(di Red) Con estrema amarezza ho guardato le foto e i video che, nella giornata di venerdì, hanno testimoniato ancora una volta la situazione di sconcertante degrado legata all’inquinamento che proviene dal fiume Sarno e, forse, anche dai rivi che vengono dalla zona collinare.

L’immagine di una carcassa di vitello “spiaggiata” sul litorale di Castellammare è una ferita aperta per chi sta, in queste settimane, cercando di mettere al centro dell’attenzione un serio progetto di rilancio turistico e di valorizzazione del territorio. Una cartolina sporcata dall’incuria, da mani criminali, ma anche e soprattutto dalla demagogia.

Passato il tempo delle passarelle, delle foto di gruppo e dei piani straordinari, resta purtroppo solo quella carcassa a dimostrare che l’impegno per la soluzione dei problemi da solo non basta. Servono competenze, strategie e soprattutto azioni mirate e concrete: è desolante, ad esempio, vedere come dopo la battaglia portata avanti da un fronte popolare per la griglia sul fiume Sarno questa tematica sia rimasta lettera morta e verificare come i rifiuti siano ancora lì dove sono stati ammassati, ostaggio di una guerra di competenze e di costi che assume tratti ridicoli e vergognosi. Nell’attesa che le promesse sbandierate da chi ha competenze di governo diventino faticosa realtà, non si può riprovare ad abbassare quella griglia che almeno aveva il compito di filtrare la montagna di rifiuti che ogni giorno dal Sarno arriva in mare? La stagione della demagogia è finita: ora deve farsi spazio quella dell’assunzione delle responsabilità e della soluzione dei problemi. Il fiume Sarno è il fiume dei veleni: un’emergenza nazionale che evidentemente interessa solo quando ci sono flash e telecamere.

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