(di Red) – Appena due giorni dopo il risultato delle Europee, nella ex città delle acque, il redivivo P.D. stabiese ha provveduto, subito dopo aver concluso una rapida analisi del voto, ad immortalare il grande rientro tra le fila del partito di Zingaretti di tutti gli abili ed arruolabili a partire dai vecchi esodati fino ai recenti scappati di casa, aventiniani compresi. Una festa in grande stile celebrata tra commoventi ricordi di passate esperienze governative e rinnovati patti alla luce di una nuova alleanza che, secondo il disegno politico dei vecchi e nuovi capibastone locali, potrebbe diventare fondamentale e speculare già dalle prossime consultazioni regionali in calendario nella prossima primavera. La comune matrice, ideale e politica, rappresenta il collante di questo rinnovato impegno sottoscritto in nome di una severa e pesante autocritica susseguente alla caduta di “Tonino il Breve”, quale vittima incolpevole di una violentissima faida intestina maturata in una gestione tormentata e pregna di “grigi scenari amministrativi”, a tutt’oggi nella lente di ingrandimento della procura oplontina. Una pace sancita intorno al “Calumet della pace” che, sulla scorta dei 4225 voti conseguiti e pari al 21,99% delle Europee, rappresenta lo zoccolo duro di questo partito che nonostante la notevole emorragia di circa il 20% dei voti, rispetto alle consultazioni del 2014, rimane comunque la seconda forza politica di una città che ha visto recarsi alle urne solo il 17% degli aventi diritto. Insomma un richiamo al passato, ha costituito questa occasione, che potrebbe preoccupare non poco l’amministrazione di centrodestra capeggiata dal forzista Cimmino che, nella sua compagine di giunta, potrebbe aver inopinatamente ospitato un intrigante quanto pericoloso cavallo di Troia che potrebbe predisporre la strada della riscossa ai rinfrancati e determinati comunisti ritrovati.
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