Quanta delusione, sovrabbondante per i lavoratori di Terme di Stabia. O forse, sarebbe meglio dire “ex-lavoratori”, in considerazione delle lettere di licenziamento che scalpitano in rampa di lancio? Delusione perché la data tanto attesa del 18 giugno, prevista quale data di udienza per l’esame del progetto di stato passivo, in realtà sarà solo un giorno come tanti.
Il curatore, dott. Sequino, ha infatti richiesto al Giudice del Fallimento, dott. Del Sorbo, di “frazionare” la molteplicità delle domande ricevute in una serie di stati passivi parziali. Il Giudice, vista la mole effettivamente grossa delle istanze, circa 360, ha concesso al curatore tale facoltà, pur prevista dalla legge e dalla prassi. Così, il 18 giugno saranno vagliate solo n. 50 domande, insinuazioni già esaminate dal curatore che ha proposto l’ammissione o il rigetto delle medesime nel primo degli stati passivi (quanti in tutto?) che dovranno essere elaborati nel corso di questa vicenda.
Qualche lavoratore pensava… magari il mio nome è nell’elenco! E così, con il cuore in gola, si sarà precipitato a scorrere l’elenco degli ammessi (N.B.: trattasi di uomini e donne, alcuni addirittura anziani… che, loro e nostro malgrado, sembrano finiti un po’ come i liceali che attendono gli esiti degli scrutini!). Ebbene, chi ha nutrito questa ulteriore speranza, ancor più è rimasto deluso e amareggiato. Avrà scoperto, infatti, che la stragrande maggioranza delle domande inserite nel “primo progetto” sono domande presentate da Banche, Istituti di credito, da Equitalia, da società fornitrici, da notai ed avvocati della città “delle acque” (quali acque?).
E i lavoratori?
Ci chiediamo dunque, in perfetta buona fede, quale sia il criterio con il quale sono state selezionate le prime 50 domande. Qualcuno sostiene che trattasi dell’ordine con il quale le domande (dal punto di vista cronologico) sono pervenute al curatore. Ci pare strano che il criterio possa essere questo, visto che i lavoratori, per presentare le istanze di insinuazione, hanno dovuto attendere la produzione di una serie di documenti, alcuni dei quali dovevano essere rilasciati proprio dal curatore medesimo! Vogliamo renderli colpevoli, dunque, di essere “lavoratori” e non “professionisti” o “imprenditori”? Siamo consapevoli che, ai fini della ripartizione dell’attivo, nulla cambi. Eppure, ci chiediamo se sia giusto lasciare il popolo dei lavoratori di Terme di Stabia s.p.a. appesi ad ulteriore angoscia, afflitti dall’ansia dell’accoglimento, o meno, dell’istanza di insinuazione. Hai voglia di spiegargli che saranno ammessi eccome…..ma la paura, di perdere anche quel poco che è loro rimasto dopo aver visto dissolversi il lavoro, è troppa e li attanaglia, li strugge! E, ad ogni modo, sarebbe auspicabile mettere tutti, lavoratori e non, a conoscenza del criterio prescelto per la formazione dei progetti parziali, tanto pensiamo sia perlomeno doveroso.
Ah, errata corrige: ex – lavoratori. Pare, infatti, che le comunicazioni di licenziamento arriveranno a giorni. Senza il licenziamento – suggerisce qualcuno – come potevano i lavoratori, dopo l’ammissione al passivo, richiedere il T.F.R., del quale il licenziamento costituisce un logico presupposto? Forse, anche questo, i lavoratori meritavano di saperlo con un po’ di anticipo. Chissà!
Castellammare di Stabia lì 13 Giugno 2015 La Nuova Medusa
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