(di Carlo Carrillo) – La candidatura di Manniello, al senato per il PD in questa consultazione elettorale, è diventata proprio un affare di famiglia per il nostro vulcanico ed inarrestabile presidente. Infatti, per difendere il papà, da circa una settimana è sceso in campo il giovane figliolo di Franco Manniello, che – a seguito di qualche vignetta satirica e di alcuni articoli di mera critica politica, pubblicati dalla nostra testata, e riguardanti il Manniello candidato e personaggio pubblico – è sceso in campo per “difendere” (a suo avviso) l’immagine “politica e pubblica” dell’amato genitore. Immagine che sarebbe stata violata, secondo il giovane rampollo di famiglia, attraverso “contenuti chiaramente dispregiativi e diffamatori contro la persona di mio padre, Francesco Manniello, che esulando da qualsivoglia critica politica sfociano soltanto in gratuito e ripetuto astio personale” – così come è scritto, letteralmente, nel testo inviato agli amministratori di gruppi pubblici su Facebook nonché ad alcune testate giornalistiche operanti sul territorio.
Evidentemente, per il giovane Manniello, è scattato un meccanismo di naturale difesa nel leggere qualche articolo che ha evidenziato quelli che, a nostro avviso, sono i limiti politici di un personaggio che, candidandosi, ha comunque scelto di mettersi in gioco e di confrontarsi con l’elettorato attraverso proposte, dibattiti e comizi elettorali. La candidatura stessa, infatti,  espone il medesimo candidato a contrapposizioni, repliche e/o smentite da parte di avversari politici, nonché ad un serio e severo approfondimento da parte di addetti ai lavori che, per fortuna, non necessariamente devono essere allineati sulla posizione “ideologica” del genitore del giovane Manniello. Mai e poi mai, e sempre mai, ci saremmo sognati di scrivere “sprezzanti o diffamatori” giudizi su qualsivoglia candidato, né tantomeno sul conto di Franco Manniello che, tra l’altro, è un uomo che sul piano personale gode la mia più alta ed incommensurabile stima, considerato che la nostra diretta conoscenza, se non amicizia, risale addirittura alla notte dei tempi visto che si aggira ormai intorno al mezzo secolo. Il nostro modo di affrontare le tematiche può risultare poco gradito ai più (anche perché spesso irriverente, diretto e fuori dagli schemi) ma tengo a precisare che daremmo la nostra stessa vita affinché Manniello, ed altri, possano esprimere la loro opinione ed il proprio progetto politico per il Paese che, mai come oggi, ha estremo bisogno di Competenza, Passione ed Affidabilità, tutte peculiarità che vanno indubbiamente verificate e non di certo solo ostentate. Per fortuna che, nel nostro belpaese, la libertà di stampa e di espressione è sancita dall’art. 21 della costituzione che testualmente recita:” Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”, e tanto per informare, laddove il figliolo di Manniello non abbia conoscenza, la nostra è una testata regolarmente registrata che si occupa di notizie afferenti il territorio sia sotto l’aspetto politico che sociale, e mi consta che in nessun articolo, o vignetta che abbia trattato notizie su Manniello senior, gli estensori abbiano mai inteso offendere, disonorare o diffamare il candidato al senato del PD stabiese. Anzi, non so se, al contrario, il Manniellino abbia provato a leggere, su quelle stesse pagine alle quali ha inviato la diffida, gli insulsi commenti, minacce e deplorevoli affermazioni indirizzate al nostro giornale ed ai giornalisti, ci provi a rileggersi i commenti di persone a noi ben note, come al suo stesso genitore. Qualcuno, usando un linguaggio “spagnoleggiante”, ha provato addirittura ad intimidirci, ma noi siamo abituati a leggere questi tipi di commenti di “Oxfordiana cultura”, e nel ribadire la nostra ferma intenzione di andare avanti per la nostra strada non vogliamo proprio pensare, nemmeno per un attimo, che quei commenti siano arrivati su stimolazioni molto interessate. Il nostro Paese, è oggi, all’ottantesimo posto nel mondo per quanto attiene il rispetto della libertà di stampa, ed in un rapporto molto serio ed affidabile emerge che i giornalisti in maggiore difficoltà in Italia, dunque, sono quelli che fanno inchieste su corruzione e crimine organizzato, senza voler contare quelli che vengono puntualmente perseguitati per motivi politici e sportivi. In tutta questa vicenda però, mi ha colpito molto positivamente l’amore che questo giovane figlio manifesta per il padre, un sentimento sano che mi ha toccato, molto positivamente, nella sensibilità di uomo e genitore. Di conseguenza, caro Franco, non prendertela se qualora, così come si prefigurano i risultati, non dovessi essere eletto al senato, ti resterà tempo e modo per godere di questo stupendo atto d’amore di un giovane figlio molto coraggioso. Auguri!
Castellammare di Stabia lì 28 Febbraio 2018







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