BakhitaLa storia di Bakhita, la santa africana che da ragazzina fu rapita e poi venduta più volte(cinque) a mercanti di schiavi, con tutte le violenze fisiche, morali e psicologiche facilmente immaginabili e che avrebbero potuto provocare in lei traumi e ferite incancellabili sul piano dell’integrità psichica, sintetizza in modo esemplificativo il significato del vero perdono Cristiano. Alla fine di questo estenuante percorso di prigioniera-schiava, addirittura  tatuata con rito crudele e tribale: 114 tagli di coltello lungo tutto il corpo, Bakhita viene ulteriormente venduta, ma per destino, riscattata dal console italiano in Sudan e portata in Italia, ove conosce la fede cristiana e si consacra a Dio. Ebbene, c’è una frase con cui Bakhita racconta in sintesi la sua storia, il suo terribile passato, caricandolo d’un senso totalmente nuovo e inedito: “Se io incontrassi quei negrieri che mi hanno rapita e quelli che mi hanno torturata, mi inginocchierei a baciare loro le mani, perché se non fosse accaduto ciò, non sarei ora cristiana né avrei conosciuto Dio”. Quel Dio di cui solo poi scoprirà il nome, ma di cui aveva sperimentato la presenza e la protezione, e in particolare l’azione formatrice che –attraverso quella terribile vicenda- aveva lentamente plasmato e preparato il suo cuore a incontrarlo nel volto del Figlio crocifisso, ad avvertire una certa sintonia-simpatia con lui, e a desiderare d’essere e d’amare esattamente nella Sua dimensione. E così quel che sembrava assurdo, brutale, mortale addirittura viene caricato d’un senso nuovo, diviene tappa e pietra angolare della sua formazione, tutta gestita dal Padre Dio. Notiamo bene: Bakhita non perdona semplicemente chi le ha fatto tutto quel male. Ella fa molto, molto di più: riesce a integrare pienamente il male ricevuto, gli dà un senso nuovo, lo trasforma e trasfigura, lo vive addirittura come benedizione, come grazia di formazione. Giungendo al punto di ringraziare, addirittura, coloro che le avevano fatto del male, inconsapevoli mediatori d’un grande bene, senza evidentemente nulla togliere alle loro gravissime colpe e/o responsabilità. Amare nella dimensione della Croce! Questo è il PER-DONO.

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