(Carlo Carrillo) – Il 19 dicembre u.s. il colpaccio di Arturo Scotto deputato MdP, in una legislatura che si avvia alla sua naturale conclusione. Infatti passa un emendamento alla legge di bilancio del governo che riesce a finanziare nel 2018, per 34 milioni di euro, gli ammortizzatori sociali dei lavoratori esclusi dal ciclo produttivo e per le aziende in crisi del Veneto e della Campania in quanto regioni, paradossalmente comparate, sedi di territori ricompresi tra le aree di crisi industriale complessa. Questo emendamento alla legge di bilancio consentirà quindi, nell’anno solare 2018, la concessione della cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) e della mobilità in deroga ai lavoratori licenziati da imprese operanti nelle regioni suindicate, e considerando che il Ministero dello Sviluppo Economico ha decretato nuove aree di crisi complessa, in cui rientra anche Castellammare di Stabia, finanche i lavoratori stabiesi che rientrano nei parametri previsti potrebbero fruire di un ulteriore anno di ammortizzatori sociali falcidiati dallo Jobs-Act fortemente voluto da Renzi e da tutto il suo partito. Ma, per valutare la ricaduta sul “Cipputi” termale stabiese, bisognerebbe valutare con attenzione quanto previsto dal contenuto del dispositivo. Pertanto, provando ad approfondire la conoscenza dell’emendamento ne vien fuori che: La concessione della Cigs, nel limite massimo di 12 mesi e non oltre il 31 dicembre 2018, sarà accordata alle imprese ubicate nel territorio per il quale è stata riconosciuta l’area di crisi complessa nel periodo compreso tra l’8 ottobre 2016 e il 30 novembre 2017 e che hanno cessato il programma di riorganizzazione aziendale nel 2018, purché presentino uno specifico programma di recupero occupazionale. La mobilità in deroga, invece, riguarderà i lavoratori che hanno cessato la mobilità tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2018, a condizione che a tali lavoratori siano contestualmente applicate misure di politica attiva, prevedendo inoltre che il beneficio decada qualora lo stesso lavoratore dovesse trovare una nuova occupazione. Alla luce di questa premessa, per valutare le ricadute del provvedimento sui lavoratori termali bisogna ripercorrere, molto brevemente, le tappe della loro disgraziata vicenda lavorativa. Considerato che l’azienda è stata dichiarata fallita nel marzo 2015, preso atto che i lavoratori, su forte pressione di Sequino, sono stati licenziati a luglio 2015, e constatato che, per responsabilità e negligenza di tutte le organizzazioni sindacali confederali & free, hanno ottenuto la NASPI in luogo della MOBILITA’ a cui avevano pieno diritto, hanno terminato il percorso degli ammortizzatori sociali il 9 agosto u.s., oggi, a quanto appare, leggendo tra le pieghe dell’emendamento, non “vagheggio” alcun appiglio che potrebbe consentire ai “Cipputi Termali” di poter rientrare nell’applicazione di questo provvedimento, a meno che non gli venga riconosciuto il diritto di poter fruire della mobilità invece che della naspi. E tanto, al punto in cui siamo, potrebbe deciderlo solo una sentenza di un giudice considerate la nuova normativa legata al Jobs-Act, e forse nemmeno quella esaminate le restrizioni previste, quali requisiti, per la cessazione della mobilità ricadente nel periodo 1 gennaio- 30 giugno 2018. E’ stata un ottima iniziativa quella di Arturo Scotto, insieme ad un gruppo di parlamentari P.D. pentiti del Jobs-Act, ma seri e forti dubbi emergono per l’applicazione della normativa ai lavoratori Termali, anche perché questa operazione è servita ad evidenziare non solo il fallimento, della tanto propagandata efficienza, della riforma Renziana ma anche, e soprattutto, la grave crisi sociale che attanaglia ormai da troppo tempo l’area stabiese e del suo circondario. La politica, ancora oggi, ha il dovere di dare risposte serie ed efficaci ad un territorio ormai stremato e prigioniero dell’inettitudine amministrativa di questo centro-sinistra imborghesito ed, oramai, lontano dalle esigenze di una cittadinanza stanca e disillusa!
Castellammare lì 21 dicembre 2017
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