(di Frank Tracchia) Un politico che va a braccio, che non saprebbe di cosa parla se non fosse la sua portavoce (e non coordinatrice di LeU oramai scomparso dal panorama politico nazionale) ad adoperarsi e recupere le carte, salendo e scendendo dalla casa comunale, in quel comune dove Scala sarebbe stato eletto dai cittadini non solo per dare luogo, molto spesso, ad inutili show in consiglio comunale salvo poi scappare, al segnale convenuto, insieme agli altri della minoranza di centrosinistra proprio quando il discorso comincia ad incanalarsi verso le responsabilità personali e politiche di una componente saccente ed anche un po’ arrogante. Un consigliere comunale che potrebbe fare concorrenza al fantasma del duca Ottavio Farnese. Ma tant’è. Zero presenze nella commissione consiliare che lo vede (o dovrebbe vedere) protagonista, quella Urbanistica del presidente Antonio Cimmino, e pretende anche di avere la presunzione di dare lezioni ed insegnare in materia, proprio come un professore. Ma il problema del caporale Tonino Scala è proprio questo, ed ha perso non solo il bandolo della matassa in via Gesù 29 ma anche i graduati, i colonnelli e anche qualche generale che lo supportò fino a 6 mesi fa: perché oltre le conferenze stampa, con pochi intimi e la stampa super selezionata, dove a parlare sono sempre lui e la sua giovane recluta, in assenza di un serio dibattito politico interno, anche chiarificatore, con chi da sei mesi a questa parte continua a disertare, pensando di poter finalmente confluire verso Vincenzo De Luca in occasione delle regionali 2020 ed, in tal modo, qualche scranno in giunta last minute si potrebbe fare avviandosi poi verso le imminenti Europee con il nome scelto anche da Zingaretti, così tanto per rilanciare una sinistra di condivisione anche a Castellammare e non di capolarato come lo è oramai diventata nella città delle acque, che si apprestano a ritornare anche grazie alla politica virtuosa del sindaco Cimmino. #azz

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