(di Carlo Carrillo) – Nella giornata del 25 febbraio 2018 erano previste, con inizio dalle ore 17,00 fino alle 23,00, le votazioni “primarie” pentastellate per poter eleggere il candidato sindaco alle prossime consultazioni comunali che si svolgeranno nella città stabiese a cavallo della fine di maggio e/o inizio giugno p.v.. In virtù di quanto propagandato dall’associazione, a cui fa riferimento il movimento cinquestelle, oggi alle ore 17,45 circa mi sono presentato al seggio di via Catello Marano per tentare di verificare se quanto divulgato in tutte le salse dai grillini risultasse verosimilmente applicato. Arrivato nei pressi del seggio, ubicato agli inizi di via Catello Marano, ho avuto modo di constatare che le operazioni di voto erano iniziate in perfetto orario e che nella sede, seppur molto piccola, erano assiepate già una decina di persone in fila, in attesa di essere “certificate”, per esprimere il loro voto per uno dei tre candidati sindaco da presentare alle comunali al fine di tentare la scalata allo scranno più alto della sala consiliare Falcone&Borsellino. Orbene, al momento di entrare sono stato fermato da alcuni signori che stazionavano all’esterno che mi hanno chiesto se dovessi votare, ed avendo ricevuto risposta affermativa mi hanno chiesto se fossi iscritto al movimento. A questo punto, avendo risposto negativamente alla precisa istanza, mi è stato detto che non era possibile poter votare in quanto non iscritto certificato. Questa innocente “provocazione” mi è servita per capire come funzionano, e se funzionano, realmente queste “primarie grilline”, ed ancora più chiarezza ha contribuito a fare l’ex capogruppo Amato con il quale mi sono intrattenuto poi a parlare, con un intervista che pubblicheremo in disparte, che ha tentato di spiegarmi, tra non poche difficoltà ed imbarazzo, quali fossero i criteri scelti da “una assemblea”, di una cinquantina di iscritti, per stabilire le regole di questa votazione volta a scegliere il candidato sindaco pentastellato. Insomma, in una città dove i grillini, alle scorse consultazioni comunali, hanno conseguito il 16,39%, pari a 5.890 consensi per il candidato sindaco e l’11,79% pari a 4.147 voti per la lista, che, secondo una fonte ben informata, conterebbero in città circa tremila iscritti è quantomeno inquietante che a decidere le regole per l’elezione del candidato sindaco siano una cinquantina di iscritti in nome di una democrazia partecipata e, per giunta, aperta alle istanze della società civile. Regole ed indicazioni nazionali stravolte da una minoranza che, tra l’altro, ha avallato la candidatura a sindaco di tre “cittadini” che proponendosi, in modo autoreferenziale, attraverso la presentazione di un curriculum vitae pregno di attività personali afferenti il proprio impegno professionale che poco ha che vedere con l’impegno sociale e politico profuso sul territorio che avalli e giustifichi questa “discesa in campo” in un ruolo, peraltro, molto delicato che imporrebbe a monte sia una maturità politica(intesa nel significato pieno del termine) di alto profilo che un progetto politico serio e realizzabile, confortato dalla perfetta conoscenza delle problematiche, per voltare finalmente pagina nella nostra città. Alla luce di queste improvvisate e poco probabili candidature di spessore, mi sono convinto che per i “grillini” anche questa consultazione per le comunali continuerà ad essere solo, ed esclusivamente, una ulteriore occasione per consentire la crescita del movimento in attesa che possa arrivare quella maturazione necessaria, anche per condizioni,onde poter vedere una squadra di qualità che possa seriamente ambire a guidare, dalla poltrona più prestigiosa di palazzo Farnese, il vero mutamento della storia politica ed amministrativa stabiese. Per adesso? Solo “Chiacchiere per la cittadinanza”!
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