Castellammare – (Carlo Carrillo) – Alle 18,30 gran movimento all’altezza del palazzetto del mare, capannelli di persone che, sparsi un po’ ovunque, discutevano tra loro. Davanti al teatro ben tre blindati di carabinieri, con la digos che sembrava essere presente in ogni luogo, i cittadini stabiese guardavano incuriositi provando ad informarsi sul motivo di quella imponente, ma discreta, presenza delle forze dell’ordine nella zona della movida notturna in orario pomeridiano. Bastava attendere solo qualche minuto, infatti, ecco che alle 18,40 arriva il sindaco Nicola Cuomo che, in compagnia dell’assessore Poziello, circondato da un codazzo di giullari inizia a montare le scale che portano alla sala riunioni del palazzetto del mare, seguito da tutte quelle persone che, formavano capannelli, rivelatisi poi quasi tutti dipendenti di terme che hanno risposto all’invito, formulato dal commissario liquidatore, per discutere sulla proposta di Concordato presentato dall’amministrazione comunale al tribunale fallimentare di Torre Annunziata.
Il sindaco dà inizio ai lavori invitando l’avv. Ostieri, giovane e valente professionista, a relazionare sulla questione di ordine tecnico-amministrativo relativa alla proposta concordataria. Emerge chiaro e distinto un concetto, dalle parole del relatore, per i lavoratori l’unica speranza di mantenere accesa una, moderata, possibilità di salvaguardare il posto di lavoro è data solo dalla positiva omologazione del Concordato, in alternativa il fallimento. Nella disgraziata ipotesi del fallimento della società le uniche risorse a cui potrebbero accedere i lavoratori, al netto del Tfr, sono rappresentate dalla richiesta di erogazione di appena tre mensilità da parte dell’Inps. Basti pensare che, mediamente, ciascun lavoratore ha maturato un credito di circa 15 mensilità, con ticket mensa per un valore di circa mille euro, per cui a conti fatti il recupero economico sarebbe di gran lunga inferiore a quanto potrebbe riscuotere con l’omologa del Concordato, senza proporsi di pensare al vantaggio di poter eventualmente, nel caso di una positiva risposta imprenditoriale al bando europeo in procinto di decollare a marzo 2015, salvaguardare la possibilità di rientrare in azienda nell’autunno dello stesso anno. Tutte cose che erano emerse limpidamente attraverso la lettura della proposta concordataria, ma è sconfortante pensare che un’amministrazione comunale, attraverso il commissario liquidatore, convochi le maestranze per informarle sulla vicenda ed imporre, in modo perentorio, di mangiare la minestra perché in alternativa resta solo….la finestra. Una strategia intimidatoria, tanto minacciosa che nessuno dei lavoratori, in disparte i mugugni di qualche stagionale, ha avuto né il coraggio né l’ardire di replicare e neanche la forza di contestare. L’incontro è proseguito con il sindaco che, approfittando della prostrazione psicologica dei lavoratori, ha tentato di sfruttare il momento per poter dar luogo ad uno strumentale predicozzo politico avventurandosi in una analisi sciagurata sul modo di come è stata gestita l’azienda dimenticando che la sua parte politica ha, si fa per dire, governato la città e le sue partecipate per ben ventidue anni dal 1992. Uno scivolone che ha messo qualcuno nelle condizioni di ricordargli che il suo assessore al bilancio è stato l’ultimo direttore generale di Terme, un manager che quando ha lasciato l’incarico aveva accumulato un tesoretto(di debiti) pari a circa seimilionisetteventomila euro, quindi alla fine del 2010 si era ritrovato ad affastellare un passivo pari alla metà dell’esposizione di cui oggi ci si lamenta. Una situazione molto imbarazzante, con tecnici e commissario liquidatore in evidente difficoltà, il tutto condito dalla continuità che Cuomo ha voluto dare nella gestione confermando il dirigente al settore EE.FF., che non ha svolto con diligenza il compito di direzione e coordinamento della partecipata, così come da competenza, tralasciando anche l’effettuazione del controllo analogo sulla gestione. I lavoratori hanno ascoltato il tutto in religioso silenzio, hanno mostrato una maturità inimmaginabile, mentre qualcuno uscendo trafelato ha esclamato:” Io, il 26 di novembre, voterò questo Concordato per tentare di salvaguardare, insieme al mio, anche l’interesse di chi lo sta avversando, lo voterò solo per un estremo atto di responsabilità ma….con il naso turato”. Una scelta montanelliana che la dice tutta sulla vicenda Terme. Infatti basti solo ricordare che dal 1992 al 2010 questa azienda ha prodotto ben 32milioni di euro in perdite. E’ tutto accaduto per caso? Ai posteri l’ardua sentenza!
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