(red) – Historia magistra vitae est. Lo sosteneva Cicerone. Sì, proprio l’oratore, scrittore e politico di epoca romana che ha ispirato la filosofia e la storia contemporanea. A lui sono state dedicate strade, piazze, strutture. E dovrebbe ben saperlo anche Tonino Scala, che dal balcone di casa osserva ogni giorno il rione che trae il nome proprio da Cicerone. “Su Terme si continua a parlare del passato” sostiene Scala, commentando la proposta concreta e fattiva del gruppo consiliare Gaetano Cimmino Sindaco di Stabiae, fatta propria anche dal gruppo consiliare di Forza Italia: assorbire i lavoratori di Terme di Stabia al Comune per salvare la loro dignità preservando il patrimonio termale di Sint, altrimenti costretta ad un feroce bagno di sangue. Lo stesso Scala, nel suo comunicato che sembra piuttosto un flusso di coscienza, sposa la proposta affermando di voler dare il suo sostegno se sarà portata in consiglio comunale. Bene, bravo, bis, anzi merita il quadris. Ma nella stessa nota, Scala si arrampica come al solito sugli specchi, definendo populista la proposta ma, senza d’altronde pronunciarsi seriamente sulla eventualità di poter percorrere questa strada, si fionda strumentalmente come un falco sull’appetitosa preda. Un colpo al cerchio e un colpo alla botte. E non sorprende che certe considerazioni provengano proprio dal recordman stabiese di poltrone. Il buon Tonino che qualche decennio fa era riuscito nell’impresa di occupare in contemporanea la carica di consigliere regionale, consigliere provinciale e, udite udite, consigliere di amministrazione di Sint. Proprio lui che oggi sostiene che “guardare al passato privi di una visione, senza mettere in campo un briciolo di azioni per conseguire un obiettivo futuro, è da reputare non solo puerile, ma s’iscrive, a metà consiliatura, nel solco degli errori già commessi in un recente passato”. Errori che, evidentemente, ascrive anche a se stesso. E lo fa richiamando un altro mantra di epoca latina, stavolta di Seneca. “Errare humanum est, perserverare autem diabolicum”. E infatti, assumendo questi atteggiamenti, dimostra che a perseverare è proprio lui, un dinosauro di una sinistra che finge di lanciare nella mischia nuove leve nell’inutile tentativo di ripulirsi la faccia, dopo aver già scritto le più brutte pagine di storia dei fallimenti della città. Nuove leve che puntualmente vengono sacrificate in nome delle poltrone. Quelle che la classe politica di sinistra non vuole mai mollare. Perché i dinosauri, si sa, nella sinistra stabiese non si estinguono mai. E chest’è!!!
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