(di Giovanni Storti) – “Io sono un Lello Topo in miniatura. Chiunque viene eletto il suo stipendio lo dà in beneficenza, andiamo da un notaio e firmiamo. Va bene così?”. L’intervento di Franco Manniello, candidato al Senato con il Partito Democratico, vogliamo farvelo rivivere così, dalla fine all’inizio. Già, perché è con questo splendido “spot” che il presidente della Juve Stabia ha concluso domenica dal palco del Supercinema i suoi circa 8 minuti di persuasione elettorale. La platea di circa 40 persone hanno ascoltato attentamente le parole di Manniello, che più volte ha affermato di essere “il nuovo”, sfidando apertamente il Movimento 5 Stelle ad un pubblico confronto. In verità di nuovo ci sarebbe solo il fatto che Franco venisse eletto per una volta. Ma questa è un’altra storia (o è la stessa, chissà). Il presidente ha messo ben in chiaro anche altri elementi che o riguardano, ovvero che non ha la tessera del Pd, e che è contento, e ringrazia Iddio anche, degli avversari che si ritrova contro il 4 marzo. “Ringraziando Iddio, con chi mi trovo a gareggiare? – ha detto Manniello – Con uno che dice che quando piove si chiude la galleria e si mette davanti alla galleria di Seiano che è chiusa da 3 anni e che si allaga via Ripuaria. Lui ha fatto il consigliere comunale, regionale, l’europarlamentare, la moglie ha fatto l’assessore regionale. La colpa sarebbe la mia che non ho mai fatto nemmeno il consigliere comunale? Passi questo, ma che viene a vedere la partita della Juve Stabia in curva offendendo i ragazzi che vanno tutte le domeniche allo stadio, questo non glielo concedo. Per me non è un avversario, non ci penso proprio”. Abbiamo preferito trascrivere testualmente per far comprendere la scarsa linearità e l’ovvietà del discorso di Manniello, che attacca ma non attacca, che fa capire e non fa capire. E comunque, se esonda il fiume Sarno, la colpa è sempre di qualcun altro, sappiatelo. Poi tocca ai 5Stelle. Manniello cerca “dispetatamente” di confrontarsi con la “signora La Mura, candidata al Senato del Movimento 5 Stelle. La conoscete? Sapete dove sta? Vorrei capire se lei è brava e io sono cattivo”. In realtà è Enzo Rivellini a cercarlo da giorni e giorni per un confronto, ma fa nulla: “Posso sapere questa persona che lavoro fa, a chi ha dato lavoro, se paga le tasse. Il nuovo sono io, non è lei. Vediamo chi è più competente, più capace. Si trincerano dietro lo stemma dei 5Stelle. Io non ho scheletri nell’armadio”. Poi scatta la caccia agli “indecisi”, i quali sentendo Manniello, potrebbero non solo decidere di non votare ma di recarsi all’estero domenica 4 marzo. “Io vado alla ricerca di quel 35% di chi non vuole andare a votare. Voglio essere eletto a Castellammare, dove sono nati i miei figli, nella mia città. Qui conosco tante persone, dai più poveri ai professionisti. Hanno fatto ‘un volo al contrario’. Perché dicono che non devono votarmi? Perché ho fatto vedere alla città la serie B? Ma dove vogliono andare?”. Non sappiamo dove vogliono andare ma Franco Manniello è sicuro di una cosa: di essere il nuovo che avanza. “A chi non vuole andare a votare io dico: il nuovo sono io. Io non ho interessi personali. Siamo uno dei paesi più belli al mondo ma anche un paese povero. Allora ho pensato di dare il mio contributo. Potevo stare a casa, forse mia moglie era più contenta. Ma ora voglio vedere se Castellammare ha il proprio orgoglio di eleggere un proprio figlio. Ho sempre difeso la mia squadra contro le ingiustizie, e per questo sono uno dei più squalificati. Io sono un Lello Topo in miniatura. Chiunque viene eletto il suo stipendio lo dà in beneficenza, andiamo da un notaio e firmiamo. Va bene così?”. Va bene così, Franco.
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