Come quando fuori piove. La partita a poker del consigliere Scala minaccia di tenere sotto scacco il lavoro della commissione statuto. E con essa la discussione e l’attività di impulso sull’approvazione di regolamenti di fondamentale importanza per l’operato dell’amministrazione. Il buon Tonino ha calato la sua Scala di Cuori, una battaglia ideologica basata sull’idea che un cuore rosso non può accettare un presidente con idee politiche, a suo dire, non affini ai principi della democrazia. Che belle parole, caro Tonino. Parole che tuttavia non sempre coincidono con un percorso coerente, il percorso di chi, suggerito dal suo mentore di Corso Vittorio Emanuele, da un lato lamenta la lentezza dell’amministrazione e dall’altro, di suo pugno, ferma il lavoro della commissione, in netta contraddizione con il riconoscimento del “buon lavoro svolto dal presidente Sica riguardo l’ottima conduzione della commissione statuto e regolamenti”. Un lavoro che Sica ha compiuto sin dal primo giorno con grande impegno, passione, senso del dovere e imparzialità, come si addice ad un presidente consapevole della rilevanza del ruolo che i cittadini prima e l’amministrazione poi lo hanno chiamato a svolgere. Non contento, il buon Tonino ha calato la sua Scala di Quadri, appesi ad una parete costellata di intenzioni buoniste, dettate dal suo consueto opportunismo politico, quello che lo porta oggi ad ammiccare al Movimento 5 Stelle, di cui da fervido oppositore qual era, oggi è supporter accanito. Alle 12.07 della seduta del 20 febbraio, Scala ha rassegnato le dimissioni, interrompendo la commissione che all’ordine del giorno presentava la discussione sul “regolamento per la concessione di contributi finanziari, patrocini e vantaggi economici a soggetti pubblici e privati”, un sostegno importante per semplificare l’azione amministrativa e l’attività di tante realtà del territorio che intendono operare in partnership con l’ente comunale per organizzare eventi e iniziative di pregio e spessore culturale. Valutando che in commissione debba esserci un rappresentante per ogni forza politica, le sue dimissioni reiterate, prontamente respinte dalla commissione, di fatto avrebbero potuto interrompere l’attività della commissione stessa. Una valutazione che Scala ha pertanto demandato al segretario generale, sottoponendole una richiesta di parere riguardo all’eventualità che le sue dimissioni potessero “rendere non valide le sedute della commissione e bloccare i lavori dell’assise”. Peccato che la segretaria Loredana Lattene gli abbia calato una Scala di Picche, rilevando in primis che alla dichiarazione del consigliere Scala, trascritta a verbale non è seguita alcuna apposita formale comunicazione registrata al protocollo generale. “Al riguardo – spiega la segretaria – occorre evidenziare che la commissione, composta da 13 consiglieri, regolarmente costituita con deliberazione di Consiglio Comunale n° 13 del 18.08.2018, si è validamente insediata ed ha sinora operato nell’esercizio delle sue competenze. Tale circostanza sembra escludere che la indisponibilità manifestata dal consigliere Scala, frutto di autonoma decisione, possa condizionare per il futuro la validità dei lavori della commissione”. La segretaria ci tiene infine a specificare che “proprio in virtù della natura delle commissioni e dei principi sopra richiamati, si ritiene che resti ferma comunque ogni autonoma valutazione circa l’opportunità di sottoporre la questione al consiglio comunale, al fine di procedere all’adeguamento del regolamento per il funzionamento del consiglio e delle commissioni consiliari, disciplinando espressamente la fattispecie delle dimissioni dei componenti delle stesse”. Colpito e affondato. Al buon Tonino ora non resta che calare una Scala di Fiori, un mazzo di rose rosse da regalare al presidente Sica in segno di pace. E siamo certi che Sica, ligio alla sua correttezza e imparzialità nel ruolo di presidente, li accetterà ben volentieri, indipendentemente dal colore.
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