(di Carlo Carrillo) – Il 2017 è ormai alle nostre spalle, e tutto quello che è avvenuto è ormai parte della nostra storia di vita. E’ stato un anno in cui è accaduto di tutto, tanto nell’ambito della nostra nazione che a livello mondiale. Un anno che ci ha visto gioire, piangere, litigare ma che ha lasciato dentro ognuno di noi una traccia indelebile di almeno un ricordo, o episodio, che ci porteremo dentro per tutta la vita. Tanti episodi, diversi epiloghi, ma due storie in particolare, di due uomini diversi che, a mio avviso,  hanno avuto la capacità di scuotere le coscienze dei cittadini italiani, e che, detto tra noi, in particolare hanno colpito la mia coscienza e sensibilità sul tema. Due giovani assunti e cresciuti nell’arma dei Carabinieri, uno ex carabiniere che dopo aver militato per circa dieci anni tra le fila della benemerita ha deciso di cambiare lavoro, l’altro, oggi maggiore. ancora in servizio nell’arma. Due storie che, accomunate dalla stessa cultura e formazione, hanno avuto il pregio di voler scoprire cosa “bollisse” nel calderone della gestione del pubblico denaro, due uomini molto giovani e tanto coraggiosi che, alla luce dei personaggi implicati nelle relative vicende, hanno evidenziato i vizi e le abitudini di chi esercita il potere nel nostro paese. Le vicende di Andrea Franzoso e del maggiore Gianpaolo Scafarto appaiono due storie pensate, elaborate e scritte dallo stesso “autore”, infatti, entrambi sono nati e cresciuti in famiglie bene a forte connotazione cattolica, ed anche le loro esperienze giovanili, maturate nell’ambito delle parrocchie di appartenenza, sembrano aver inciso in maniera determinante nella, loro formazione personale. Due uomini di fede molto coraggiosi, al punto da sfidare il “potere” politico gestionale confidando solo, ed esclusivamente, sulle proprie forze forti delle loro convinzioni. In virtù del comportamento di Franzoso, per la sua denuncia nel 2012, è stata elaborata, approvata ad ottobre 2017 dal nostro parlamento, la legge sul whistleblowing che tutela finalmente chi denuncia casi di corruzione e riempie uno scandaloso vuoto denunciato ancora, in questi ultimi mesi, da Transparency International. Questa legge però non ha potuto essere di alcun aiuto per salvare, nel caso di Andrea, il proprio posto di lavoro, ma nemmeno per il nostro maggiore, Gianpaolo Scafarto, potrà servire per poterlo salvaguardare e garantire dalle nefaste “Ire” del più deteriore potere del Partito Democratico, preso atto che la squallida e terrificante vendetta, già avviata, sta già tentando di rovinare la vita, oltre che la brillante carriera, di un leale e coraggioso servitore dello stato. A noi rimane l’insegnamento che questi due uomini coraggiosi ci hanno trasmesso attraverso il loro comportamento, una lezione che bisognerebbe trasmettere ai giovanissimi cittadini nelle scuole elementari affinché, attraverso il sacrificio personale di questi nuovi eroi, questi giovani possano crescere nei valori che tali comportamenti hanno evidenziato quali fondamentali e necessari per godere a pieno titolo dei valori della libertà. Grazie Andrea, grazie Gianpaolo, la vostra esperienza rappresenta un memoriale di alto profilo da perseguire per rendere migliore, e vivibile, il nostro povero e miserabile paese. Grazie di cuore e ricordate bene che il tempo è galantuomo!

Castellammare di Stabia lì 02/01/2018

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