(Red) – Appena una settimana fa, i tre compari consiglieri di opposizione della sinistra stabiese, uscirono con la sottoscrizione di un documento unitario sulla questione del Termalismo attraverso il quale chiedevano, addirittura ben tre giorni prima che il Sindaco Cimmino si recasse al Mise, chiarimenti su quanto fosse accaduto in occasione dell’incontro “romano” dell’Amministrazione comunale con il Ministero, tanto ancor prima che lo stesso avesse luogo. Questo accadeva sabato 18 gennaio u.s., poi l’incontro al Mise avvenuto in data 22 gennaio e, il giorno successivo, la conferenza stampa del Sindaco in Sala Giunta ad illustrare a giornalisti ed addetti ai lavori il risultato conseguito in una calda giornata romana attraverso l’incontro con il Direttore Generale Barca ed il rappresentante di Invitalia, alla presenza di una folta delegazione tecnico-amministrativa al seguito del Sindaco e di un gruppo di onorevoli pentastellati che al termine, esultanti e felici sul presunto esito positivo, elaborarono addirittura un comunicato stampa ad hoc sull’argomento. Tanto è bastato per suscitare “l’invidia politica” del Consigliere Scala, nonché quella del suo padre putativo politico, che alle notizie filtrate dalla conferenza stampa del Sindaco ha reagito in maniera dura ed incomprensibile per certi aspetti, sottolineando addirittura che il piano Invitalia sviscerato nel corso dell’incontro in sede ministeriale sarebbe stato, a suo avviso, un piano vecchio e stantio risalente addirittura all’anno 2014, anno in cui governava la città Nicola Cuomo grazie anche all’apporto del suo partito, all’epoca Sinistra e Libertà. Ma se putacaso questa affermazione dovesse risultare al vero, vien da chiedersi per quale motivo, il partito di Vozza e Scala che all’epoca governava con Cuomo, non abbia preteso con forza che questo famoso piano Invitalia, costituito da 114 pagine, fosse protocollato ed applicato, considerato che il Concordato Preventivo ancora non era stato bocciato dal Giudice Del Sorbo e che non era neanche stato dichiarato il fallimento dell’azienda? E se tutto ciò dovesse risultare vero, come mai il Consigliere Scala non ha mai parlato di questo piano e nemmeno ha mai indicato in quale cassetto di quale scrivania fosse gelosamente conservato? Forse perché non svolgeva la funzione di Consigliere Comunale durante il periodo Pannulliano, oppure perché è venuto a conoscenza di questa notizia solo in questi ultimi giorni attraverso qualche strumentale confessione ad orologeria? E di tutto ciò, il Consigliere Scala, non ritiene che sia necessario informare almeno la Commissione speciale Terme? Un comportamento strampalato quello tenuto da queste opposizioni che, prima firmano un documento unitario sulla questione Terme senza scambiarsi tra loro nemmeno “uno straccio di informazione”, salvo poi uscire successivamente con documenti separati per lanciarsi “frecciate al vetriolo” su quello che, le passate amministrazioni, avrebbero potuto fare e che, a quel che appare, pur di non farlo lo hanno tenuto “segretamente” e sagacemente nascosto. Non c’è che dire, e che ne parliamo a fare, più scombinati di così non è possibile trovarne. Ah, saperlo!!!       

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