(di Redazione) – Ma cosa è accaduto dopo la capitolazione di Pannullo il 6 di febbraio 2018? Chi era il dirigente preposto a disporre la riassunzione del procedimento al fallimento, avvenuto proprio in quei giorni, di Ego Eco? Considerato che, dalla data del fallimento della società dei “Ciummo s”, bisognava promuovere la riassunzione del giudizio di opposizione, e preso atto che la responsabilità è da addebitare all’ufficio comunale preposto alla maggior tutela dell’ente, nel corso del tempo questo contenzioso ricade sulle spalle della comunità cittadina e rischia di costituire un grave danno erariale a carico della collettività.
Ricapitolando, difatti, si apprende che dalla relazione istruttoria dell’avvocatura comunale è emerso che la Eco Ego, (deflagrata) a tutt’oggi fallita, vanterebbe nei confronti del Comune un credito di 1.700.000,00 € circa, oltre interessi pari a € 380.000,00 in virtù di apposito decreto ingiuntivo divenuto nel frattempo definitivo. In effetti, per mera precisione, si evidenzia che tale decreto risultava essere stato impugnato dall’Ente su apposita relazione dirigenziale secondo la quale il Comune era debitore per una somma nettamente inferiore e, soprattutto, risultava a sua volta creditore nei confronti della società fallita per più di 850.000,00 €. Per tale motivo, spiegava anche domanda riconvenzionale nei confronti della Eco Ego. Il problema, intanto, non è sorto fin quando la citata relaziona dell’avvocatura è stata sottoposta al vaglio della Commissione Bilancio dove, nel corso della quale, i componenti hanno dovuto spiacevolmente prendere atto che l’opposizione al Decreto ingiuntivo era stata abbandonata in quanto, la stessa opposizione, risultava inefficace e ritenuta, da parte della Dirigenza e Avvocatura, addirittura infondata, mentre emergeva la convinzione che il credito del comune potesse essere recuperato dalla società fallita( Ego Eco) solo con istanza di insinuazione al passivo. Il fatto più spiacevole di questa vicenda, se così si può dire, è che da tale relazione istruttoria, i componenti della prima commissione finanze, hanno dovuto prendere atto che l’opposizione proposta dall’ente era stata fondata su dei dati “incerti” e, quindi, privi di valore probatorio, nonché su documentazione che a tutt’oggi, secondo quanto ci è dato di sapere, risulterebbe scomparsa dagli archivi comunali e/o addirittura mai recapitata dalla società Ego Eco. In effetti, a tutt’oggi, la Dirigenza comunale chiede prima alla commissione finanze, e poi al consiglio comunale tutto, di avallare il proprio schema di transazione che, a loro dire, risolverebbe tutti i problemi e che avrebbe, come unico fine, quello di compensare con la Curatela fallimentare le somme pretese da quest’ultima a titolo di interessi moratori a tutt’oggi maturati pari ad € 380.000,00, tanto a fronte della espressa rinuncia da parte del comune dei crediti dallo stesso pretesi (pari ipoteticamente a 850.000,00 €). Ma, a questo punto, sovviene naturale una domanda: Chi e come, e su quali basi, avrebbe comunicato i dati della differenziata agli organismi preposti in mancanza della probante documentazione necessaria? E come mai una pratica simile a quella di Ego Eco, quella della ex Multiservizi, è risultata essere stata liquidata solo attraverso una semplice transazione e con una altrettanto, semplice, determina dirigenziale n°196 del 01-12-2016? Ah, saperlo!!!
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