(Redazione) – Una brillante operazione, iniziata questa mattina di buon ora, ha visto all’opera gli uomini della P.G. della Guardia Costiera di Castellammare coordinati e diretti dall’intraprendente Comandante C.F.(CP) Ivan Savarese che, in sinergia con il competente Nucleo Subacquei dei Carabinieri di Napoli, hanno sequestrato l’attività di impresa di un noto centro di ricarica di attrezzatura subacquea, denominato La Boa 2, che svolgeva le proprie attività su di una superficie di circa 60 mq suddivisa in tre diversi locali, di cui uno adibito ad ufficio e ricezione clienti e gli altri due adibiti a centro ricarica e deposito, il tutto ubicato in via Vecchia Pozzano a Castellammare di Stabia. L’attività imprenditoriale condotta da A.C. e D.G., a seguito degli accertamenti tecnici condotti dagli uomini in divisa, sembra che abbia riservato molte sorprese a cominciare dalla documentazione tecnica-amministrativa, afferente la stessa attività commerciale, per finire poi alla detenzione di materiale(bombole e respiratori) che in gran numero risultavano privi della matricola identificativa obbligatoria. Inoltre, sempre secondo alcune indiscrezioni trapelate, sarebbero state riscontrate irregolarità non in linea con quanto previsto dalla normativa che regolamenta la sicurezza sui luoghi di lavoro (L81/08), senza contare l’assenza di un regolare registro dei rifiuti né di alcun atto che consentisse di individuare la tracciabilità del conferimento dei rifiuti speciali prodotti, oltre alla carenza di un impianto di scarico a norma che raccogliesse nella fattispecie gli oli da risulta e le acque di condensa che, secondo gli accertamenti effettuati, venivano riversati lungo la dorsale del costone roccioso laddove si disperdevano. Le bombole rinvenute risultavano in gran parte di proprietà di presunti datterai della zona, alcune con matricola illeggibile, altre con matricola abrasa, altre ancora identificabili. Inoltre, a seguito della convocazione, ricevuta dagli accertatori, si sono portati sul posto i proprietari che, tra non poche difficoltà, non sono riusciti tutti a dimostrare né la provenienza né il regolare titolo di possesso del materiale. Ed è stato a questo punto che sono arrivati anche molti “operatori del settore” che, pur non essendo stati chiamati da nessuno, hanno dato luogo a momenti di forte tensione con le forze dell’ordine impegnate a mantenere la calma al fine di portare a buon fine la brillante operazione. E dopo aver opportunamente identificato gli ospiti inattesi, è arrivato puntuale il provvedimento del P.M. oplontino, dott. Barba, che ha scritto la parola fine, almeno per il momento, ad una attività che è apparsa irregolare anche per l’assenza dei requisiti fondamentali legati alla destinazione d’uso di immobili che, non abilitati all’esercizio dell’attività di ricarica, risultavano del tutto privi delle necessarie ed indispensabili autorizzazioni tecniche-amministrative. Una nuova tegola, lanciata dai “fantasmini stabiesi, sembra essere improvvisamente caduta sulla testa dei “Bracconieri del mare” nel periodo storicamente più florido e redditizio per la loro attività!
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