(di Red) In data 27 maggio u.s. è stata diffusa una nota dal gabinetto del Sindaco inviata ai dirigenti Urbanistica, Patrimonio e Segreteria Generale, contenente le linee guida afferenti l’avvio di una procedura pubblica volta ad individuare un idoneo soggetto a cui affidare la valorizzazione ed il rilancio delle Antiche Terme. Secondo quanto contenuto nel documento, il rilancio del Termalismo è prioritario e funzionale per la crescita dell’intera economia del territorio, quale obiettivo strategico espresso a chiare lettere nelle linee di mandato dell’amministrazione comunale. Una disposizione che evidentemente, alla luce di quanto emerge da quasi un anno circa relativamente al destino di Sint, appare arrivata con molto ritardo rispetto alle esigenze che erano state rappresentate dal rilancio del Termalismo, oltre che in netta antitesi per quanto emerso nella competizione elettorale del maggio 2018. Le ragioni? Facilmente individuabili, in quanto la situazione di Sint, già molto grave al momento del passaggio di consegne dell’otto di agosto 2018, è peggiorata ancora di più alla luce del percorso giuridico della richiesta avanzata dalla curatela fallimentare di ex Terme di Stabia che, in attesa della sentenza prevista a stretto giro, potrebbe vedersi riconosciuti dal tribunale le perdite accumulate dalla fallita Terme di Stabia e corrispondenti a circa 12,5 milioni di euro. Una cifra iperbolica che, sommata ai circa 5,6 milioni di euro di perdite maturate da Sint, potrebbero far lievitare a circa 18 milioni di euro il buco finanziario della partecipata oggi in liquidazione. Infine la sentenza del tribunale del lavoro di Napoli, nella causa di appello intentata da appena 35 lavoratori, che ha visto prevalere le giuste ragioni delle maestranze e che in termini economici potrebbe costare la bellezza di circa ben 4milioni di euro. Un altro bagno di “sangue” determinato dalla inefficace ed incapiente gestione di un centrosinistra inadeguato ed incompetente, responsabilità alle quali si aggiungono anche i superficiali atteggiamenti di un centrodestra statico, spesso effimero sulla vicenda, che ha lasciato il bandolo della matassa, con le relative responsabilità, nelle mani di una “gestione liquidatoria” che appare voler agire ed operare solo attraverso un esasperato tecnicismo sganciato da scelte politiche che, nella fattispecie, avrebbero nel corso della vicenda dovuto prevalere nell’interesse della città e dei lavoratori. Uscire solo oggi con questo documento che invita, i dirigenti in indirizzo, ad attivare una procedura pubblica volta ad individuare soggetti interessati a valorizzare il Termalismo, potrebbe apparire ai più una scappatoia politica per sfuggire a responsabilità amministrative ben più complesse, considerato che questa operazione poteva essere avviata già dal mese di settembre 2018 recuperando, in tal modo, la stagione Termale e convenzioni per l’anno in corso, rammentando che rimangono comunque congelate, in regione Campania, due convenzioni di cui una per il Termale di circa 2milioni di euro mentre l’altra, afferente la Fkt, per circa 1milione di euro, quest’ultima riscattabile solo ed esclusivamente al recupero dell’ex centro di Fkt a suo tempo autorizzato dall’Asl ed al quale rimane legata che, ironia della sorte, si trova presso gli immobili ubicati al Solaro. Ma cosa potrebbe accadere del patrimonio di Sint, nel caso di una ulteriore sentenza negativa nel contenzioso acceso dalla curatela fallimentare di ex Terme di Stabia? Questo noi non lo sappiamo, ma di certo tutto ciò potrebbe essere determinante per scrivere la parola fine non solo per questo incommensurabile patrimonio ma, purtroppo, anche al Termalismo stabiese che, senza il supporto degli immobili al Solaro, potrebbe dire addio ad ogni progetto di rilancio.

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