(red) – Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata nella seduta del 14 gennaio 2020, preso atto del deliberato del COA di Napoli del 30.12.2019 (prot. 27/2020), della proposta dell’Organismo Congressuale Forense di “referendum abrogativo della riforma della prescrizione” (prot.25/2020) e della “Maratona Oratoria per la verità sulla prescrizione” organizzata da Unione Camere Penali a Roma nel mese di Dicembre 2019 ritenuto:

che la intervenuta modifica della prescrizione involge principi costituzionali posti a fondamento dello stato di diritto, tra i quali la ragionevole durata del processo, la presunzione di non colpevolezza, il diritto dell’imputato ad essere giudicato ed il diritto della persona offesa a vedere giudicato chi del delitto è accusato;

che infatti l’Organismo Congressuale Forense, nel suo deliberato, pone proprio l’accento sugli effetti deleteri, anzi devastanti, del porre il processo al di fuori del flusso del tempo, e di come questo non possa che danneggiare tutti (gli operatori del diritto, gli imputati, le vittime e l’intera collettività );

che la nuova formulazione dell’istituto della prescrizione, prevedendone sostanzialmente l’abolizione dopo la sentenza di primo grado determina in concreto una situazione di incertezza per i soggetti del processo, vanifica e sgretola lo spirito del rito accusatorio, recide il legame tra reato e personalità del reo, rende la pena senza scopo perché presumibilmente eseguita a distanza di anni dalla commissione del reato;

che la situazione di incertezza riguarda sia la vittima che ha interesse ad un pronto accertamento della responsabilità e alla punizione del reato sia il soggetto che viene sottoposto ad un procedimento penale;

che non appare inoltre condivisibile la proposta avanzata dal premier Conte di distinguere tra condannati e assolti dopo la sentenza di primo grado ai fini dell’operatività dell’istituto della prescrizione;

che è bene ricordare sia il supplizio intollerabile subito dall’innocente nei giorni di sottoposizione al giudizio penale nonché la gogna mediatica ed i conseguenti risvolti psicologici, che il diritto del colpevole di veder definita in breve la sua vicenda, scontando la sanzione per poi reinserirsi nella società;

che, come emerge dai dati forniti dal Ministero della Giustizia, Direzione generale di statistica e analisi organizzativa, nell’anno 2017 il 53% delle prescrizioni è maturata nel corso delle indagini preliminari ed il 24% è stata dichiarata all’esito o nel corso del giudizio di primo grado;

che i dati indicati dimostrano inequivocabilmente che la patologia si annida nella fase delle indagini preliminari e nello spazio temporale che intercorre tra la chiusura delle indagini e l’inizio del dibattimento;

che il vero problema della giustizia penale è- come spesso hanno dovuto ammettere anche i vertici della Magistratura – la mancanza di risorse economiche, che non consentono di poter far funzionare in modo efficiente i vari tribunali soprattutto per la penuria del personale amministrativo; che l’opinione pubblica non ha ben compreso la gravità di tale riforma e soprattutto le ripercussioni che la stessa ha sull’intera collettività, che il compito dell’Avvocatura è anche sensibilizzare il cittadino rispetto a problematiche che gli appaiono estranee, che occorre chiarire che non si tratta di una lotta tra Avvocatura e Magistratura ma che in gioco è la sopravvivenza dello Stato di diritto;

che una tale opera di sensibilizzazione deve essere effettuata fuori dei luoghi deputati solitamente alla Giustizia e che sia opportuno pertanto incontrare la cittadinanza per chiarire che si intende per “SOTTO PROCESSO PER SEMPRE” e gli effetti devastanti che questo determina sia per l’imputato che per la persona offesa, con un linguaggio semplice e con esempi tangibili ( come la vicenda giudiziaria di Enzo Tortora ); per questi motivi

il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata, vista la proposta dell’Organismo Congressuale Forense di “referendum abrogativo della riforma della prescrizione”, preso atto delle argomentazioni ivi riportate e del testo del quesito proposto, delibera  di dare la propria adesione al deliberato del COA di Napoli ed a quello dell’Organismo Congressuale Forense, ritenendo che sia compito di questo Consiglio sostenere ogni iniziativa a tutela dei principi democratici e costituzionali posti a presidio del giusto processo;

di dover attendere in ogni caso le determinazioni del CNF o del OCF sul punto in quanto il buon esito della proposta referendaria è indubbiamente vincolato ad una protesta organica, unitaria che segua le direttive degli organismi nazionali di rappresentanza;

che sia dovere di questa Avvocatura fare in modo che il dibattito sui temi della giustizia si fondi su dati concreti, attraverso un’opera di sensibilizzazione e ancor prima di informazione, e non su facili suggestioni volte ad alimentare nel cittadino un ingiustificato senso di insicurezza, nel rispetto dei principi cardine del nostro ordinamento tra i quali va annoverato l’istituto della prescrizione che, come autorevolmente affermato, è la sanzione al diritto di essere giudicato.

Si comunichi al Ministro della Giustizia, al CNF, all’OCF, all’UCPI, ai COA territoriali e all’Unione Regionale dei Fori della Campania.

Torre Annunziata, 14.01.2020

Il Consigliere Segretario                                                                              Il Presidente

Avv. Ester Di Martino                                                                                      Avv. Luisa Liguoro

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