(di Milena Cascone) – Cimitero, dopo dodici anni di proroghe al contratto e passaggi di mano sembra arrivato il momento di un nuovo gestore. Il condizionale è d’obbligo visto che la gara d’appalto per la gestione del cimitero a Castellammare sembra stregata. L’iter del bando di gara espletato dalla Cuc di Torre Annunziata è arrivato alle battute finali e dall’esito è venuto fuori un vincitore ma con riserva, visto che l’offerta presentata è stata giudicata “anomala” e dovrà essere oggetto di ulteriori verifiche da parte degli uffici comunali di palazzo Farnese. Ieri mattina si è tenuta l’ultima seduta di gara alla Centrale Unica di Committenza di Torre Annunziata dove la commissione ha stilato la graduatoria finale delle cinque ditte scese in campo per accaparrarsi la gestione dei servizi cimiteriali per i prossimi 5 anni. A spuntarla con il maggior ribasso sulla base d’asta fissata a 920mila euro è stata la ditta Servizi cimiteriali srl di Castellammare di Raffaele Sebastiano Cesarano.

L’impresa stabiese presentando un’offerta complessiva di 680mila euro, con un ribasso del 26% sulla base d’asta, è uscita vincitrice dalla gara superando la concorrenza delle ditte Valentino De Feo (25%); Multiservizi Group (21,75%); Sant’Elena Service (7%) e Electra Sannio (3,75%). I commissari di gara al termine della procedura hanno giudicato “anomala” l’offerta, ovvero con un eccesso di ribasso, ed hanno inviato tutta la documentazione agli uffici di palazzo Farnese che dovranno valutare se procedere o meno all’aggiudicazione definitiva dell’appalto. Un appalto che il Comune stabiese tenta di assegnare da ben dodici anni, infatti sin dal 2005 i servizi cimiteriali sono gestiti in regime di proroga. In questo lungo lasso di tempo ben due di bandi di gara espletati dalla SUA (Stazione Unica Appaltante) sono risultati nulli visto che la commissione ha giudicato le offerte “tutte sotto un unico centro decisionale”. E per di più intorno alla gestione del cimitero si è scatenata una dura battaglia legale arrivata fino al Consiglio di Stato. Infatti nel 2012 la Caronte sas di Casoria, la ditta che gestiva il cimitero dal 2005 in regime di proroga, è stata colpita da una interdittiva antimafia dalla Prefettura di Napoli e così l’ente di piazza Giovanni XXIII ha fatto partire la revoca del contratto. Nel frattempo, però, la Caronte sas ha presentato e vinto il ricorso al Tar della Campania, infatti i giudici del Tar  hanno definito il “rischio di inquinamento mafioso superato”. A quel punto nel 2014 il Ministero dell’Interno – con tanto di bacchettate ai funzionari dell’ente che non avevano proceduto a pubblicare una nuova gara dopo la revoca del contratto – ha impugnato la sentenza davanti al Consiglio di Stato che ha confermato la legittimità dell’informativa antimafia. Di qui il via all’iter per la pubblicazione della nuova gara, e nel mezzo una cessione di ramo d’azienda dalla Caronte ad un’altra ditta di Scafati. A questo punto è d’obbligo la domanda: E adesso la querelle va verso la fine?







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