(Carlo Carrillo) – Alle ore 09,00, al secondo piano stanza 205, aula del Tribunale di Torre Annunziata giudice il dott. Emanuele Rocco, ha inizio l’udienza della causa intentata, da 42 ex lavoratori di Terme di Stabia, alla Sint, partecipata del comune di Castellammare di Stabia. Il giudice Rocco, molto puntuale così come gli avvocati che sostengono le parti, dà inizio alla prima udienza durante la quale dovrebbe, così come previsto nella convocazione, escutere ben tre testi, tra cui l’ex amministratore unico nominato dall’ex sindaco Cuomo, liquidatore successivamente di Terme di Stabia, dott. Sammaria, una dipendente della Sint, dott.ssa D’Andrea ed infine il rappresentante dei creditori, dott. Delle Donne. In aula compariva fisicamente, al momento dell’inizio dei lavori, solo il rappresentante dei creditori, e nel momento in cui il giudice ha chiesto ai legali, rappresentanti le parti, di procedere all’escussione del teste ecco che il prof. Abignente, docente del diritto del lavoro alla Federico II e legale dei lavoratori, ha chiesto che l’escussione fosse curata direttamente dal giudice in prima persona. A questo punto è calato il gelo in un aula super affollata, considerata la presenza di moltissimi lavoratori, ed è iniziato il confronto tra i legali ed il giudice che, al termine, hanno unanimemente deciso di propendere per un breve rinvio e di aggiornare pertanto l’udienza alle ore 09,00 del 7 luglio prossimo venturo. Una giornata che avrebbe dovuto far chiarezza intorno ad una serie di accadimenti che si sono succeduti dal momento in cui, il sindaco Cuomo, dichiarò l’azienda in liquidazione. Infatti, le Terme di Stabia, sono le uniche Terme in Italia, ove il fallimento è stato indotto dalla politica monocolore cittadina (PD).

Il termalismo cittadino, il suo patrimonio sorgentizio, sono stati dilapidati da scelte ottuse della politica, alla quale i lavoratori hanno sempre contrapposto i loro dubbi e soluzioni alternative, ma nessuno ha voluto ascoltare.

Oggi, la Governance cittadina in continuità con il passato, continua a non ascoltare, propone bandi che falliscono miseramente, continua a non tutelare il patrimonio immobiliare e sorgentizio, incrementando il tasso di disoccupazione del comprensorio, agitando lo spettro del fallimento Sint.

Tutto questo, solo per una volgare speculazione immobiliare, ove con pochi spiccioli si  acquistano porzioni immobiliari, a prezzi forse di favore.

Ma riavvolgiamo il nastro, per comprendere perché il fallimento è stato indotto.

 

Il tutto inizia con istanze di fallimento  per circa(€ trentamila) al tribunale di torre annunziata.

Nell’udienza del 7 gennaio 2014 il liquidatore, Fulvio Sammaria nominato dall’ex sindaco Cuomo, propone istanza di ammissione alla procedura concordato preventivo ex. art. 160 comma 4 L.fallimentare.

Il tribunale accoglie la richiesta, propone termini per preparare il piano.

In data 11 giugno 2014, viene depositata la proposta di concordato, che prevedeva la cessione del contratto di affitto delle aziende nuove ed antiche terme per la durata di anni trenta, prorogabili per altri trenta  anni.

Ricordando che la proposta di concordato, essendo fumosa,  non è piaciuta ai lavoratori e ai sindacati, si è chiesto da subito, la tutela lavorativa in caso di esito negativo del concordato.  un piano “B” non considerato dall’amministrazione Cuomo (P.D.) perché’ a loro dire il concordato era legittimo, e rappresentava l’unica via di salvezza per le terme e lavoratori! Questo il percorso del concordato:

Il 12 settembre 2014, a procedura di concordato ancora aperta vengono restituite dal liquidatore Sammaria, senza alcuna informativa  ai lavoratori, le antiche terme al comune di Castellammare ;

Il 23 marzo 2015 il tribunale dichiara il fallimento di terme, infatti secondo il giudice il concordato: “non era fattibile giuridicamente, con grave responsabilità del comune sulla votazione”;

Ad aprile 2015, si apre una lunga trattativa tra curatore fallimentare, Sint e comune;

Il curatore avrebbe voluto tutelare le maestranze, tramite la cessione dell’azienda  al privato;

Ma nel mese di maggio 2015, la trattativa fallisce, anzi la Sint, per conto del comune ed al fine di accelerare il licenziamento dei lavoratori, con istanza prodotta in data 12 maggio 2015 chiede la restituzione dello stabilimento nuove Terme del solaro senza forza lavorativa;

Inoltre la Sint precisava, alla curatela, che in caso di ritardo della riconsegna dello stabilimento, avrebbe preteso il pagamento di euro 1000,00 al giorno a titolo di penale !

Solo a questo punto, il curatore dott. Sequino, non avendo più a disposizione lo stabilimento antiche terme, restituito arbitrariamente dal liquidatore Sammaria, ed a seguito di questa nuova richiesta della Sint dello stabilimento del Solaro, e’ stato costretto a licenziare i lavoratori termali così come riportato nella lettera di licenziamento del 22 luglio 2015.

Da precisare che la data  di licenziamento utilizzata collide però con la data restituzione immobili, da qui nasce il complotto politico realizzato in danno ai lavoratori termali.

Il Governo cittadino insieme a quello regionale targato PD, sono i responsabili di quanto accaduto in danno alla Città, ai Cittadini, ai Lavoratori.

La verità è quella documentale, ove raggiri ed artifizi rappresentano la vera essenza di questa vicenda, si vuole liquidare il termalismo unitamente alle maestranze.

La violenza degli atti e dei soprusi devono terminare, il populismo mediatico della SINT e del Comune, sono un alibi per creare confusione nella disinformazione, quindi spetta al Tribunale preposto ristabilire la verità documentale, fare luce su una triste vicenda sociale, lavorativa, cittadina.

La Città, la storia del termalismo stabiese, non possono essere cancellati con un colpo di spugna, necessita ribaltare le scelte ottuse della politica, restituire la dignità ai lavoratori.

Gli elementi ci sono tutti, ed i lavoratori chiedono LAVORO e DIGNITA’ e non divenire vittime delle scriteriate, becere ed irresponsabili scelte di Palazzo. Oggi, in udienza, è apparsa chiara, ed inequivocabilmente lucida, la volontà della Sint (quindi dell’amministrazione comunale) di voler continuare a giocare a nascondino con il dramma sociale che questi lavoratori stanno vivendo insieme a tutte le loro famiglie. Nel frattempo si continua a pensare, attraverso gli eventi in programmazione, che il rilancio della città passi solo ed unicamente attraverso la politica delle #Zeppole&Panzarotti.

 

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