(di Red) – Ma i cittadini stabiesi hanno mai provato a chiedersi il motivo per il quale la stazione della Circumvesuviana di Castellammare Terme sia stata chiusa al pubblico circa trent’anni fa e non più riaperta? Ed hanno ancora provato a chiedersi, sempre i cittadini stabiesi, per quale motivo emerga la contraria volontà, chiara ed inconfutabile di alcuni partiti politici, rispetto al processo di affidamento in concessione dell’immobile ad un imprenditore privato? Questa vicenda sta diventando paradossale e, sulla scia di altri immobili sedotti e abbandonati come Terme, Largo Pace, Caserma Cristallini, Colonia dei ferrovieri, Stazione Terme di C/mare etc. etc., tutti ridotti a ruderi abbandonati, con la politica urbanistica del centrosinistra stabiese totalmente orientata a “tutelare” questi immobili, bloccando qualsiasi intervento del privato, in partenariato con il pubblico, per il loro risanamento e rilancio, attraverso un improbabile ed impossibile intervento esclusivamente pubblico che, nella realtà, significa puntare al decadimento e alla distruzione di beni che potrebbero creare occupazione e sviluppo per una città ormai alle corde sotto questo profilo. Un atteggiamento che, alla luce di un PRG che ha già ingessato e bloccato abbondantemente lo sviluppo in questa città, in pratica sarebbe come a dire: “Io amministrazione pubblica non sono possesso delle risorse necessarie per poter ristrutturare, e rilanciare, questi immobili ma, persistendo questa situazione e riferendosi al privato ribadisce: Non ti consentirò mai di mettere le mani su questi immobili per poter procedere alla loro valorizzazione nonostante tu abbia le risorse economiche sufficienti per poterlo fare”. La scelta di inserire nelle linee guida del Dos la volontà di una eventuale ristrutturazione dell’immobile della fermata della Circumvesuviana, di Castellammare Terme, data in concessione dall’Eav attraverso la pubblicazione di una manifestazione di interesse pubblico culminata a buon fine, risulta esemplificativo al fine di comprendere che questa operazione, ammesso che vada a buon fine, possa intravedere una possibile soluzione in tempi relativamente lunghi e non inferiori ad almeno un lustro. Tanto con la buona pace della stessa opera e dei cittadini che, speranzosi, continuerebbero ad attenderne la ristrutturazione, e la relativa riapertura, mentre ne frattempo i cavalli e gli ovini continueranno indisturbati a scorrazzare al suo interno. In questo contesto, attraverso l’affermazione della becera cultura comunista, è destinata a prevalere la linea della “finestra rotta”, quella linea che ha determinato l’assuefazione a guardare queste rovine senza sentire più nemmeno la necessità di poterci indignare. A quanto l’intervento EAV per il prolungamento della banchina per consentire la fermata ai treni da e per Sorrento? Una domanda che non troverà risposta, perché le risorse a disposizione, circa 40milioni di euro, l’EAV le ha già impegnate per il raddoppio della linea per via Nocera e relativo sottopasso con il progetto di scavare in una zona che non potrà mai garantire la perfetta riuscita di un avveniristico, ma irrealizzabile progetto. Ma questo poco importa, del resto basta iniziare i lavori, poi quel che accade conta poco, tanto Piazza Unità d’Italia docet. E chest’è!!!
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