(di Carlo Carrillo) – Ancora una giornata asfissiante quella di oggi, per il nostro SuperEroe, per Cupello nella sua qualità di commissario prefettizio al comune di Castellammare di Stabia, una giornata che appare decisiva nel percorso che ha tentato di avviare agli albori della settimana scorsa. Invero, già dalla scorsa settimana il noto burocrate prefettizio aveva avviato la procedura di scioglimento della società partecipata Sint e la messa in liquidazione pubblicando, in data 22 maggio, una determina dirigenziale ed attraverso la stessa addirittura un bando mirato alla ricerca di un Commissario liquidatore che, fatto senza precedenti, contemplante la possibilità di poter scegliere con il metodo fiduciario ad “Intuitu Personae” la figura ricercata. Già su questa decisione potremmo scrivere dei trattati, considerato che il bando non prevede la formazione di alcuna graduatoria, e che tale metodologia risulta molto utilizzata nei comuni governati dalla politica, nel mentre proprio la figura “superpartes”, che dovrebbe rappresentare il commissario, avrebbe dovuto prevedere la formazione di una regolare graduatoria con l’assegnazione di un punteggio che ne cristallizzasse la posizione al fine di svolgere una operazione nella massima trasparenza possibile, visto che non si stabilisce nemmeno un compenso di partenza e che i beni, nella disponibilità del liquidatore, ammontano ad una cifra che si aggira sui 25 milioni di euro circa per cui, preso atto che le competenze vengono soddisfatte in una percentuale che si aggira intorno al 3%, un eventuale compenso per il fortunato commissario liquidatore si aggirerebbe intorno ai 750mila euro circa. Ma le sorprese non finiscono certamente qui, infatti, al netto di questo ragionamento tecnico che vedrebbe l’onorario del professionista ricadere nella massa debitoria di Sint, non viene difficile immaginare che, per pagare le competenze di questa prestazione, bisognerebbe alienare qualche altra proprietà non strategica dell’immenso tesoro di famiglia. Inoltre, a seguito dei vizi di forma nella gestione della vicenda, commessi dal burocrate prefettizio, non è detto che la procedura avviata non possa subire un improvviso stop, preso atto che, l’uomo che ha rifiutato di incontrare le maestranze termali e che non ha voluto inserire la clausola di salvaguardia nel bando di privatizzazione, ha mostrato in questa occasione di essere simile ad un “Vaso di coccio tra Vasi di ferro” di Manzoniana memoria che, non appena trasportati da un luogo all’altro, tutti insieme, ne sanciscono la inevitabile distruzione. Oggi avremo le idee più chiare rispetto a quella che sarà la sorte di una partecipata che versa in un grave momento di difficoltà, ma per risolvere questo problema è deputata, per eccellenza, la nuova assise comunale che sarà eletta a giorni e non la improvvisa, e repentina, decisione di un uomo che avrebbe dovuto gestire unicamente la ordinaria amministrazione di questa bella ma tanto sfortunata città. Ah, però, però, però!!!
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