(Redazionale) – Un esordio che poteva essere un vero e proprio tripudio per la “Prima” della nuova amministrazione Cimmino che, al primo consiglio comunale, avrebbe potuto vantare un importante primato; quello di aver portato nell’ordinatorio dell’Odg la delibera di Palazzo Reale ed aver finalmente stabilito di riportare i pregiatissimi 12.000 reperti circa, dagli scantinati alla luce con un provvedimento che la città aspettava da circa 25 anni. Un risultato che tante giunte rosse, alla guida della città dal 1992, non sono mai riuscite a portare a termine nonostante il loro millantato amore per la storia e la cultura di Stabiae. Ed invece cosa accade? Accade che qualcuno riesce a sporcare questo meraviglioso giorno con uno squallido accordo elettorale che nessun vantaggio politico comporta per Gaetano Cimmino e la sua nuovissima maggioranza, 11 neoconsiglieri su 15 eletti. Un accordo squallido e becero che nel perverso pensiero politico di chi lo ha partorito all’ultimo minuto, di venerdì mattina, avrebbe consentito di eleggere il presidente del consiglio alla prima votazione anziché alla terza così come avrebbero consentito i voti disponibili, quelli della maggioranza. I fatti. Se la maggioranza del sindaco, nelle due votazioni per la elezione del Presidente e dei membri della Commissione Elettorale, avesse votato così come aveva stabilito, nel corso della riunione di maggioranza, avrebbe potuto eleggere i propri candidati designati nel corso di quella riunione senza alcun problema. In questo modo le minoranze, preso atto che si tratta di ben tre blocchi costituiti da Pentastellati, dalla coalizione di De Angelis e da quella di Di Martino, avrebbero potuto eleggere il proprio rappresentante che li avrebbe visti “divisi e spaccati”. In questa storia qualcuno ha voluto fare il “brillante”, e dall’alto della sua ristrettissima visione politica ha deciso, di concerto con qualche furbetto della coalizione di Andrea Di Martino, di dirottare ben tre voti di consiglieri della maggioranza per l’elezione del membro della Commissione Elettorale, sul consigliere Donnarumma, in cambio di almeno due voti da far confluire sul candidato presidente Ungaro pur di farlo eleggere al primo scrutinio, preso atto che lo stesso Ungaro sarebbe risultato eletto regolarmente alla terza votazione. Nulla di strano, e niente da eccepire, ci sarebbe stato se non fosse che la consigliera in questione Concetta Donnarumma, secondo fonti attendibili ed a quanto emerge dal piccante comunicato del gruppo P.D., sembra che risulti indagata per gli “inquietanti” fatti accaduti nel famigerato “seggio 44” di via Cicerone proprio nella mattinata del 10 giugno scorso. Quello che, taluni componenti della maggioranza di cdx, non riescono a spiegarsi è il motivo che ha determinato questo inutile e sguaiato accordo con il gruppo di Di Martino sindaco, considerato che l’unico vantaggio venuto fuori, da questa mera operazione elettorale interna alla sala consiliare, è stato tratto solo ed esclusivamente dalla Donnarumma che, nel caso di specie, senza quei voti “conniventi” non sarebbe mai, e ribadiamo mai, entrata a far parte di una commissione strategicamente importante nei periodi che attengono la convocazione dei comizi elettorali e la nomina degli scrutatori ogni qualvolta si presenti una scadenza elettorale. Una semplice scivolata sulla classica buccia di banana è stata quella di venerdì 3 agosto che, vogliamo sperare, aiuti Cimmino, e la sua maggioranza, a registrare la propria organizzazione nella gestione politica degli eventi che accadono in aula consiliare in modo da poter evitare il perseverare di questi errori che, se reiterati, potrebbero minare la granitica costituzione di questa coalizione consentendo, a qualche furbetto intrallazzatore di professione, di rientrare dalla finestra una volta cacciato fuori dal portone di palazzo Farnese, in maniera definitiva al momento, dal libero e determinato voto espresso dai cittadini stabiesi.

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