(di Red) – Ma cosa sta accadendo nel mondo politico stabiese in relazione alla preparazione della “Madre di tutte le Campagne elettorali”, quella delle regionali, che la città delle acque si appresta a vivere già dal prossimo mese di ottobre? Questa è la domanda che tiene svegli gli stabiesi di ogni età, e quindi anche gli ultrasettantenni che dopo il “pisciatone” megagalattico del Grillo canterino continueranno, per fortuna, ad entrare nel seggio elettorale a pieno titolo e con diritto di voto. La Lega invece, attraverso il redivivo Carlo Longobardi, fa sapere che a parlare a nome del partito di Alberto da Giussano dovrà essere solo il consigliere eletto, Giulio Morlino, che è abilitato a farlo in virtù del ruolo che gli ha assegnato l’elettorato, mentre negli incontri ufficiali di coalizione Giovanni Tito sarà presente solo perché, in ogni caso, rimane il reggente in attesa delle nomine che arriveranno molto presto dal “Grande Fratello” che, dopo aver bevuto dall’ampolla miracolosa, deciderà chi dovrà esserne il degno rappresentante. Praticamente ha scoperto solo l’acqua calda l’ex forzista, passato per la Fratellanza Universale, tornato a candidarsi per Forza Italia che, avendo alle ultime comunali stabiesi appoggiato la lista di Alfano il quale, a sua volta, appoggiava la candidatura di Andrea Di Martino a candidato sindaco nella competizione con Gaetano Cimmino. Una macedonia multicolore che, approfittando dello stato confusionale che politicamente affligge gli addetti ai lavori, pretenderebbe di governare al fianco di chi, nella competizione delle comunali, li ha severamente sconfitti. Nel frattempo, Fratelli d’Italia torna a dialogare con il suo ex senatore che, avendo sperimentato la vendetta “nespoliana” della Lega campana, si traveste oggi da figliol prodigo nel tentativo, vano a nostro sommesso avviso, di elemosinare qualche posto in un “saldo di listino” al fine di poter rientrare di traverso nel grande giro. Forza Italia, nel frattempo, sembra sia entrata nella camera iperbarica per curare i suoi annosi, e numerosi, mali provenienti da una classe dirigente da sempre “nominata”, una dirigenza che appare da sempre restìa ad aprirsi al territorio e che è, a quel che sembra, destinata a subire una grande e fatale emorragia di uomini che, in questo tempo, ne determinerebbe sicuramente la fine politica se non, addirittura, la totale estinzione. Infine, considerando le scelte di Renzi, per il cosiddetto “centro” sembra che in città stia prendendo forma per costituirsi intorno ad un nutrito nugolo di uomini politici, circa dieci, che a conferma delle “Zingarettiane” affermazioni, circa la responsabilità delle divisioni interne al PD, vede la costituzione di ben due circoli di Italia Viva in virtù, molto probabilmente, delle migliaia di adesioni che, secondo le loro previsioni, questa nuova formazione politica si appresterebbe a raccogliere. In tutto questo articolato quadro politico che si va ricostituendo sorge spontanea una domanda: Considerato che in Italia Viva sono confluiti, almeno per il momento, due ex candidati sindaci, cosa potrebbe accadere se anche un autorevole sindaco del territorio dovesse decidere di entrare a far parte dello squadrone di Renzi? Ah, saperlo!!

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