(Red) – La massificazione dei social genera comportamenti veramente inauditi da parte di molti frequentatori del circuito social nazionale. In un gruppo whatsapp di mamme stabiesi, molto attive in questi giorni a cimentarsi alla caccia all’untore, una delle abituali frequentatrici del gruppo è riuscita, non sappiamo come, a procurarsi una foto della sfortunata maestra contagiata pensando bene di pubblicarla sul medesimo gruppo al fine di mostrare, a tutte le altri componenti, la sua incommensurabile capacità investigativa fornendo addirittura dati anagrafici e foto dell’insegnante. Commenti illeggibili, oltre che irriferibili, ne sono derivati in rapida successione all’indirizzo di una persona che, suo malgrado, si è ritrovata ad essere contagiata nel corso di una festa di carnevale che si era svolta presso un istituto scolastico di Torre del Greco, scuola dove la maestra lavora e che, a seguito di un comportamento irresponsabile di una collega, si è ritrovata contagiata da un virus che, purtroppo è molto veloce ad attecchire ed a propagarsi. Nessuno, al contrario, ha evidenziato che la signora, non appena accusati i primi sintomi, ha tenuto un comportamento corretto ed in linea con le disposizioni ministeriali rivolgendosi direttamente al numero verde e, con senso di grande responsabilità verso gli altri non recandosi al Pronto Soccorso ospedaliero, optando nel frattempo per la quarantena volontaria, chiudendosi in casa nell’attesa del risultato del tampone effettuato intorno al 20 febbraio. Ma si da il caso che, questo benedetto risultato, è arrivato solo la sera del 6 marzo 2019, alle ore 18,00 circa, ed è stato comunicato dalla protezione civile direttamente al Sindaco Cimmino che un paziente stabiese, di cui non conoscevano né il nome né il sesso, era risultato positivo all’esame. Da quel preciso momento l’amministrazione si è attivata con tutti i provvedimenti assunti, nel tentativo di contenere il contagio, ma per quanto attiene le competenze di altri enti in materia non sembra che, questi ultimi, abbiano avuto la stessa celerità nell’applicazione del protocollo vigente. La propagazione del contagio si combatte attraverso il senso di responsabilità della cittadinanza che, al fine di evitare il rischio di una pericolosa pandemia, è invitata ad attenersi in maniera scrupolosa e responsabile alle prescrizioni emanate dal Ministero della Salute che, consistendo in pochi ma efficaci regole comportamentali, possono mettere al riparo quella parte più debole della popolazione costituita da anziani e malati cronici con più patologie. Tanto in virtù di un virus capace di propagarsi molto velocemente ma che, per fortuna, possiede un tasso di letalità molto basso. Basta poco per combatterlo, osserviamo pedissequamente le disposizioni del vademecum Ministeriale, e sarebbe consigliabile “voccagliare” molto di meno su queste chat che sanno tanto di “Raduni di Capere” in libera uscita.       

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