Tobia Manfuso, 45 anni, impiegato di produzione e discendente di una storica azienda conserviera abatese, cuore pulsante dell’economia locale e di tutto il circondario. Candidato al consiglio comunale nella lista “Ilaria Abagnale Sindaco”.

Manfuso, lei non è un politico di professione. Perché proprio ora il suo impegno in prima persona?

Mi sono avvicinato alla politica locale per la prima volta nel lontano 1988, avevo solo 13 anni. In quell’anno si  tennero le elezioni comunali, si confrontarono due schieramenti profondamente diversi tra loro: da un lato un forte schieramento della vecchia politica abatese, mentre dall’altro un gruppo di giovani 40enni con esperienza nel mondo del lavoro, stufi ed esausti di un vecchio modo (già allora) di fare politica che non portava a nessun tipo di sviluppo economico e socioculturale del paese. Un po’ come il confronto a cui siamo chiamati oggi. Da allora ho sempre seguito a tratti la politica locale, senza mai schierarmi con nessuno, in quanto non rivedevo in nessun rappresentante istituzionale il mio modo di intendere la politica.

Per lei cos’è la politica?

Non sono mai stato iscritto ad un partito nonostante abbia una formazione politica molto ideologizzata.  Il termine “politica” è stato fortemente inflazionato da un certo modo di occuparsi della cosa pubblica. L’uomo è un animale politico, se ne occupa anche quando va al supermercato scegliendo di comprare un prodotto piuttosto che un altro. Fare politica è un servizio da rendere alla comunità per permettere ai cittadini di ottenere opportunità e servizi dalle amministrazioni. La politica segna le nostre vite, non possiamo non partecipare alla vita politica della nostra comunità dovremmo, altrimenti, evitare di lamentarci quando riteniamo inefficaci le scelte di chi ci governa.

Quindi hai deciso di non restare a guardare…

Infatti i motivi che mi hanno spinto a sostenere il progetto che ha trovato il suo fulcro in Ilaria Abagnale sono da ricercarsi nella voglia di portare il mio contributo alla città.  Sento forte il dovere civico e morale verso i cittadini abatesi. Se oggi mi candido e mi metto in discussione per il mio paese, è per un forte senso di attaccamento verso la mia città. Ho scelto di scendere in campo insieme ad un gruppo di amici e con il sostegno della mia famiglia. Voglio parlare alle coscienze dei cittadini invitandoli a sentirsi parte di una comunità attiva e laboriosa, di abbandonare i vecchi metodi politici che hanno caratterizzato le ultime esperienze amministrative in città.

Quali sono gli impegni per rilanciare Sant’Antonio Abate?

Bene comune, scuola e lavoro. Innanzitutto intendiamo rivalorizzare, conservare e custodire il bene comune degli abatesi. Tra i miei obiettivi c’è l’ampliamento e la riqualificazione del parco naturale di Sant’Antonio Abate. Poi rendere accessibile a tutti la scuola e in particolare l’asilo nido comunale. Per quanto riguarda l’occupazione, urge riaprire il centro per l’impiego. Infine bisogna ritornare a riproporre le produzioni agricole che sono l’eccellenza del nostro territorio, in particolare il San Marzano Dop e il fagiolo “mustacciello”.

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