(Redazionale) – Bagarre al Comune di Gragnano intorno alla Commissione Pari Opportunità, dopo che la Presidente e ben altre cinque componenti hanno rassegnato le proprie dimissioni. Un gesto che avrebbe dovuto portare, per buona prassi politica, allo scioglimento della stessa
da parte del Presidente del Consiglio Comunale. Scioglimento che, tuttavia, tarda ad
arrivare, nel silenzio assoluto da parte del Comune.
Ma procediamo con ordine.
La C.p.o. è stata istituita nel mese di dicembre 2016,
formata da 10 componenti scelte dal
Presidente del Consiglio, selezionando dieci curricula di tutto rispetto. Nominate la
prof.ssa Antonietta Rotondale, la prof.ssa A.Paola Greco, le avvocatesse Ylenia Zaira
Alfano, Giovanna Donnarumma, Elvira Longobardi, Mariarosaria Peluso, la dott.ssa
Carmen Iovine, la dott.ssa Immacolata Di Napoli, ed ancora la giovane Marianna Esposito
e Bianca Maria Rossetti.
Eletta Presidente la prof.ssa Rotondale, la commissione–insediatasi per la prima volta a
Gragnano-ha elaborato il regolamento della stessa ed ha dato inizio alle proprie attività.
Nonostante gli sforzi profusi dalle professioniste e le attività pur messe in piedi, tuttavia,
qualcosa non ha funzionato, tanto che ben 6 componenti hanno rassegnato nelle mani del
Sindaco e del Presidente del Consiglio le proprie dimissioni. Quali i motivi? “La
Commissione per le pari opportunità–ci illustra l’avv.Ylenia Zaira Alfano, già Vice
Presidente della C.p.o.– ha nel proprio regolamento obiettivi di primaria importanza nella
tutela della donna e dei soggetti deboli in genere. Abbiamo messo in campo competenze
ed energie e, tuttavia, qualcosa ben presto ha smesso di funzionare. Ed invero–continua
l’avvocato–ho ritenuto opportuno rassegnare le mie dimissioni, insieme alle colleghe
Rotondale, Greco e Longobardi –in quanto la C.p.o. ,a causa di personalismi esasperati,
ha praticamente cessato le funzioni che le sono proprie. Assenze concordate da parte di
alcune componenti, tentativi di sabotaggio delle attività programmate e attacchi personali
di scarso spessore hanno reso praticamente impossibile il raggiungimento degli scopi
enunciati in sede regolamentare. Le dimissioni sono state un atto di responsabilità e
soprattutto di rispetto nei confronti delle donne del territorio e della cittadinanza tutta: gli
incarichi servono per costruire e per realizzare, non per dare bella “mostra” di sé” conclude
l’avv. Alfano. Risulta che già nel mese di novembre la C.p.o.,con ampie note protocollate
dalla Presidente Rotondale e dalla Vice Presidente Alfano, aveva reso note
all’Amministrazione le difficoltà funzionali, tanto che il Presidente del Consiglio aveva
convocato una riunione, in uno all’Assessore Sara Elefante, per fare chiarezza sulla
vicenda.Tuttavia, all’esito della riunione -nonostante la gravità delle note agli atti- altro
non fu fatto che invitare le componenti a raggiungere un maggiore equilibrio interno. A
distanza di oltre due mesi, è chiaro che- nel silenzio dell’Amministrazione- alcune delle
componenti si sono viste costrette a compiere da sole un gesto di responsabilità,
rassegnando così le proprie dimissioni.
Ed ora che la maggioranza della commissione ha agito in tal senso, ci chiediamo di che
panni voglia vestire l’Amministrazione ,la quale non potrà certo ignorare il gesto forte
compiuto dalle professioniste che hanno preferito dimettersi piuttosto che continuare a
rivestire un incarico che ormai, a causa delle difficoltà rappresentate, era oramai svuotato
del suo significato.
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