(di Red) – “Nel 1984 ho avuto il mio primo approccio alla politica attraverso l’Associazione Studenti Napoletani contro la Camorra. Nel 1985 ho aderito alla FGCI e nel 1989 al PCI e partecipando all’ultimo congresso per poi aderire al PDS ed in seguito ai DS di cui sono divenuto coordinatore della segreteria provinciale della Federazione Napoletana. Nel 2003 ho aderito a Rifondazione Comunista in cui ho ricoperto l’incarico di segretario della Federazione di Napoli. Lascio Rifondazione per costruire SEL di cui attualmente sono componente della Presidenza Nazionale e Coordinatore regionale della Calabria”. E’ stato Consigliere Comunale e nel 2005 Assessore alle politiche sociali e al lavoro del comune di Castellammare di Stabia. Commercialista, appassionato di enogastronomia sul cui tema ha scritto per varie riviste e siti del settore. Cuciniere per passione e lavoro, questo è Andrea Di Martino che, appena alcuni anni orsono, ci illuminava circa il suo percorso politico maturato a morsi di “pane e Leninismo”. Una vita trascorsa sulla “corsia di sinistra” dell’autostrada politica del suo impegno sociale che, completando il suo ricco e fornitissimo curriculum, lo ha visto prima lasciare ancora Sel per riapprodare nelle fila del PD e ricoprire, dal 2016 al 2017, anche il prestigioso incarico di Vicesindaco e di assessore al bilancio ed alle partecipate a fianco di Tony Pannullo prima di ordire la famosa congiura, ai danni del sindaco sfiduciato, concretizzatasi proprio nei giorni della merla del 2018. Poi l’improvvisa voglia di liberarsi dall’etichetta Piddina, una scelta resa pubblica proprio a fine marzo 2018 ed a ridosso delle consultazioni elettorali per le comunali previste per il 10 giugno 2018, una scelta che aveva alimentato tante speranze con circa 190 candidati ripartiti in ben 8 liste, tutte civiche e senza alcun cappello partitico, dove ognuno aveva rinunciato alla propria identità ideologica per abbracciare, tutti insieme appassionatamente, la bandiera del civismo che avrebbe dovuto accompagnare, con il sottofondo musicale dell’Aida, Andrea Di Martino ad occupare lo scranno più prestigioso di palazzo Farnese. Ma dopo l’illusione di potercela fare, il freddo risultato del 24 giugno 2018 che ha spento ogni speranza di poter governare il cambiamento nella ex città delle acque, ed è bastato che le “Renziane sirene” arrivassero al delicato orecchio dell’uomo del “cambiamento”, in movimento perenne attraverso le girevoli porte dei partiti, che il Di Martino non ha esitato nemmeno un istante ad aderire al nuovo partito del redivivo re delle balle “Sfuse ed a Pacchetti” che, manco a farlo apposta, a marzo 2018 era segretario nazionale di quello stesso PD che aveva lasciato in nome di un autonomia politica slegata dalla logica della partitocrazia. E’ un atteggiamento normale questo? Ah, saperlo!!!
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