(di Red) – Elezioni bagnate, elezioni fortunate, questo potrebbe essere il titolo per i “Sovranisti” stabiesi all’indomani della consultazione elettorale per le Europee. Una consultazione che ha visto la partecipazione di circa 19.659 votanti, una percentuale bassissima che scende addirittura sotto, di ben cinque punti percentuali, rispetto al 42,8% del 2014. Un record negativo per i cittadini della ex città delle acque, con risultati che sembrano non corrispondere alla reale, anche se complessa, geografia politica della città. I Pentastellati e la Lega, partiti della coalizione governativa, risultano premiati con un segno positivo di più 13%, mentre il PD, sempre rispetto al 2014, vede penalizzato il suo bottino di voti con un meno 20%, e ciononostante rimane comunque la seconda forza politica della città. Quasi estinto è risultato il partito de La Sinistra, rappresentato localmente da Tonino Scala, che raggranellando pochissime manciate di voti ha dovuto registrare una perdita percentuale pari a circa il 2,5%. Un buon successo registra invece il partito della Meloni che, con un più 2,4% riesce a far esultare persino l’ex sindaco Bobbio, mentre un’analisi dissimile va sicuramente fatta per il partito del Cavaliere che, nonostante il ritorno dell’ex sottosegretario agli Interni e la contestuale scomparsa di Italia dei Valori dalla competizione, ha registrato una netta perdita di circa 1000 voti, pari al 2,5%, rispetto alle passate europee. Risultati che, in linea con il trend nazionale, hanno confermato una crescita esponenziale dei Salviniani che dai 200 voti del 2014 sono balzati a circa 2600 preferenze che, per un partito senza sede ed assente dal dibattito politico locale, si ritrova a diventare terreno di conquista per un nutrito gruppo di “soldati di ventura” che, cogliendo la ghiotta occasione elettorale, tentano di rifarsi il look al fine di rientrare dalla finestra dopo essere stati bocciati alle comunali scorse dall’elettorato stabiese. Ridicola, nonché insufficiente, la disamina politica del voto elaborata dal consigliere comunale pentastellino che, pur di marcare la presenza, nel suo tentativo di far passare questo risultato ottenuto dai Grillini come un merito maturato a seguito dell’azione politica che avrebbe svolto il suo gruppo in consiglio comunale. Mai analisi politica risultò tanto comica ed inadeguata, infatti, basterebbe solo pensare che i 5Stelle appena a marzo 2018 conseguirono circa 17,000 voti, circa il 54% in termini percentuali, alle elezioni politiche del 4 marzo salvo poi conseguire, con Nappi candidato sindaco, appena 4.100 voti pari al 12,8% alle comunali. Un patrimonio di voti depauperato dall’incapacità politica ed amministrativa della compagine presentata dai pentastellati? Sicuramente, ma nessuno degli analisti si è mai sognato di sottolinearlo, in quanto le comparazioni si elaborano per consultazioni omogenee, ma tutto questo Nappi lo deve ancora studiare. O no?

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