint, ormai in liquidazione. Una vendita decisa, stabilita e deliberata, all’ombra di una decisione maturata dall’ex partito di maggioranza relativa con sede in quel di Corso Vittorio Emanuele, e formalizzata dalla coppia Vanacore e Pannullo, rispettivamente ex-A.U. di Sint ed ex-sindaco della città in quel tempo nel corso di un’assemblea ordinaria della società tenutasi a Palazzo Farnese, presso la sala giunta, alle ore 15,30 del 6 di febbraio del 2017.
In quei giorni, i due piddini, erano comunque a conoscenza del contenzioso acceso con i lavoratori ex terme, e così mentre si gongolavano nell’attesa della sentenza di I° grado che avrebbe elaborato il giudice Rocco della sezione lavoro, mai avrebbero immaginato che, dopo appena tre anni dalla vittoria di Torre Annunziata, ci sarebbe stata una sentenza della Corte di Appello di Napoli capace di ribaltare il verdetto di I° grado, del tribunale oplontino, e stabilire alla luce di nuovi elementi la vittoria degli ex-termali, oggi di fatto diventati per sentenza LAVORATORI Sint. Un bagno di sangue, se la cassazione dovesse omologare quella sentenza, si riverserebbe ai danni della Sint che sarebbe costretta a pagare un importo che, compreso TFR e Interessi, si aggirerebbe intorno ai 6milioni di euro.
E considerato che, nel frattempo i legali dei lavoratori hanno attivato, attraverso il precetto prima ed il pignoramento poi, tutti i meccanismi necessari a tutela dei riconosciuti diritti di questi lavoratori, per un riconoscimento che ha dovuto riconoscere la “Giustizia” a causa dell’atteggiamento ostile assunto da una presunta “classe politica” di centrosinistra incompetente, cieca ed inadeguata; adesso è giunto il momento di avviare un tentativo di ricomposizione che, considerato il senso di responsabilità di molti di questi lavoratori, dovrebbe tentare di limitare i danni attraverso una trattativa che oggi appare molto complessa e difficile da condurre in porto.
In questo clima così difficile è spuntata la proposta del “lodo De Simone” che, sostenuta e fatta propria dal suo gruppo consiliare di appartenenza, punta con decisione a salvaguardare sia “il patrimonio immobiliare” che a restituire la dignità ed il lavoro ai lavoratori. In questo clima, molto propositivo e mirante a risolvere i guai combinati dai coccodrilli piddini, si è inserito insolentemente in questo dibattito una figura molto ambigua, quanto inquietante, che indossando i panni del “Poliziotto Superpiù”, con i natali in quel di Gragnano, nonché cittadino Sammaritano, ex assessore di Bobbio che fu defenestrato (dallo stesso sceriffo di Varano) per aver compulsato e pressato l’ex-Pm affinché, alla delega che aveva per Multiservizi, fosse associata la delega all’Ambiente, a quei tempi nelle competenze dell’assessore Di Gennaro.
Un uomo che dopo aver ricoperto l’incarico di assessore (sempre alla nettezza urbana) nella città di Torre del Greco con una giunta di centrosinistra, salvo poi far ritorno a Castellammare per entrare far parte della squadra di Pannullo, ma guarda caso sempre come assessore all’Ambiente, sfiduciato nel mese di febbraio 2018 insieme a Pannullo, in una umida ed uggiosa serata in quel di Gragnano. Ma evidentemente, in preda ad un violentissimo raptus di “astinenza di potere”, da circa un anno, ed in maniera arrogante e violenta sotto l’aspetto verbale, muove attacchi “politici” in modalità continua ed aggressiva, non disdegnando di provocare “risse virtuali” da infima osteria finanche sulle bacheche altrui perseguendo, in tal modo, il perfido disegno di voler prevaricare sugli interlocutori attraverso l’uso di un linguaggio minaccioso e “spagnoleggiante” lasciando persino intendere, che vestendo una divisa, potrebbe essere in possesso di informazioni relative a “fantasiose” presunte attività investigative messe in campo dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata.
Una frenetica attività “politica” sui social dove, lasciandosi andare alla pubblicazione di post senza senso e dal contenuto irriguardoso nei confronti di uomini dell’istituzione locale, riesce ad ergersi a censore delle attività amministrative di una città, quella di Castellammare, dove tra l’altro il personaggio in questione non esercita nemmeno il diritto di voto, preso atto che abita in un piccolo paesino confinante. Un Superpoliziotto al servizio della politica? Questo noi non lo sappiamo, ma i suoi post al limite del diffamatorio, nonché offensivi per una categoria di lavoratori, dando per scontato un provvedimento a suo avviso già operativo ma solo frutto di una proposta politica di consiglieri eletti dal popolo stabiese (proposta tra l’altro appena in questi giorni pervenuta al centro del dibattito politico in una città difficile e complessa come Castellammare), penalizzati e mortificati proprio dalla sua parte politica, nascondono forse un disegno di un certo tipo: oltre a fare il Superpoliziotto, il tecnico al servizio della politica sia di centrodestra sia di centrosinistra, piuttosto che fare politica nel PD (e oggi si vocifera anche in Italia Viva), mentre giocherebbe a fare anche l’imprenditore, pretende anche di stabilire che gli ex lavoratori di Terme sarebbero gli unici responsabili del fallimento della società e, udite udite, di sparare sentenze e bufere mediatiche sulla coalizione che legittimamente governa la città delle acque.
In un momento difficile come questo, tale comportamento, irresponsabile e violento, rischia seriamente di creare una turbativa che potrebbe innescare una pericolosa reazione in un contesto sociale al limite della ragionevole e civile convivenza. E questo è quello che, probabilmente, accade quando non si esercita più il potere. Parafrasando una lucida espressione di un noto e conosciuto politico nazionale, d’altra parte, è proprio vero che “il potere logora chi non ce l’ha”! È questa forse la vera ragione che spinge i coccodrilli, abbandonando i propri figli, a dichiarare guerra al mondo? Ah, saperlo!
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