Dire che volano gli stracci è riduttivo. Forza Italia è una polveriera pronta ad esplodere, il tutto a pochi giorni dal voto delle Europee. Un duello rusticano che in queste ore sta prendendo piede sui social, sui giornali e a colpi di lettere (vecchia maniera). La base berlusconiana che di fatti sfiducia il gruppo consiliare composto da quattro consiglieri comunali.
Le dimissioni di Antonio Sicignano hanno scatenato il putiferio. Lui che non ha mai goduto della fiducia di consiglieri, ha preso la palla al balzo – poco dopo la sua nomina come consulente della commissione bicamerale ecomafie – ed ha lasciato la guida del partito. Apriti cielo. Sicignano che non ha pensato su due volte a bollare il gruppo consiliare come “poco produttivo”. La risposta è stata altrettanto stizzita: “Avevamo chiesto a Sicignano di farsi da parte, perciò si è dimesso. E’ stata una delusione”.
Parole che hanno scatenato la reazione della base di Forza Italia, compresi candidati al consiglio comunale alle ultime amministrative. “Sono stato candidato al consiglio comunale per Forza Italia e sono deluso dal comportamento degli attuali consiglieri eletti. Si devono dimettere – è il commento di Francesco Giglio – E’ inaccettabile vedere quello che sta succedendo: nessuna iniziativa e nessun coinvolgimento della base. L’unica cosa che sanno fare è fare copia/incolla dei comunicati del sindaco su Facebook. Nessun intervento di rilievo in consiglio comunale. Nessuna proposta seria. Lo sanno tutti che un consigliere sta trattando per andare nella lega, un altro spera di prendere qualche incarico in giunta per l’amico e qualcun altro non sa nemmeno lui cosa vuole fare. Un giorno si complimenta con Antonio Sicignano, mandandogli messaggi di sostegno e dicendogli di voler prendere le distanze dal gruppo di Forza Italia e un altro lo attacca. Forza Italia è allo sbando, per colpa di questi consiglieri. Come me la pensano molti candidati della lista: siamo stati usati e poi gettati. E’ arrivato il momento di dire basta: si devono dimettere. E’ arrivato il momento in cui il partito di forza italia deve tornare alla base. Via da Forza Italia. Ve ne dovete andare. Non vi vogliamo”. E ancora l’ex comandante dei vigili di Castellammare, Salvatore Di Capua, in difesa di Antonio Sicignano: “Non basta, invero, sedersi nell’Aula e magari – se si hanno gli zebedei – battibeccare con l’avversario politico. Non basta “rendere noto” all’occasione di aver fatto questo o quello; di aver affrontato questo o quel problema….., se chi ti ha votato non ne sa niente. Sicignano non vi ha criticato; ha solo rilevato un modo di fare che ha nulla a che vedere con “l’essere i rappresentanti di una parte della cittadinanza che vi ha votato. E quando accenna, poi, alla mancanza di “proposte di alto profilo”, che alla Città farebbero tanto, ma tanto bene, considerato lo stato in cui è ridotta….., mi sembra chiarissimo che evidenzia un aspetto dell’attività dell’amministrazione civica che spetta di diritto e , aggiungerei, di dovere a chi è stato investito dalla volontà popolare. Concluderei, quindi, senz’altre considerazioni – e ce ne sarebbero! – auspicando che le osservazioni di Sicignano, che avrebbero potuto essere di stimolo alla vostra azione politica e amministrativa, lungi dal costituire motivo di un così rabbioso attacco, sollecitino una vostra maggiore presenza sul territorio mediante anche pubbliche riunioni nella quali, ecco – ad esempio – rappresentare gli eventuali provvedimenti proposti o realizzati. La gente vuole essere coinvolta, sapere, poter giudicare, potersi gratificare di eventuali successi….non essere dimenticata e ricordata solo per le elezioni….quando vi serve il loro voto! Scendete in mezzo alla gente, cari Amici, ne guadagnerete onore e prestigio….per voi e per il Partito che rappresentate”.
A questo si aggiunge l’intenzione di passare con la Lega da parte di Antonio Cimmino, addirittura capogruppo di Forza Italia. In tutto questo si attende la reazione del coordinamento provinciale. Ma ad Antonio Pentangelo, adesso che è iniziata la faida interna, non resta altro che prendere le redini in mano del partito. O no? E’ quantomeno auspicabile.
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