“Il tempo delle procedure poco chiare e delle spartizioni di poltrone è finito. Siamo all’opera sin dal giorno del nostro insediamento per recuperare 4 anni di inerzia nella programmazione. E chi alimenta la politica del sospetto, è invitato ad evitare allusioni e a fare nomi e cognomi, denunciando le anomalie contestate alle autorità competenti. Siamo stufi di questo terrorismo psicologico che arreca solo danni alla città”. Così si esprimono i consiglieri della maggioranza a sostegno di Gaetano Cimmino, sindaco di Castellammare di Stabia.

“In 6 mesi si è avviato il recupero del tempo perso negli ultimi 4 anni. Ed è paradossale che qualche forza politica ci accusi di aver prodotto ritardi che affondano piuttosto le radici nell’inerzia di chi in passato ha amministrato la città. La programmazione 2014-2020 sarebbe dovuta partire già 4 anni fa, ma le amministrazioni che ci hanno preceduto non hanno neppure iniziato a ragionare sulla stesura di un documento, il Dos, che rappresenta la chiave di volta per intercettare i fondi europei con cui avviare lo sviluppo del tessuto urbano e sociale di Castellammare. Rispediamo al mittente le polemiche strumentali, provenienti da chi ha determinato la situazione critica a cui oggi stiamo ponendo rimedio. Sin dai giorni successivi al nostro insediamento, ci siamo messi all’opera per mettere a punto il documento di orientamento strategico che presto approderà in consiglio comunale, frutto di una fase di concertazione tra associazioni, forze politiche e società civile, che ha prodotto numerose proposte pervenute a seguito dell’avviso pubblico del Comune. Paragonati alla loro totale inerzia, noi stiamo viaggiando alla velocità della luce. E intanto ci avviamo verso l’assunzione di un dirigente tecnico per il quale abbiamo messo in campo una procedura trasparente e chiara, secondo le normative vigenti, ben diversa rispetto alla mobilità attuata dai nostri predecessori, che ha prodotto risultati scadenti. Su 34 assunzioni previste nel 2018, soltanto 13 sono andate in porto. E in vista dell’imminente ondata di pensionamenti nessuno in passato ha pensato di garantire una fase intermedia di accompagnamento dei nuovi assunti con quelli che a breve si apprestano a lasciare l’attività presso l’ente.
La malsana azione amministrativa messa in campo in passato non ha tenuto conto delle necessità impellenti di un ente che boccheggia da troppi anni e che si avvia verso un preoccupante sottodimensionamento in termini di personale, in attesa delle nuove assunzioni. Le tante pratiche ferme negli uffici dipendono da questi fattori. E se qualcuno ritiene che alcune pratiche siano state velocizzate, ci fornisca elementi a supporto, facendo nomi e cognomi, anziché alludere e seminare sospetti, e saremo noi stessi a denunciare l’accaduto. In merito all’adozione del Puc, inoltre, è innegabile che la scadenza del 31 dicembre 2018 non è stata rispettata. Ma sin dall’inizio del 2017 era chiaro a tutti quale dovesse essere il percorso da seguire, con le relative scadenze. Come si può pensare che in pochi mesi potessimo essere in grado di sopperire all’altrui inadempienza, che si è protratta per quasi due anni? Per quanto riguarda il programma triennale delle opere pubbliche, infine, ai sensi dell’art. 5 comma 5 del decreto ministeriale 14/2018, la pubblicazione ai fini della presentazione delle osservazioni non è tassativa e le amministrazioni possono consentire la presentazione di eventuali osservazioni entro 30 giorni dalla pubblicazione. L’approvazione avviene nei successivi 30 giorni dalla scadenza della consultazione oppure entro 60 giorni dalla pubblicazione. Quindi ora i termini non sono più minimi ma massimi. La smettano dunque di contestarci presunti ritardi, perché le criticità attuali sono il frutto del loro prolungato letargo.
Piuttosto che alimentare polemiche sterili, sarebbe più utile alla città una fattiva e sinergica collaborazione, allo scopo di recuperare il tempo infruttuosamente trascorso che espone l’ente ad un concreto e realistico pericolo di perdita dei finanziamenti. La superficialità che emerge nella modalità con cui sono state condotte e governate alcune opere pubbliche (Casa del Fascio, Corso De Gasperi, Stimmatine) ha esposto e rischia ancora di esporre l’ente a danni non solo sotto il profilo economico/finanziario, ma anche per il mancato godimento del bene per il quale sono state profuse ingenti risorse economiche. Anche questa purtroppo è una triste eredità”.

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