(di Red) – Appena in tempo, per il comune stabiese, di evitare un’altra grande gaffe sulla questione concorsi, in particolare per quello che prevede l’assunzione di sette istruttori, dove nella delibera dirigenziale compariva un secco sbarramento ai concorrenti che non fossero in possesso di un titolo di studio(diploma di scuola media superiore) conseguito al liceo classico e/o scientifico. Il motivo? Una limitazione inserita dalla dirigente, Sabina Minucci, al fine di poter avere a disposizione una prima scrematura attraverso l’eliminazione di possibili candidature non in possesso di una cultura umanistica e/o scientifica. Questa scelta, a suo avviso, avrebbe sicuramente garantito all’amministrazione di poter disporre potenzialmente di un personale formato e capace di leggere normative e disposizioni alla luce della propria formazione. Ad evitare una prima grande figuraccia fu il sindaco, Gaetano Cimmino, relativamente al limite di età, fissato a 40 anni, che è stato rimosso, adesso viene fuori quest’altra sorpresa dalla determina pubblicata dalla Minucci che, manco a farlo apposta, è sempre la stessa dirigente che circa un anno fa revocò un “Avviso pubblico” riguardante l’assunzione nominativa a tempo pieno ed indeterminato di N° 1 categoria B1, riservato esclusivamente a disabili psichici iscritti negli elenchi di cui all’art.8 della legge 68/1999, avviso attraverso il quale, si stabiliva che la procedura di selezione dei candidati sarebbe stata affidata ad una commissione che, a sua volta, sarebbe stata nominata con un atto successivo e che, disponendo di una serie di strumenti ai fini della valutazione, avrebbe dovuto accertare la preparazione culturale e le attitudini dei candidati ai fini dell’assolvimento delle mansioni previste dalla declaratoria afferente la categoria di appartenenza. Questa revoca, su denuncia di un concorrente, sarebbe, secondo le nostre fonti, già costato alla dirigente in questione un avviso di garanzia recapitato appena qualche mese fa. Non vorremmo, considerati gli errori seriali, che per esperire al protocollo concorsuale di queste 21 unità si corra il rischio di lasciar passare altri dieci lunghissimi anni.
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