(di Carlo Carrillo) – Cosa significa gestire un albergo che porti vicino la classificazione 5 stelle. Subito! Questa importante classificazione prevede: una reception aperta 24 ore su 24, conoscenza di tre lingue straniere da parte del personale addetto, camere singole di almeno 9 metri quadrati, camere doppie di almeno 16 metri quadrati e bagno di almeno 5 metri quadrati. Gli alberghi 5 stelle sono di solito gli unici che offrono la televisione satellitare in camere ed un servizio di trasporto bagagli 24 ore su 24. Cosa dovrebbe significare in politica l’utilizzo di “questa classificazione”? Soddisfiamo subito il nostro e vostro quesito. Infatti, le 5 stelle, dovrebbero garantire: la tutela dell’acqua pubblica, della mobilità sostenibile, dello sviluppo, della connettività e dell’ambiente. Il padre spirituale del Movimento, Beppe Grillo, nei primi comizi fondativi sosteneva infatti che se non fossero esistiti i partiti, composti da politici “ladri e corrotti” e sostenuti da un’informazione asservita al potere, “potremmo tutti condurre una vita a cinque stelle”, come se fossimo ospiti di un resort. Questo il punto cardine di partenza di questo movimento che è sbarcato anche a Castellammare, e che alle ultime politiche, nella ex Stalingrado del sud, ha conseguito percentuali da capogiro. Il 10 giugno prossimo venturo si vota, anche a Castellammare, per eleggere il nuovo consiglio comunale a seguito dello scioglimento anticipato che ha prematuramente mandato a casa l’amministrazione Pannullo, e come da copione insieme agli altri partiti, con decine di civiche, ecco che i pentastellati hanno presentato la loro lista con un candidato sindaco perfetto sconosciuto e proveniente, tra l’altro, da A.N. che porta in dote una impalpabile esperienza politica nella IV^ circoscrizione del San Marco maturata nel 2002. Molto poco per un movimento politico dalle grandi ambizioni, visto che si è candidato a governare il Paese, una scelta che, secondo alcuni detrattori ex grillini, sembra sia maturata in una intima riunione di famiglia della “casata Cirillo’s” che, sempre secondo i dissidenti, avrebbero scelto di candidare Nappi in quanto fido esecutore di ordini e disposizioni impartite dal rampollo della famiglia che, ad oggi, è consigliere regionale della Campania. Per quale motivo la potente famiglia grillina avrebbe scelto una candidatura di basso profilo politico e di altrettanto spessore amministrativo, tra l’altro, sconosciuto a tutti tranne a chi, per motivi professionali, ha avuto la “fortuna” di incontrarlo sulla propria strada? Orbene, la motivazione non può che essere quella che ognuno di noi, addetti ai lavori, ha pensato e che per i più disparati e vari motivi ha deciso di non esternare, ma siamo fermamente convinti che il giovane e ambizioso Cirillo’ssino abbia scelto proprio, e non a caso, un uomo inadeguato a ricoprire un ruolo così importante, in una città come la nostra, proprio per “telecomandare” nel caso di vittoria l’amministrazione di una delle città più importanti del napoletano anche perché, considerato l’avvicinarsi delle elezioni regionali, potrebbe essere strategicamente importante avere il proprio riferimento sullo scranno più alto di palazzo Farnese non solo per esercitare direttamente il potere ma anche, e soprattutto, per raccogliere i consensi necessari per essere riconfermato in regione. Un operazione di marketing politico che poco, o nulla, attiene alle problematiche della città, e per verificare ciò basta leggere con attenzione il loro programma che, senza dubbio, rappresenta la “Sagra del vuoto” in salsa pentastellata. Ah, saperlo!!! 

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