Castellammare – (Carlo Carrillo) – Una serie di veti incrociati, suffragati da questioni di ordine personale, costringono Pannullo a rifugiarsi in un angolo per meditare e riflettere in merito alle conseguenze che potrebbero ricadere in capo ai rapporti interni della sua, ormai ex, maggioranza. Una crisi che, secondo alcuni, è stata presa sottogamba dal sindaco piddino approdato a palazzo Farnese con un congruo numero di consiglieri ed una coalizione molto compatta appena 15 mesi fa. Nel corso della consiliatura, per motivi tutt’altro che politici, ammaliati dal canto delle sirene, è iniziato il balletto dei cambi di casacca all’interno della stessa coalizione. Queste operazioni hanno alterato notevolmente, minandolo, l’equilibrio interno della coalizione che attraverso la gestione ha generato “mal di pancia e dissenterie incontrollate” tra lo stesso P.D. e le Civiche alleate. La parte del leone l’ha fatta proprio il partito di Renzi che, arruolando  tra le proprie fila un consigliere ed un assessore provenienti dalle civiche, ha alimentato ed ingenerato la reazione di chi, nel volgere di alcuni mesi, ha dovuto constatare lo svuotamento del proprio contenitore. La contraddizione, di questo atteggiamento del partito maggioritario nella coalizione, è emersa con tracotanza quando si è trattato di procedere alla nomina dei dirigenti dell’ente. Infatti, dopo aver pubblicato il bando che avrebbe dovuto portare alla nomina dei dirigenti ecco che il P.D., attraverso il suo capogruppo consiliare, pretendeva di procedere alla scelta nominativa piuttosto che individuarli attraverso le procedure ben precise dettate dalla normativa. Se fosse passato questo principio, i DEM avrebbero chiaramente messo una seria ipoteca sulla gestione della macchina comunale, in quanto questi uomini avrebbero dovuto, per gli effetti della designazione, dover gestire la cosa pubblica sotto il condizionamento politico di chi ne aveva agevolato la nomina. Ed ecco, in questo ultimo mese, scattare la “rappresaglia” contro coloro che hanno osteggiato questo efferato disegno, ma la missione non risulta ancora completata perché nel frattempo, e per effetto di alcuni movimenti verificatisi nell’area della coalizione di maggioranza,  gli ultimissimi cambi di casacca hanno rimescolato le carte in tavola creando ulteriori disagi alla strategia della nomenklatura piddina stabiese.  La potatura avviata è servita solo ad incattivire gli animi, Pannullo affronta con disagio queste vicende che rischiano di travolgerlo, nonostante la necessità di apparire sereno, e non riesce a motivare le ragioni del rifiuto alla collaborazione di Campania Libera. Quali sono le reali motivazioni di questa acredine? Nelle more di riuscire a far luce su questo guazzabuglio non ci resta che constatare, in tutta questa vicenda, che l’unica grande assente continua a rimanere la Politica.

Castellammare lì 05/10/2017

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