(di Carlo Carrillo) – Un periodo molto peculiare sta vivendo la città di Castellammare di Stabia, in particolare dopo un anno, quello da poco trascorso, che ha lasciato alle proprie spalle una serie di avvenimenti in agrodolce che si sono susseguiti a partire già dagli inizi di gennaio del 2018. A dire il vero, già appena agli inizi dello scorso anno nacquero i primi violenti screzi all’interno della coalizione di centrosinistra, baruffe che, secondo fonti accreditate, risultavano afferenti ad una polemica che aveva preso fuoco appena nel mese del dicembre precedente. Il motivo? Gli eventi natalizi che qualcuno aveva assunto incarico di gestire ed organizzare, mentre si mugugnava all’interno della coalizione di centrosinistra, spettacoli che esattamente si rivelarono, nella pratica, solo una serie di abilissime esibizioni di vero e puro illusionismo al punto che David Seth Kotkin, alias David Copperfield, diventò addirittura rosso dalla vergogna risultando essere, al confronto, un autentico dilettante in materia nonostante la fama conquistata sul campo in questa specialità. In seguito, le dispute assunsero connotazioni tali da arrivare al punto che, i rissaioli della coalizione, pensarono bene di incontrarsi con le opposizioni, in una serata umida e piovosa di inizio febbraio, e di rassegnare tutti insieme le dimissioni davanti ad un Notaio in quel di Gragnano. Poi la debacle delle elezioni politiche di inizio marzo, mentre ci si accapigliava, in casa PD, per una poltrona da segretario. Il rusticano duello vide prevalere il redivivo Nicola Corrado che, reduce dalle sue performance amministrative con Cuomo, tentava la chance che gli avrebbe finalmente consentito di poter competere nella veste di candidato sindaco. Ma le cose non andarono esattamente così come aveva pianificato il neo segretario, anzi, la situazione peggiorò al punto che tutta la “cattiveria” covata sottotraccia per lungo tempo esplose al punto da determinare l’implosione dell’intero P.D. stabiese al punto di non riuscire nemmeno a coprire, per intero, il numero dei candidati in lista. Quindi una débâcle anche alle comunali, Corrado si dimette a seguito del fiasco elettorale che, per la prima volta nella storia di questo partito, riesce a portare in consiglio comunale un solo consigliere. Polemiche e cattiverie, nel confronto seguito alle consultazioni comunali, seguite da un azzeramento totale degli iscritti con la speranza di ripartire con le nuove adesioni per una nuova e più convincente azione politica sul territorio. Una campagna di adesioni che riesce a stento a sfiorare quota 100, ancora una sconfitta per un PD, costretto suo malgrado a lasciare sia lo scettro del potere che quello politico nella ex Stalingrado del sud. Ma quello che ha determinato la sofferenza dei “vecchi nostalgici Komunisti” è il doloroso dato che, emerso nel corso delle assisi consiliari celebrate a tutt’oggi, la leadership delle opposizioni in aula risulti ad appannaggio di Andrea Di Martino che ha rappresentato, agli occhi degli ultimi “compagni” stabiesi, il “migliore” traditore dei principi ideali e politici dell’ormai ex partito dei lavoratori italiani. Un anno, quello ormai lasciato alle spalle, che rappresenta il punto più basso della parabola discendente toccato da un partito politico che, a tutt’oggi, sembra aver assunto una connotazione molto più vicina alla somiglianza di una cesta piena e zeppa di serpenti a sonagli. Ed in tutto ciò, dopo aver governato quasi ininterrottamente per ben ventisei lunghi anni, nel mese di dicembre scorso hanno pure tentato il classico “capovolgimento della frittata” in relazione ad una importante azione di polizia che, con l’operazione Olimpo, ha determinato l’arresto di camorristi appartenenti a diversi clan sul territorio insieme ad un noto imprenditore della zona. Una storia ormai vecchia, quella di riversare sugli altri responsabilità politiche derivanti dal malgoverno delle proprie compagini, che la racconta molto lunga sulla questione appalti e collusioni, non solo elettorali, con questo “mondo di mezzo” che, sulla scia delle arcinote vicende romane, è approdato ormai in maniera organica anche nelle nostre zone. Non basta cambiare nome al partito o, viceversa, cambiare semplicemente partito, per ritenersi fuori da certe logiche e/o dal sistema che produce danni irreparabili attraverso una cultura mafiogena madre solo del torbido malaffare. Questa città è viva e vuole tornare a splendere per le sue naturali ed uniche bellezze.
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