(di Carlo Carrillo) – Sono ormai trascorsi 17 giorni dal ballottaggio che ha visto prevalere Gaetano Cimmino nella ex Stalingrado del Sud, una vittoria, meritata a dire il vero, che ha premiato un programma serio ed articolato che è stato veicolato con convinzione e determinazione. Analizzando a freddo, la nuova configurazione del Consiglio Comunale stabiese, emerge un dato molto significativo, almeno per quanto attiene la coalizione del neo sindaco espressione di Forza Italia. Invero, la lista diretta espressione del sindaco, “Cimmino sindaco di Stabiae”, ha conseguito ben sei consiglieri comunali, risultato che solo il P.D., un partito vero e strutturato, aveva conseguito in un recente passato, e questo esito, insieme con il buon successo di F.I. con ben quattro consiglieri al suo attivo, garantisce a Cimmino uno zoccolo duro di ben dieci consiglieri di base, affidabili e fedeli, alla sua compagine. E se a “tanta roba” proviamo ad aggiungere i due consiglieri di “Solo x Castellammare”( Federico e De Gennaro) possiamo prendere atto che ben tre liste, espressione diretta e/o indiretta del partito del Cavaliere, contribuiscono a creare condizioni di stabilità politica ed amministrativa intorno al progetto del rampante rampollo della Carfagna. Gli altri partiti della coalizione vincente, Udc, Fratelli d’Italia e Lega, chiudono il conto del risultato conseguito dalla coalizione vincente con un consigliere pro-capite. Nemmeno Luigi Bobbio, primo sindaco del cdx stabiese a rompere una egemonia durata ben diciotto anni consecutivi della sx, era riuscito ad ottenere un risultato simile, pur avendo a disposizione ben otto consiglieri comunali espressione di F.I.( ben cinque) e della lista Bobbio sindaco(tre consiglieri), in quanto espressione di una coalizione comprendente ben quattordici liste rappresentate, in gran parte, da personaggi litigiosi ed intraprendenti con esigenze di dar luogo alle proprie inclinazioni voraci. Per ritrovare un risultato simile a quello di Cimmino bisogna guardare a ritroso nel tempo per scoprire che, una maggioranza così compatta e granitica, era stata eletta con il primo governo Polito, ed a questo punto parliamo del 1992. Parliamo di ben ventisei anni or sono, di circa tre generazioni fa, oggi tutto sembra sia cambiato alla luce dei percorsi di sindaci come Salvato, Bobbio, Cuomo e Pannullo, amministrazione Vozza in disparte che è riuscita a concludere la sua consiliatura, a tratti effervescente, solo grazie allo spessore politico ed amministrativo del vero, e forse unico, “animale politico” oggi ancora presente ed attivo sul territorio stabiese. E dopo ben tre consiliature terminate anzitempo, con Bobbio inciampato sul bilancio in consiglio comunale e Cuomo e Pannullo per “decreto notarile”, il voto degli stabiesi del 10 giugno, e confermato dal ballottaggio del 24 giugno, si è espresso in maniera convinta per garantire, al nuovo sindaco, una serena stabilità politica ed una governabilità finalizzata ad affrontare e risolvere i molteplici problemi stabiesi figli del disagio, dell’incapacità amministrativa e della litigiosità delle coalizioni che si sono sin qui succedute. Oggi la città pretende di essere governata per bene, i cittadini sentono la necessità di veder risalire la china di un malgoverno che ha alimentato il disagio sociale e le conflittualità tra le classi meno abbienti, Castellammare ha bisogno di essere presa per mano e liberata dai “Lacci dello Sheol”. Riuscirà il nuovo sindaco a dar luogo all’obiettivo prefissato dalla “Mission” programmatica premiata, con il voto di fiducia, dai cittadini della ex Città delle Acque? Le condizioni ci sono tutte, e nella speranza che il prodotto, quella della giunta di governo della città, sia frutto di un “indolore” parto naturale, e non “CESAReO”, auguriamo al nuovo sindaco, attraverso il suo proficuo lavoro, di far si che Castellammare possa tornare ai “fasti” dei tempi che furono. Buon lavoro Gaetano!
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