Società e cultura: “Trendy”

(Gipa) – Merita rispetto, anche se non se ne condividesse il fervore,chi, con convinzione, combatte, e non solo a parole, contro il degrado ambientale,il maltrattamento degli animali, il razzismo o l’omofobia. Al contrario, non sopporto chi si iscrive a queste categorie, solo perché è di moda, o, come si dice con un altro detestabile vezzo, è “trendy”. E non mi riferisco soltanto a quegli intellettuali “radical chic”, ma soprattutto alla gran massa di persone, che, sotto la fortissima spinta mediatica , si dichiarano, per esempio, animalisti e forse dimostrano poco o nessun amore per i loro simili, o si accendono di sacro fuoco contro il razzismo, vivendo ai Parioli, o contro l’omofobia, specialmente quando il problema non li tocca personalmente! Se il nostro, come si dice, fosse un paese “normale”, tra le altre cose, non ci sarebbe bisogno di una continua autocertificazione che, per esempio,non lascio i piatti di plastica nel bosco dopo un pic-nic, che amo di sviscerato amore,fino a ridicole smancerie, cani e gatti e perfino iguana e pitoni, che non sono razzista ma “che colpa ne ho io se Gesù Cristo l’ha fatto nascere bruciato?”. Inoltre rispetto gli omosessuali, condanno i beceri insulti e mi indigno persino per le violenze che subiscono, ma magari mi unisco agli ammiccamenti, ai risolini irridenti, o mi scappa qualche termine non proprio elegante nei loro confronti. Su tutti questi argomenti e in special modo sull’ultimo, sarebbe auspicabile, a parer mio, meno enfasi e non solo da parte dei media. Non mi piacciono, infatti, le grottesche sfilate “gay pride”, l’ostentazione spesso gratuita nei talk show e nei rotocalchi dell’omosessualità, e nemmeno gli anatemi antiomofobi da parte di chi li scaglia solo per omologarsi al dettato corrente, o “trendy” che dir si voglia.