(di Red) – Il giorno che è sembrato essere determinante per innescare la, cosiddetta, “crisi di Ferragosto” è stato quello scelto dal Cavaliere che, a camere rigorosamente chiuse, ha annunciato l’esigenza di creare un nuovo polo moderato e centrista nell’alveo politico del belpaese. E bastato poco, è bastato lasciar capire che si apprestava a prender corpo “L’Altra Italia” ed ecco che Salvini, dopo aver incassato il decreto sicurezza 2, ha pensato bene di non far decollare un progetto che, avendo bisogno di tempi relativamente ragionevoli per la sua realizzazione, avrebbe potuto sottrarre spazi e consensi politici nel panorama politico del paese. Questo sottile messaggio Berlusconiano, contraccambiato da Renzi in queste ultime ore con le affettuose dichiarazioni di stima, ha costretto il Salvini a forzare i tempi affinché questo pericolosissimo progetto non riuscisse a partire per due fondamentali motivi; il primo determinato dai risultati elettorali conseguiti alle ultime europee, mentre il secondo è rappresentato dalle imminenti consultazioni amministrative della prossima primavera che, tra l’altro, vedrà gli elettori recarsi alle urne anche in alcune regioni importanti tra cui la Campania. Una crisi politica che nasce ballando in spiaggia, al Papeete e con il sole battente su teste surriscaldate dalle naturali conseguenze dell’abuso del Mojito noto cocktail di natura alcoolica, proseguita in giro per i versanti vacanzieri che vanno dall’Adriatico al Tirreno, salvo poi arrivare in Parlamento ed attivare la retromarcia a fronte di una drammatica seduta parlamentare dove, attraverso un lucido e tagliente intervento, il presidente Conte ha letteralmente tagliato a fette un interlocutore proiettato in una lunga campagna elettorale senza fine. Oggi si è consumata la fine di un contratto, quello stipulato dopo le consultazioni politiche del 4 marzo 2018, che non derivava sicuramente dall’aver conseguito una vittoria elettorale maturata a seguito di progetto politico comune premiato dagli elettori. Ricordiamo tutti la lunga via crucis del percorso di questo governo e del modo in cui è nato, si è solo trattato di un accordo nato tra forze politiche che, pur essendo in antitesi su tutto, scelsero di avviare un percorso insieme solo ed esclusivamente, a loro dire, nell’interesse del paese. Quindi è inutile che Salvini, con sarcasmo e rancore, polemizzi sulla eventuale nascita di un nuovo governo tra i 5S e PD che, anche se molto imbarazzante per una serie di nutriti motivi, non sarebbe per niente scandaloso né, tantomeno, assomiglierebbe neanche lontanamente alle scelte che, in un recente passato, hanno veramente tradito il libero voto espresso dagli italiani. Restano gli errori politici commessi dal rappresentante della Lega Nord, ancora esistente, in una torrida estate “Papeetiana”, che nella convinzione di parlare in nome e per conto di nove milioni di italiani, i voti conseguiti alle recenti europee, ha perso di vista un dato politico importantissimo riprodotto dal fatto che nel parlamento italiano ne rappresenta solo 5.691.921 per cui quando si riprenderà, dalla sbornia elettorale delle europee, bisognerà spiegargli, in compagnia del simpatico La Russa, che le sue desiderate politiche di andare al voto subito fanno letteralmente a cazzotti con la fredda e gelida legge dei numeri parlamentari. Restano da fare i complimenti a Renzi che, nel corso del suo intervento, ha dato prova di essere un vero leader politico ed un uomo dai sentimenti che antepone il rispetto per l’uomo agli squallidi e beceri interessi di bottega. La soluzione della crisi? Questa sera passerà nelle mani del Presidente Mattarella che, dall’alto della sua saggezza politica e nel pieno rispetto delle istituzione, troverà sicuramente la giusta soluzione per il paese mettendo fine alle squallide diatribe di parte messe in campo da un manipolo di incoscienti e miserabili masnadieri.

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