Ieri mattina il presidente dell’Ente Idrico Campano Luca Mascolo è intervenuto nel corso della conferenza stampa relativa alla presentazione del progetto elaborato da GORI per la realizzazione degli interventi che consentiranno la dismissione dell’impianto di depurazione di Marina Grande mediante il collettamento dei reflui al depuratore di Punta Gradelle.
Un appuntamento al quale erano invitati, oltre al Presidente EIC, il sindaco di Sorrento Giuseppe Cuomo e all’assessore all’Ambiente Rachele Palomba, per Gori il presidente Michele Di Natale, l’amministratore delegato Giovanni Paolo Marati ed il responsabile investimenti Ingegneria e Servizi Francesco Rodriquez ed il Vice Presidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola.
«La sinergia tra Regione Campania, Ente Idrico Campano e il gestore unico del servizio integrato Gori – ha dichiarato il presidente EIC Luca Mascolo – ha consentito oggi di raggiungere un altro grande traguardo. La firma del verbale di consegna dei lavori che, nel giro di 15 mesi dovrebbe permettere la dismissione dell’impianto di depurazione di Marina Grande a Sorrento mediante la realizzazione del collettamento dei reflui all’impianto di Punta Gradelle, uno dei più moderni e funzionali d’Europa, rappresenta il primo passo verso la realizzazione di un’opera rilevante per Sorrento e per l’intero Golfo di Napoli. A breve si concluderanno anche altri importanti lavori di collettamento negli impianti Sub 1 e Sub 2 per un totale di circa 100.000 persone che avranno la possibilità, finalmente, di allacciarsi alla rete fognaria».
«L’Ente Idrico Campano sta svolgendo il suo ruolo di coordinamento e di pungolo per giungere al più presto alla conclusione di interventi avviati da decenni. Senza proclami o chiacchiere inutili, ma badando al concreto e a portare a casa i risultati. Sottrarre il mare al degrado in cui versa da troppi anni garantendo allo stesso tempo il corretto funzionamento dell’intero ciclo integrato delle acque, rappresenta un obbligo morale per chi ha l’onere e l’onore di amministrare la cosa pubblica».
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